Cremona e la sua fama nel mondo Così i giornali esteri parlano di noi


VIOLINI • In questi giorni due articoli sulla città del Torrazzo sul Times di Londra e sul quotidiano spagnolo El Mundo

VANNI RAINERI
Che il nome di Cremona sia sempre più legato nel mondo al patrimonio liutario è cosa nota, tanto che il saper fare liutario è stato iscritto dall’Unesco nella Salva- guardia del Patrimonio Immateriale, certo che negli ultimi giorni la nostra città ha avuto ampio spazio nella stampa internazionale. Due grandi quotidiani europei hanno dedicato ampio spazio a Cremona: prima, giovedì 16 gennaio, è stato il quotidiano londinese The Times, poi è seguito, lunedì, El Mundo, grande quotidiano spagnolo. Il Times ha addirittura dedicato l’intera terza pagina del quotidiano cartaceo. Il titolo era “City falls silent to help preserve sound of Stradivarius for eternity”. Tradotto: la città fa silenzio per aiutare a preservare il suono di Stradivari per l’eternità. Ovviamente l’articolo ricorda quanto avvenuto un anno fa, quando una parte della città si fermò per consentire la registrazione pulita dei suoni emessi dai delicati quanto preziosi strumenti. Ricordiamo che il sindaco Galimberti firmò un’ordinanza per chiudere al traffico le strade attorno all’Auditorium Giovanni Arvedi al fine di creare una sorta di Banca del suono. Era l’opera di una startup che memorizzò il suono di antichi strumenti del Seicento e Settecento creati dai maestri liutai cremonesi più noti: Stradivari, Amati, Guarneri del Gesù. Dal campionamento alla trasformazione in software da mettere a disposizione di tutti coloro che fossero interessati a utilizzarli. L’articolo, firmato da Tom Kington, parte da un luogo comune (in verità fondato) esagerando un po’: “Non sono conosciuti per essere silenziosi, né in casa né per la strada – inizia il pezzo–ma per un mese intero i residenti della città italiana di Cremona hanno fatto voto di silenzio. Le strade erano chiuse e tutti hanno promesso di non urlare. La loro silenziosa lealtà è destinata ad essere premiata con l’uscita di quest’anno di un software rivoluzionario che consente ai musicisti di “suonare” un violino e un violoncello Stradivari virtualmente”. E poi l’articolo prosegue raccontando l’esperimento nel dettaglio, dall’uso dei 32 microfoni per registrare un milione di files digitali dalle note suonate dai musicisti all’elaborazione che è in corso in un’azienda di Amburgo. Si scrive dell’Auditorium Arvedi e della città di Cremona patria dei grandi liutai, dei violini più celebri soffermandosi sul Vesuvio, dei boschi della Val di Fiemme dove si preleva il prezioso legno dagli abeti rossi. C’è poi un’intervista a chi sta seguendo il progetto, che afferma come la raccolta delle note migliori stia richiedendo mesi di lavoro, pur dicendosi fiducioso nella possibilità di concludere l’operazione entro la metà di quest’anno. Il software dovrebbe avere un costo di circa mille euro, “non male considerato il costo di uno Stradivari”. Anche El Mundo ha scritto di Cremona, dedicandogli un ampio articolo nella homepage del sito web. Si tratta del secondo quotidiano più letto (dopo El Pais) ma nettamente il più visitato sul web. Il titolo è “Asì es Cremona, la ciudad italiana donde se fabrican los mejores violines del mundo”, che non necessita di traduzione. Si tratta di un articolo firmato da Virginia Nesi, giovane giornalista con un passato a Rai1 e da quasi due anni a El Mundo. Il suo ampio resoconto parte da una visita all’Auditorium, in occasione di un’esibizione della moldava Aurelia Macovei, e anche in questo caso protagonista era il Vesuvio di Stradivari, “il cui colore ricorda la lava del vulcano, costruito da Stradivari quando aveva già 83 anni”. Ci si sofferma sulle caratteristiche del Museo del Violino, esaltandole, sulla necessità di suonare quotidianamente gli strumenti per non perdere qualità del suono ed elasticità del legno, sul riconoscimento Unesco del 2012, sui cinque secoli di storia a partire da Claudio Monteverdi che introdusse violini, viole e violoncelli nelle esecuzioni musicali. Non mancano accenni alla bellezza dei monumenti. E poi interviste ad alcuni liutai di lingua spagnola, come Carlos Roberts, nato in Patagonia, secondo cui Cremona è l’unico luogoal mondo in cui si può viv re di costruzione di violini. O l’argentino Pablo Farias, secondo cui nessun violino è mai uguale a un altro. L’articolo si chiude sulle ore necessarie per costruire un violino e il costo del prodotto finale. Due articoli che danno lustro alla nostra città, parlandone ad un’ampia platea europea.

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