La tintarella fa bene, ma attenzione

SALUTE • Alcuni preziosi consigli della dottoressa Domaneschi a chi ama abbronzarsi 



BENEDETTA FORNASARI 
La tintarella estiva non passa mai di moda così a casa, in piscina o in vacanza ciò che conta è abbronzarsi, possibilmente evitando eritemi, scottature e ustioni provocate da una esposizione prolungata e incontrollata alla luce solare. Lo sappiamo tutti ma forse, per pigrizia o per scarsa attenzione, sottovalutiamo l’importanza di proteggere adeguatamente la nostra pelle dai dannosi raggi ultravioletti, anche perché spesso diventa difficile orientarsi tra la varietà di prodotti solari disponibili in commercio. 
A tal proposito abbiamo chiesto un consulto alla dottoressa Elisabetta Domaneschi, specialista in Dermatologia e malattie veneree dell’équipe medica dell’ospedale di Cremona. 
Quali caratteristiche deve avere una protezione solare per essere efficace e di quali elementi bisogna tenere conto? 
«La scelta del prodotto solare deve tenere conto di diversi fattori quali le caratteristiche della pelle, l’età ed eventuali patologie fotoindotte o fotoaggravate. I prodotti solari riportano sull’etichetta un numero preceduto dalla sigla SPF che indica il fattore di esposizione solare ovvero quanto tempo è possibile esporsi al sole, con quel filtro, senza incorrere in ustioni. Più alto è il numero, maggiore è la protezione considerando ovviamente che per le pelli chiare occorrono SPF 50 e 50+ e per i fototipi scuri o le pelli già abbronzate possono b stare SPF 30 o 20. Mi piace sottolineare che da ormai anni è scomparsa la dicitura “schermo totale”, perché non esiste un prodotto in grado di arginare completamente gli effetti dei raggi solari sulla pelle. Inoltre, affinché la protezione sia efficace, il solare va utilizzato correttamente, applicandolo in quantità adeguata almeno quindici minuti prima dell’esposizione e riapplicandolo dopo bagni prolungati. Anche la preparazione farmaceutica è fondamentale per la scelta del solare: le creme sono indicate per superfici piccole come il viso e il collo/décolleté; le emulsioni, gli oli, le acque spray sono adatte per il corpo, mentre gli stick per le labbra e per le cicatrici. Quando si acquista un solare bisogna anche sapere che esistono prodotti con schermi chimici (i più usati) e in grado di assorbire i raggi UVA/UVB e altri con gli schermi fisici contenenti sostanze come il biossido di titanio e l’ossido di zinco che riflettono le radiazioni e sono indicati per pelli intolleranti e per esposizioni alla luce estreme e continuative. Da qualche anno sono comparse sul mercato le creme solari definite green, cosmetici con il 95% di ingredienti di origine biologica che, oltre ad essere efficaci e sicuri, minimizzano l’impatto sull’ambiente acquatico. 
Il solare va comunque sempre accompagnato da norme comportamentali adeguate, per questo motivo è bene evitare esposizioni troppo lunghe e nella fascia oraria tra le ore 12 e le 16; inoltre è consigliabile indossare occhiali, copricapi, magliette chiare e larghe e idratarsi costantemente bevendo tanta acqua». 
Quali sono gli effetti dell’esposizione solare per la salute? 
«È certo che l’esposizione al sole ha effetti benefici per l’organismo quali la produzione e la fissazione di vitamina D3, la produzione di endorfine che migliorano il tono dell’umore, ma ha dei comprovati effetti negativi se mal gestita. Gli UVA sono responsabili del foinvecchiamento cioè della formazione di rughe e di discromie, mentre gli UVB degli eritemi e della fotocarcinogenesi, ovvero della comparsa di tumori cutanei. I tumori della pelle si distinguono in melanomi e non melanomi, rappresentati da cheratosi attiniche, basaliomi, carcinomi squamosi. Soprattutto per questa ultima tipologia di tumori è certa la correlazione fra la loro comparsa e l’esposizione acuta e/o prolungata alla luce solare, tant’è che sono tipici delle sedi corporee fotoesposte, mentre il rischio di sviluppare melanomi in età adulta e senile è correlabile alle ustioni in età pediatrica. 
Ogni anno, in Italia, si accertano 250 mila nuovi casi di tumori non melanomi e vengono diagnosticati 14 mila melanomi. Questi dati devono farci riflettere perché i tumori della pelle, considerati nel loro insieme, hanno una incidenza superiore rispetto a quella del tumore mammario, della prostata e del colon retto».

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