Reddito e pensione di cittadinanza Chi ha diritto, e a quali condizioni

NORME • In attesa di alcuni dettagli, si sa che partirà da aprile. Le domande vanno inviate a partire dal 6 marzo 


di Vanni Raineri 
Reddito di cittadinanza, pensione di cittadinanza. Ma io ne ho diritto? E l’ha mia moglie, o mio padre? Ma devo muovermi subito per non perdere il beneficio? E come posso saperne di più? 
Chissà quanti si stanno facendo queste domande. La polemica politica sin qui ha prevalso rispetto all’informazione precisa sui contenuti della disposizione, contenuta nella Legge di Bilancio del 2019. Vediamo la situazione, anche se alcuni dettagli devono ancora essere comunicati. 
FONDO 
I soldi destinati al sostegno economico di soggetti deboli è di 7.100 milioni di euro per l’anno corrente, cifra che salirà a 8.055 nel 2020 e a 8.317 nel 2021. 
TERMINI 
Il reddito di cittadinanza sarà erogato a partire dal mese di aprile, e sostituirà il Rei (reddito di inclusione varato dal governo Pd), ma non è ancora possibile fare la domanda. Il RdC è richiedibile infatti a partire dal 6 marzo: la domanda potrà essere fatta negli uffici postali, presso i Caf convenzionati e anche per via telematica. Entro il mese di febbraio l’Inps dovrà predisporre la modulistica. 
BENEFICIARI 
Il RdC viene riconosciuto ai nuclei familiari. Il richiedente deve essere cittadino italiano o Ue o suo familiare titolare di diritto di soggiorno residente in Italia da 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. E’ necessario che il reddito familiare abbia un valore Isee inferiore ai 9.360 (sottolineiamo che fa fede il reddito della famiglia, non quello individuale), ma non basta: il valore del patrimonio immobiliare, casa di abitazione esclusa, non deve superare i 30mila euro. Inoltre il patrimonio mobiliare non deve superare i 6mila euro, anche se la presenza di coniuge, figli e disabili può alzare la cifra. C’è anche un parametro che misura il reddito sulla base dei componenti il nucleo familiare, ma è alquanto cervellotico: consigliamo di riferirsi ai Caf. Importante anche che il nucleo non abbia immatricolato un’auto nuova oppure di cilindrata superiore ai 1.600 cc nei sei mesi precedenti la domanda, o anche una moto superiore ai 250 cc nei due anni precedenti. Infine non devono essere presenti disoccupati per dimissioni volontarie (salvo che per giusta causa) nei 12 mesi precedenti. Tali requisiti vengono corretti in casi particolari, ad esempio per i disabili. 
PENSIONE 
Si parla di pensione di cittadinanza qualora i percettori abbiano 67 anni o più. Per la PdC la soglia per il singolo è aumentata a 7.560 euro, ma per i nuclei residenti in un’abitazione in affitto sale a 9.360 euro. 
LA SOMMA EROGATA 
Il beneficio è diviso in due parti: l’integrazione al reddito familiare e una somma per le famiglie che vivono in affitto. Si parte da 6mila euro annui: intero per il primo, moltiplicati per 0,4 per gli ulteriori maggiorenni, per 0,2 per i minorenni fino a un massimo di 2,1. In caso di affitto si aggiunge una somma che arriva a un massimo di 3.360 euro sempre annui. Per le case di proprietà per le quali si sta pagando un mutuo si può aggiungere l’importo della rata mensile, fino a un massimo di 1.800 euro. Resta inteso che il beneficio totale non potrà mai superare i 9.360 euro l’anno, né essere inferiore ai 480. La somma è corrisposta mensilmente. 
DURATA 
L’erogazione dura finché permane la situazione prevista per la fruizione per un massimo di 18 mesi. Dopo un mese di sospensione, può essere rinnovata. Resta inteso che se la condizione occupazionale di un familiare varia, così come se varia la composizione del nucleo familiare, va aggiornato il beneficio. 
LA CARTA 
Il beneficio è erogato attraverso la carta Rdc, con la quale si potranno prelevare contanti ma non si potrà usarla ad esempio per giochi che prevedano vincite in denaro.
PATTO PER IL LAVORO
Il beneficio è accordato in cambio della dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro da parte dei maggiorenni (fino a 65 anni), assieme ad un percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale. Il patto per il lavoro prevede una serie di impegni (corsi, colloqui e altro), tra cui l’accettazione di almeno una di tre offerte di lavoro congrue. 
SANZIONI 
Non poche sono le perplessità per la possibilità che avvengano frodi, come richieste di sussidi da parte di lavoratori in nero o altro. La norma stabilisce che l’utilizzo di false dichiarazioni o falsi documenti, così come omesse informazioni ai fini di ottenere il beneficio, prevedono la reclusione da 2 a 6 anni. Pena dimezzata a chi omette di comunicare variazioni avvenute. In caso di condanna scatta la revoca retroattiva, con rimborso delle somme indebitamente percepite.



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