Tablet e smartphone, bimbi a rischio scoliosi

SALUTE • Il monito della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia: «Una postura scorretta provoca seri danni» 



Muovere i primi passi, per poi camminare, correre e giocare: fin dalla nascita, il corretto sviluppo della struttura ossea è indispensabile allo svolgimento di qualsiasi attività. Risulta quindi fondamentale, fin da bambini, prendersi cura del sistema osteoarticolare. È in occasione dell’incontro “Il futuro delle ossa si costruisce da bambini”, svoltosi oggi a Milano, che la SIOT (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia) punta i riflettori su alcune patologie che, se non curate nell’infanzia, rischiano di compromettere la salute futura dell’intero scheletro. Dalla scoliosi alla lordosi, dalla lussazione congenita dell’anca al ginocchio valgo fino al piede piatto: sono solo alcune delle condizioni patologiche che richiedono un intervento tempestivo in età infantile. «È fondamentale, per qualsiasi disturbo interessi le ossa e le articolazioni, rivolgersi allo specialista, l’ortopedico – ha commentato il Professor Francesco Falez, Presidente SIOT, Head Department Orthopaedic and Traumatology ASL RM 1 Chief Surgeon Ospedali Santo Spirito in Sassia & San Filippo Neri Roma Italy - SICOT National Delegate & Chairman Knee Arthroplasty Committee Member of the E.B “International Orthopedics Journal - che può curare le alterazioni dell’apparato muscolo scheletrico causate da traumi o patologie, permettendo di mantenere o recuperare una buona qualità di vita ad ogni età. Fin dai primi passi è possibile incorrere in pericoli comuni che però possono arrecare traumi leggeri o invalidanti. Da non sottovalutare, inoltre, come alcuni di questi disturbi possano essere evitati grazie all’adozione di posture e comportamenti corretti fin dalla primissima infanzia». Posture scorrette, che possono degenerare con l’età, sono spesso associate all’eccessivo uso di dispositivi tecnologici. L’uso di tablet, pc, smartphone è, ad esempio, responsabile in moltissimi casi della cifosi, condizione che interessa la colonna vertebra- le del bambino, maschio o femmina, che non riesce a mantenere la posizione eretta del tronco e delle spalle, sia seduto sia in piedi. È del 700% l’aumento di casi registrati nelle scuole medie inferiori negli ultimi dieci anni. «Una vera e propria “bomba sociale” quella della cifosi – ha commentato Il Professor Carlo Ruosi, Professore di Ortopedia e Traumatologia Università Federico II, Napoli - Responsabile Centro Scoliosi: Azienda Ospedaliera Università Federico II di Napoli, responsabili C.d.A. Società Italiana Chirurgia Vertebrale e Gruppo Italiano Scoliosi srl - Past President SIGM (Società Italiana Ginnastica Medica e Rieducazione Motoria) -. Il numero eccessivo di ore giornaliere che, fin dai 3-4 anni, i bambini trascorrono piegati in avanti sui “babysitter elettroni- ci” è causa di questo dssturbo troppo spesso sottovalutato. Fondamentale, in questi casi, è una diagnosi precoce. Mentre in fase iniziale è possibili intervenire con rieducazione motoria e ginnastica appropriata in fase avanzata è necessario far indossare al bambino il busto ortopedico. 
Nel caso in cui la diagnosi arrivi troppo tardi, poi, si deve ricorrere alla chirurgia». Se la ginnastica medica è il rimedio della cifosi diagnosticata in fa- se iniziale, non si può affermare lo stesso per la scoliosi, patologia causata da una predisposizione genetica caratterizzata da una deformità a “S” della colonna vertebrale che di solito colpisce le bambine tra i 10 e i 14 anni di età. In questo caso, infatti, la SIOT sottolinea come l’unico trattamento appropriato consista nell’applicazione del busto ortopedico. A dover indossare un tutore sono invece i bambini più piccoli colpiti da una displasia congenita dell’anca, patologia che si sviluppa durante la vita intra-uterina e che porta a un’alterazione progressiva dei rapporti tra la testa del femore e l’acetabolo. Con un’incidenza di 1 su 1000 nati, più frequentemente nel sesso femminile (rapporto 6 a 1) e nel 45% dei casi bilateralmente, la displasia o lussazione dell’anca è una delle patologie dello scheletro più frequenti. Se la diagnosi viene posta precocemente, il tratta- mento viene eseguito mediante l’utilizzo di un tutore, statico o dinami- co, che mantiene le anche flesse (90-100°) ed ab- dotte (50-60°) e permette di mantenere centrata la testa del femore all’interno dell’acetabolo risolvendo in pochi mesi il quadro di displasia acetabolare e di instabilità articolare. «Si tratta di un disturbo che va diagnosticato alla nascita mediante l’esame clinico e con un’apposita ecografia da eseguire possibilmente intorno alla sesta settimana di vita e che va trattato immediatamente – ha evidenziato il Professor Pasquale Farsetti, Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Locomotore, Università di Roma Tor Vergata - Di- rettore UOC Ortopedia, Policlinico di Tor Vergata e Presidente SITOP (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia Pediatrica) -. Se la diagnosi è tardiva occorre ricorrere a trattamenti più invasivi in anestesia generale, fino alla chirurgia. In ogni caso, dopo i 3-5 anni di età il trattamento diviene estremamente complicato per le rigidità articolari che si instaurano. La complicazione più temibile è rappresentata dalla necrosi ischemica della testa del femore che si manifesta con un’incidenza maggiore nei casi più gravi, spesso indipendentemente dal tratta- mento, e che può condizionare il risultato finale. La persistenza di una displasia in età adulta comporta inevitabilmente una degenerazione artrosica dell’anca che spesso necessita di essere protesizzata». Altro disturbo che interessa gli arti inferiori è il ginocchio valgo, molto frequente intorno ai 3 anni di età. Questi dati sono l’occasione per lanciare uno spot che la SIOT ha fortemente voluto realizzare per sensibilizzare l’opinione pubblica su una figura spesso sottovalutata, quella dell’ortopedico, l’unico in grado di curare gli organi di sostegno e di movimento. Un video emozionale che racconta i pericoli nei quali si può incorrere durante la vita, dai primi passi, all’adolescenza, fino alla maturità, che devono essere affida- ti alla cura dello speciali- sta delle ossa.

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