Può esistere democrazia senza un Parlamento?

POLITICA • Giudizi sommari sull’intervista a Davide Casaleggio, che merita un’analisi più approfondita 


di Vanni Raineri 

Il Parlamento? Una cosa obsoleta, inutile, almeno tra un paio di decenni. Detta così, la reazione di sdegno è immediata, ma l’intervista di Mario Giordano per “La Verità” a Davide Casaleggio era molto articolata, ad ampio raggio sul futuro, e non meritava di essere giudicata senza una attenta riflessione. Il figlio del guru del Movimento 5 Stelle, oggi leader silenzioso, nonché presidente dell’associazione Rousseau, accusato di tirare i fili del Movimento da dietro le quinte, probabilmente visionario quanto il padre, ha parlato di futuro a 360 gradi: le regole all’interno dell’Unione Europea, le nuove sfide del lavoro, la giustizia sociale, la globalizzazione, il commercio internazionale eccetera. E poi quel passaggio: «Il Parlamento? Tra qualche lustro è possibile che non sarà più necessario nemmeno in questa forma». 
L’INTERVISTA 
Ecco alcuni estratti.
«La nostra società sta vivendo un profondo cambiamento, grazie alla diffusione capillare di internet che deve essere inteso come un diritto, un bene essenziale al quale tutti i cittadini devono avere accesso. La Rete sta modificando tutti gli ambiti sociali. Il nostro Paese non può sottrarsi a questo processo, può subirlo oppure guidarlo».
«I social network danno voce a tutti indistintamente, sono molto democratici».
«L’ascensore sociale è ormai bloccato per le politiche statali del passato che si sono progressivamente disinteressate delle fasce più deboli del Paese, delle periferie e del loro malessere. La cristallizzazione della ricchezza nelle mani di un gruppo sempre più ristretto di persone, l’impoverimento della classe media e l’innalzamento della fascia di povertà sono dinamiche dalle quali il nostro Paese non è immune e sono sempre più evidenti». 
«“Uno vale uno” non significa “uno vale l’altro”. “Uno vale uno” è il fondamento della democrazia diretta e partecipativa. I grandi cambiamenti sociali possono avvenire solo coinvolgendo tutti attraverso la partecipazione in prima persona e non per delega». 
Alla domanda “Nel futuro che lei immagina esiste la democrazia diretta? E si esprime tramite Inter- net?”, Casaleggio così risponde: «La democrazia partecipativa è già una realtà grazie a Rousseau che per il momento è stato adottato dal Movimento 5 Stelle, ma potrebbe essere adottato in molti altri ambiti. I modelli novecenteschi stanno morendo, dobbiamo immaginare nuove strade e senza dubbio la Rete è uno strumento di partecipazione straordinario. Per questo la cittadinanza digitale deve essere garantita a tutti. Oggi, grazie alla Rete e alle tecnologie, esistono strumenti di partecipazione decisamente più democratici ed efficaci in termini di rappresentatività del volere popolare di qualunque modello di governo novecentesco. Il superamento della democrazia rappresentativa è quindi inevitabile». 
Sulla presenza e le competenze del Parlamento nel futuro che immagina: «Il Parlamento ci sarebbe e ci sarebbe con il suo primitivo e più alto compito: garantire che il volere dei cittadini venga tradotto in atti concreti e coerenti. Tra qualche lustro è possibile che non sarà più necessario nemmeno in questa forma». 
LE REAZIONI 
Ovviamente sdegnati gli avversari politici. Per il Pd “Casaleggio vuole l’uomo solo al comando... il suo è un chiaro piano politico”. Ancora più critica l’estrema sinistra. Forza Italia parla di “aspiranti dittatori che vanno presi sul serio... minaccia alla democrazia e alle istituzioni”. L’ex presidente del Senato Schifani parla di frase “aberrante”. Più defilata la Lega, alleata che preferisce non entrare nella polemica. Qualche imbarazzo nel Movimento 5 Stelle, dove Roberto Fico afferma di crede nella centralità del Parlamento (lui presiede la Camera, ci mancherebbe), mentre Di Maio è enigmatico: «Il Parlamento dimostri di non essere superato, ma sul futuro i Casaleggio ci prendono sempre». 
I COMMENTI 
Il presidente emerito della Consulta Giovanni Maria Flick si dice preoccupato: “E la funzione di controllo chi la esercita?”. Per il professor Pasquino “il Parlamento è luogo di dibattito tra maggioranza e opposizione. Non sarà mai sostituito da click su una piattaforma controllata da poche persone”. 
Tanti ovviamente i giornalisti entrati sul tema. Per gran parte di loro è un attacco alla democrazia, tanto che ogni volta in passato si è cancellato il Parlamento, ciò ha portato a disastri. 
L’ESSENZA 
Ben difficile pensare che Casaleggio si sia riferito a casi del passato. E’ forse la voglia di più democrazia che lo spinge: il click è la forma più rapida, partecipativa e democratica, non certo nella situazione odierna ma in un futuro in cui sia possibile evitare le storture e garantire l’applicazione corretta delle nuove forme. 
Importante considerare che sul coinvolgimento diretto dei cittadini il M5S ha già assunto due posizioni emblematiche. La prima è la creazione di un ministero per la democrazia diretta, la seconda la volontà di introdurre, nonostante sia anticostituzionale, il vincolo di mandato, che in fondo altro non è che un tentativo di svuotare il Parlamento mettendo su un piano superiore la volontà dei cittadini. 
Che il funzionamento del Parlamento non sia oggi proprio come auspicato dai padri costituenti è innegabile. L’uso eccessivo di decreti, il ricorso continuo alla fiducia, le lungaggini di due Camere con le stesse funzioni sono le storture più criticate. 
I RISCHI 
I rischi di un Parlamento superato ci sono, e alcuni sono evidenti. Accettiamo pure (a fatica) l’ipotesi che si possa in futuro dare garanzie per consentire ai cittadini di esprimersi liberamente e senza condizionamenti. In primo luogo le decisioni vanno “decantate”: sull’onda emotiva si può creare una maggioranza che, passata l’onda, cambia direzione. Se i cittadini votano sì al nucleare e poi, dopo miliardi investiti, cambiano idea, che si fa, si smantella tutto? D’accordo che è avvenuto anche col Parlamento in modalità on, però la situazione peggiorerebbe. Diremmo sì a una grande opera per poi cambiare idea a lavori in corso? E come la mettiamo coi temi sui quali per Costituzione i cittadini non possono esprimersi, per motivi evidenti, come sulle tasse e sui trattati internazionali? E’ vero che due Camere uguali provocano lunghe discussioni e continui rinvii per modifiche in corso eccetera, ma il fine era proprio quello di consentire decisioni ragionate. I parlamentari tra l’altro hanno dai cittadini pure una sorta di delega per trattare argomenti non semplici, su cui la gente spesso non ha la possibilità di prendere una posizione coscientemente. Quella di Casaleggio sembra una provocazione, ma si sappia che di questo tema si discute in tutto il mondo.



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