Galimberti: voglio portare un’ondata di positività

verso le elezioni
SUL CENTRO CHE MUORE
«I DATI SUL NUMERO DI EVENTI E SULLE PRESENZE TURISTICHE SONO IN CRESCITA E MOSTRANO UNA CITTA’ PIU’ VISITATA E ANIMATA DI PRIMA» 


SUI BUS DIESEL ACQUISTATI
«C’E’ UN BANDO DI GARA ASSEGNATO, MA NEL PROSSIMO INSERIREMO TRA LE CONDIZIONI L’ACQUISTO DI AUTOMEZZI DI MISURA PIU’ RIDOTTA E A MINOR IMPATTO AMBIENTALE» 


SULLA STRADA SUD
«Strada costosissima che sposta traffico, porta edifici e ulteriore urbanizzazione in un polmone verde. Meglio la tangenziale a nord»

VANNI RAINERI 
Cinque anni fa Gianluca Galimberti, candidato proveniente dalla società civile (insegnante di Fisica al liceo e docente universitario a contratto), fu eletto per la prima volta sindaco di Cremona, sconfiggendo al ballottaggio il sindaco uscente Oreste Perri. Galimberti ottenne il 45,81% al primo turno, mentre Perri si fermò al 33,32%. Il centrodestra pagava una frattura con la Lega, che candidò Alessandro Zagni (8,48%). Il Movimento 5 Stelle si fermò al 6,14%, spiccioli per gli altri 6 candidati. Al ballottaggio Galimberti salì al 56,31% contro il 43,69% del rivale, confermando la distanza di due settimane prima: evidentemente solo una parte dei voti leghisti si diresse su Perri, mentre gli elettori del M5S espressero una certa preferenza per il professore. 
Sono trascorsi 5 anni, e oggi il centrodestra cittadino ha trovato, sia pur con grande fatica, un’intesa 
attorno al nome di Malvezzi, e conta di sfruttare il momento positivo a livello nazionale.
Anche stavolta, come nel 2014, il voto comunale è abbinato alle Europee, che allora videro il Pd raggiungere in città il 43,13%, mentre Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Ncd-Udc tutte assieme arrivarono al 35,23%. 
Oggi il quadro è profondamente trasformato, e da qui partiamo dal nostro incontro con Gianluca Galimberti. 

Sindaco, quanto crede che sapranno sfruttare i suoi rivali l’onda nazionale di centrodestra, e quanto potrebbero pagare gli evidenti malumori interni? 
«Noi facciamo il nostro percorso, provando a portare un’ondata di positività in città. Vogliamo incentivare la coesione e la crescita della comunità e pensiamo a noi, che stiamo portando circa 150 candidati, molti dei quali alla prima esperienza, ad impegnarsi per il bene collettivo, a partire da quanto già fatto e con uno sguardo ai prossimi anni».

E veniamo dunque alla rivendicazione di quanto fatto. Lo staff del sindaco ha predisposto un sito di facile consultazione, gianlucagalimberti. it, in cui sono elencate tutte le cose fatte, quelle in corso e quelle da fare. Senza entrare troppo nel dettaglio, c’è qualcosa di quanto fatto che la inorgoglisce particolarmente?
«Direi la visione della città portata avanti: le risposte che abbiamo dato ai giovani, con investimenti su università e scuola e alternanza scuola-lavoro. Poi lo sviluppo, dal polo tecnologico 1 e 2 a Lgh più forte, dal tema agroalimentare ai distretti della liuteria, l’affiancamento alle imprese e gli incentivi. E le idee forti di mobilità sostenibile di interi comparti della città rinati, come l’ex macello, via Goito, il comparto Po che era abbandonato, Santa Monica, i centri di San Savino e San Felice». 

Un grande contributo è arrivato dagli investimenti privati. 
«Un contributo enorme, ma è questo il bello, è la sinergia pubblico-privato che deve fare sistema».

Il progetto del Campus Santa Monica ha fatto registrare reazioni preoccupate nella vicina Piacenza, che teme di essere scalzata quale sede del Politecnico milanese. A ragione? 
«Piacenza non deve temere: la nostra vocazione riguarda un polo che aggrega valorizzando tutte le eccellenze. Ci interessa assolutamente il rapporto con le altre realtà, ma certo noi siamo diventati protagonisti. Vado fiero degli interventi nelle scuole, sia per il sostegno al reddito delle famiglie sia per gli interventi strutturali con logica di programmazione e prevenzione». 

Cinque anni fa era nuovo della politica, e forse così si spiega l’annuncio della chiusura dell’inceneritore poi mai avvenuta. Oggi la riproponete nel programma, ma per il 2024, quando scadrà il mandato. 
«Un esito che corrisponde al percorso fatto, come testimoniato anche dalla lettera di impegno di Lgh, che investe sull’impianto in Lomellina e non su quello di Cremona, che quindi sta vivendo gli ultimi anni di vita. Non si parla qui di revamping. Abbiamo poi una nuova società, Linea Green, per la ricerca delle fonti alternative, e intanto continuiamo a lavorare sull’economia circolare: la differenziata è passata dal 53% a oltre il 75%, e l’indifferenziata raccolta da 14mila tonnellate a meno di 10mila». 

Ricordo come tanti anni fa si promise che con una differenziata alta le tariffe per i cittadini sarebbero scese. Non sembra sia avvenuto, ovviamente non solo a Cremona.
«Noi però abbiamo risparmiato milioni rispetto al piano finanziario precedente, oltre ad aver diminuito la Tari per le utenze non domestiche dell’1,5%».

Non c’è vita in centro e il commercio di vicinato è moribondo. Destino ineluttabile? 
«Proprio in questo momento stanno smontando la quarta festa (osserviamo dagli uffici comunali i lavori post Formaggi&Sorrisi, ndr). Il numero di eventi organizzati e i dati sulle presenze turistiche in crescita mostrano una città più visitata e animata di prima». 

Stando agli eventi enogastronomici, finalmente si è deciso di puntare sulle tipicità locali. 
«Il che corrisponde a quanto stiamo facendo con l’università. Ma poi ricordiamo com’era Corso Garibaldi, o via Goito, vediamo il Palazzo Affaitati rinnovato. Abbiamo poi un piano per gli arredi urbani. Quanto al commercio, abbiamo un piano per calmierare gli affitti».

Un piano che avete presentato già un anno fa. C’è stato qualche risultato? 
«Dobbiamo coinvolgere la Regione, anche sul versante Imu, e questo riguarda i negozi esistenti. Ci sono anche incentivi fiscali che reputo interessanti per chi apre nuovi negozi. Fondamentale è capire le potenzialità di internet sull’e- commerce, inoltre dobbiamo pensare a luoghi per le famiglie rivedendo anche il sistema delle navette. Un’altra cosa che serve è qualche luogo di attrazione per i giovani in centro, in accordo col commercio e la ristorazione. Intanto abbiamo iniziato a destagionalizzare il turismo cittadino, tanto che il terzo mese per presenze è risultato essere luglio». 

Un altro tema caldo resta la viabilità. Avete confermato la contrarietà al progetto “Strada Sud”: crede sia risolvibile il problema del traffico su via Giordano? 
«La strada Sud è una strada costosissima che sposta traffico, porta edifici e urbanizzazione ulteriore, il che non va bene, perché sarebbe inserita in un polmone verde che va sviluppato nella direzione intrapresa, con ciclabile, campeggio, colonie padane rinnovate eccetera. Per spostare le auto da via Giordano abbiamo un progetto di assetto stradale per farle transitare sulla tangenziale, che secondo il Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, ndr) è in grado di sopportare un incremento di traffico». 

Non sarà facile convincere chi arriva da Bagnara diretto a porta Po.
«Ci si mette qualche minuto in più in condizioni migliori: incentiveremo gli automobilisti a cambiare. Oltre a questo, servono più biciclette e più mobilità elettrica, fattore molto importante». 

Su questo aspetto registriamo però che i nuovi bus acquistati a Cremona sono tutti diesel, mentre nelle province vicine puntano appunto su metano ed elettrico. Il Comune non può interferire sulle scelte delle aziende?
«C’è un bando di gara che è stato assegnato (nel bando l’obbligo consente i diesel purché euro 6, ndr), e nel prossimo inseriremo tra le condizioni automezzi di misura più ridotta e più green. Nel frattempo abbiamo vinto il bando casa-lavoro, in cui sono inseriti i mezzi per l’acquisto di un bus elettrico». 

Tra le pieghe del programma, si parla di nuovo palazzetto e di proposte passate ritenute non idonee, ma anche di nuove proposte considerate interessanti. 
«Sì, stiamo valutando anche in questo caso una sinergia pubblico-privato. Non abbiamo mai smesso di lavorarci e abbiamo alcuni percorsi interessanti in atto».

C’è un tema in questa campagna elettorale che nessuno sembra voler affrontare: quello degli immigrati, forse non proprio popolare coi tempi che corrono. 
«Il tema è inserito nelle politiche legate alle comunità. Tema non popolare? La domanda da porsi è se parliamo di un percorso da compiere o se vogliamo garantire sicurezza, ma il tema stranieri non va legato alla sicurezza». 

Eppure nelle aree tematiche del vostro programma la consulta stranieri è inserita proprio alla voce “sicurezza”. 
«E’ un tema di comunità, ma lo intendiamo come coesione sociale, la costruzione di luoghi in cui le persone si incontrano, un’espansione democratica che animi i luoghi e riduca la povertà». 

La consulta stranieri, che i vostri avversari vorrebbero chiudere, sembrava un esperimento interessante, ma in pratica è rimasta in frigo. 
«C’è in atto un cammino di crescita, per gli stranieri che vivono in città rappresenta una garanzia avere la possibilità di un luogo importante per esprimersi. Questa è un’attenzione che noi abbiamo, quel che vogliono gli altri è eliminarla. Ma è proprio questa forma di partecipazione a garantire coesione, e di conseguenza più sicurezza per tutti. Chi è per l’abolizione va alla ricerca di ostilità, non di sicurezza».



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