I ponti sul Po distrutti, ma l’operazione fu inutile

LA NOSTRA STORIA • Ultima puntata dei fatti del luglio 1944, con immagini inedite dagli archivi Usa 

l ponte di Cremona centrato il 13 luglio 1944
di Paolo A. Dossena 
L’operazione Mallory Major durò dal 12 al 15 luglio 1944. Il suo obiettivo era la distruzione di tutti i ponti e ponti di barche sul Po e sui suoi affluenti, soprattutto quelli della Val Trebbia (Piacenza). 
La zona più bombardata fu quella di Piacenza e aree limitrofe Cremona-Mantova (Cremona, Casalmaggiore, Bozzolo, Mantova, Revere, Ostiglia, Sermide), Guastalla e Ferrara. 
Risultati 
Nel corso di tre giorni, le bombe grandinarono sui bersagli che William Mallory aveva selezionato. Il 15 luglio, quando la polvere si depositò, dodici ponti erano o completamente distrutti o mostravano lunghi squarci, mentre altri otto erano interrotti, bloccati o danneggiati al punto da essere chiusi al traffico. 
E’ un dato di fatto che diversi altri piccoli centri in riva al Po (Ficarolo, Polesella) così come molti altri centri a nord (Villafranca, ecc.) o a sud (Chiavari, Filattiera, ecc.) del fiume, erano stati bombardati. 
Tuttavia, nonostante quattro attacchi, il ponte Ostiglia-Revere (tenuto dai cechi), era ancora aperto, anche se la linea ferroviaria Bologna-Verona era interrotta ad un secondo ponte appena a sud del Po. Di conseguenza, da Piacenza in poi, pro- cedendo verso est, tutto il traffico nord-sud era bloccato. Era stato un vero inferno, ma non era finita. 
Il programma di interdizione (1 luglio – 4 agosto) Contemporaneamente a Mallory Major, fu lanciata un’azione d’interdizione che durò dal primo luglio al quattro agosto. Molto più di mille aerei attaccarono e colpirono impianti petroliferi, le acciaierie di Bergamo, gli scali ferroviari di Verona, il ponte ferroviario di Casarsa della Delizia (Pordenone), e le ferrovie di Venezia. Nello stesso periodo, altre incursioni colpirono gli scali ferroviari, i ponti e i porti di Genova, Milano-Lambrate, Brescia, Mantova, Verona, Ora/Auer (Bolzano/Bozen/Balsan), 
Mestre (Venezia), e Pinzano al Tagliamento (Pordenone). Espansione degli scopi di Mallory Major 16-27 luglio) 
Finora, gli aerei di Mallory Major avevano bombardato i diciannove ponti tra Piacenza e, verso est, il Mare Adriatico. Ora si rivolsero verso ovest, per bombardare i ponti fino a Torre Beretti (Pavia) a circa ottanta chilometri a ovest di Piacenza. 
Effettivamente, l’Operazione Mallory Major fu limitata ai quattro giorni dal dodici al quindici luglio, ma i suoi scopi furono espansi nel tentativo di impedire completamente il traffico nord-sud, distruggendo i ponti sul Po a ovest di Piacenza. Un altro scopo era quello di paralizzare il traffico est- ovest demolendo i ponti chiave da un capo all’altro della valle del Po.
La nuova ondata di attacchi cominciò il 16 luglio, quando i ponti di Bressana Bottarone, Torre Beretti (Pavia) e Casale Monferrato (Alessandria) furono colpiti e danneggiati. Nel frattempo, seguendo la politica di tornare dopo pochi giorni su bersagli già colpiti, i ponti distrutti di Piacenza e Cremona furono nuovamente attaccati, mentre Mantova e i suoi ponti e le sue dighe furono colpiti pesantemente. Piacenza fu bombardata due volte. 
Il giorno successivo, i ponti di Alba (Cuneo), Asti, Casale Monferrato e Alessandria furono resi inservibili. 
La grandine di bombe proseguì sistematicamente fino al 27 luglio (poi proseguì fino alla fine della guerra con minore intensità e coordinazione). 
Una vittoria tedesca (agosto) 
Per allora, gli alleati avrebbero dovuto essere in grado di attraversare il fiume Arno in Italia centrale e costringere i tedeschi a ritirarsi sulla Linea Gotica. In- vece, la decisione del generale Clark di indugiare lungo l’Arno durante la seconda metà di luglio, avrebbe fatto perdere i temporanei vantaggi forniti da Mallory Major. Effettivamente, dopo il compimento di Mallory Major, gli alleati rimasero a sud dell’Arno per quasi un mese. 
Di conseguenza, Albert Kesselring guadagnò tempo per rafforzare le difese tedesche negli Appennini settentrionali e per ristabilire le linee di comunicazione attraverso il Po. Usando ponti di barche, traghetti, linee “pneumatiche” e linee di fili aerei, i genieri tedeschi resero possibile mantenere gli esistenti e sufficienti livelli di rifornimenti attraverso il Po. Per la fine di luglio, erano in funzione diciannove traghetti, dieci dei quali erano in grado di trasportare ventiquattro tonnellate di carico ciascuno. In diversi casi i soldati cechi erano di guarnigione presso le stazioni dei tra- ghetti. Il 3 agosto il traffico ricominciò a funzionare attraverso diversi ponti che erano stati messi fuori uso in luglio. Per il 6 agosto, anche la ferrovia del Brennero era di nuovo operativa. Quattro giorni dopo la principale linea di comunicazione dalle Alpi austriache alla costa ligure era nuovamente aperta, e la ferrovia per Torino era stata ristabilita. Il giorno seguente, la ferrovia da Genova alla Francia meridionale era a sua volta praticabile. 
A dispetto del fatto che Mallory Major avesse distrutto i ponti sul Po, la mancanza di coordinazione con l’attacco contro la Linea Gotica trasformò l’operazione in un fallimento e in una vittoria tedesca.



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