CULTURA • Ilaria Spotti, docente del Liceo Manin: «Ci dice che la Verità non è questione umana»
FEDERICO PANI
Ilaria Spotti (nella foto) è docente di filosofia presso il liceo “Daniele Manin” di Cremona. Ha scritto racconti e poesie e pubblicato “Il mio primo quaderno di filosofia” (Vertigo, pagine 56), un’introduzione alle questioni della filosofia pensata per i ragazzi adolescenti. E proprio sulla filosofia, l’abbiamo invitata a rispondere a una domanda, un’impresa forse impossibile nel giro di poche righe.
In che misura la filosofia è un sapere formativo per i nostri ragazzi?
«Iniziamo così: la filosofia è un’attività essenzialmente umana. La nostra realtà ci mostra, se ci pensiamo bene, che nasciamo filosofi, è come se alla nascita trovassimo già, dentro di noi, installati “di default”, i grandi perché. Perché c’è l’uomo? Perché c’è il mondo invece che il nulla? Perché esiste la morte? Il guaio è che troppo spesso ci dimentichiamo di queste questioni: la vita stessa ci porta sovente fuori, con le sue lusinghe copre i quesiti con una spessa coltre di accadimenti e divertissements. O forse accantoniamo i perché proprio perché fatichiamo a trovare risposte adeguate. Il filosofo è un ragazzino che cresce con queste domande, mentre le stesse crescono con lui, diventano più elaborate, più complicate e a queste sfide l’esploratore dell’ignoto cerca delle risposte. Quelle risolutive. Che gli sfuggono sempre, ovviamente. Viviamo in un’epoca di fame di assoluta, in cui ciascuno brama di dichiararsi depositario della Verità. Chi non aderisce alla nostra presunta Verità è chiamato nemico, e su questa base provochiamo conflitti. La filosofia è qui per dirci che la Verità non è questione umana. Che l’uomo giunge a mete parziali, superabili, e il suo punto di vista è sempre una prospettiva sul sé e sul mondo».
Il mondo inteso anche come le altre persone?
«In questa consapevolezza c’è anche, ovviamente, l’apertura all’altro, un invito al dialogo, all’ascolto. Un ascolto che ci mette in discussione. Sottoporsi al dubbio, mettersi in discussione, non è mai facile, Socrate ci è maestro in questo, ma la soddisfazione di procedere insieme verso più solidi lidi, questo è un obiettivo che non possiamo lasciarci sfuggire. Arrivare lì, rappresenta forse la nostra più completa felicità. L’incontro con l’altro porta, è vero, anche qualche pericolo: a volte l’altro si avvicina per prevalere, per manipolare, per dominare. Ma la filosofia ci aiuta anche in questo caso: la filosofia ci insegna a pensare. A condurre con ordine i pensieri. Il rigore logico e l’amore per le parole, per il loro significato, ci fa prestare attenzione a quello che diciamo, a come lo diciamo, e a quello che dicono gli altri. I miei pensieri sono in ordine? Cosa nascondo dietro le parole che scelgo? Cosa c’è tra le righe di questo slogan? La filosofia ci aiuta a smascherare. Noi e gli altri».
Ma la filosofia non manca forse di concretezza?
«Sì, qualcuno pensa che la filosofia sia una disciplina astratta. E invece è la più pratica di tutte, opera quotidianamente, quando leggiamo un giornale, quando parliamo con un collega, quando scriviamo un tema, una mail, quando sfogliamo il feed di un social. Quando dobbiamo decodificare un testo, quando dobbiamo crearne uno. La filosofia come esercizio del pensiero critico. La filosofia è un sapere formativo per i ragazzi, e auspico che possa essere inserita in tutte le scuole secondarie di secondo grado, ma il mio sogno sarebbe vivere in un mondo di filosofi: e con filosofi non intendo uno stuolo di intellettuali intenti ad ideare sistemi, ma cittadini che costruiscono insieme un mondo giusto. La filosofia, dunque, è un sapere formativo per tutti».
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