Cremona Food-Lab, progetto per il territorio

 AGROALIMENTARE • Uniti Comune, Provincia, Regione, Università Cattolica, Fondazione Cariplo, Crea e CamCom

Vanni Raineri

Anche da un progetto come Cremona Food-Lab, e dagli sviluppi che promette, si comprende l’importanza di una sede universitaria che a Cremona si prepara a trarre nuovo impulso dall’inaugurazione di Santa Monica.
Cremona Food-Lab è un progetto che per tre anni ha coinvolto soggetti del mondo dell’agroalimentare, ricercatori e funzionari, e ieri finalmente è stato svelato. Ovviamente la conferenza è stata svolta in webinar, grazie alla piattaforma Youtube.
Il progetto è stato realizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona ed è stato finanziato da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, si è avvalso della partnership di Crea e del contributo del Comune, della Provincia e della Camera di Commercio di Cremona.
In questi 36 mesi di duro lavoro sono stati sviluppati 20 casi di studio aziendali su 4 assi strategici, con una formazione sviluppatasi con seminari tradizionali, webinar e altre attività in aule e online, coinvolgendo 16 aziende e oltre 60 persone in gran parte docenti o funzionari del Comune e della Camera di Commercio.
L’incontro online di ieri si è aperto con il saluto delle istituzioni: il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti che ha sottolineato l’importanza di un progetto che unisce ricerca, università, imprese e giovani, il presidente della Provincia Paolo Mirko Signoroni, il segretario generale della Camera di Commercio Maria Grazia Cappelli e Franco Verdi per la Fondazione Cariplo.
A presentare il progetto è stato il professore della Cattolica Lorenzo Morelli, direttore Distas e Cremona Food Lab. «Nel 2013 - ha esordito Morelli - ci siamo resi conto che Cremona aveva le potenzialità per creare un distretto, grazie alle elevate capacità professionali e alla formazione scientifica che dovevano incrociarsi. Nei due anni successivi grazie al bando per le Emblematiche Maggiori di Fondazione Cariplo abbiamo presentato il progetto». Progetto nato da un semplice episodio: quello di una gelateria che voleva ottenere un prodotto ecocompatibile al 100%, ma per farlo avrebbe dovuto eliminare i cucchiaini in plastica, realizzati poi con un biscotto. «Il primo successo - prosegue Morelli - è stato il logo: lanciato il concorso di idee, sono arrivate ben 94 proposte dalle scuole superiori cremonesi». Altri esempi di innovazione fatti riguardano l’utilizzo del lievito madre per evitare muffe senza utilizzare additivi e l’uso della farina di sorgo priva di glutine. Il progetto è passato anche per l’assunzione e la formazione di giovani, e dal lancio in università sono sorte tante idee. Morelli ha sottolineato come il consumo di cibo avrà un approccio sempre più psicologico, e in Santa Monica («enorme successo del territorio») nascerà un sistema, chiamato Agorà, in cui si realizzeranno incontri tra le quattro eliche di respiro europeo che comprendono la parte produttiva, di ricerca, istituzionale e la società, un approccio da portare a Cremona. Un ultimo esempio, mostrato con un video, è stata la coppetta di gelato realizzata in università con siero di latte grazie a una stampante in 3D.
Sono seguiti altri interventi in questa tavola rotonda virtuale chiamata “Cremona Food Lab: il significato della ricerca per il territorio”, moderata dal giornalista di Cremona1 Giovanni Palisto.
Daniele Rama (direttore Smea-Università Cattolica del Sacro Cuore) ha rimarcato lo spirito di incontro dell’università con la città e la società: «Si dice delle difficoltà dell’università a interagire con le imprese, per limiti di entrambi. Lo spirito del progetto è di dare a Cremona una centralità nell’agroalimentare mondiale».
Fabio Abeni (Crea Lodi) ha raccontato le problematiche affrontate che legano filiera e territorio, e l’importante supporto di tutela del grana padano anche grazie alla realizzazione di caseificazioni sperimentali.
Quindi tre interventi di docenti del Politecnico di Milano: Gianni Ferretti ha puntato sul contributo di tipo tecnologico («big data, droni, robotica agricola sono già realtà») che può dare il Politecnico, Filippo Renga ha studiato le innovazioni digitali che toccano il mondo agricolo (l’agricoltura 4.0) valutando i vantaggi ottenuti dalle aziende italiane, mentre Elena Ficara ha parlato di economia circolare, partendo dal progetto della fabbrica di bioenergia nato con il finanziamento di Fondazione Cariplo.
Andrea Belloli (direttore Libera Associazione Agricoltori Cremona) si è soffermato sul rapporto col “cibo sintetico” (carne e hamburger vegani) e la conseguente pubblicità ingannevole, sulla tecnologia della blockchain anche nella filiera dell’agroalimentare, dove sono presenti frodi e contraffazioni di marchi. Da qui la necessità del sostegno della ricerca, e la constatazione che la sostenibilità ambientale non può prescindere da quella economica.
Paola Bono (direttore Coldiretti Cremona) è da poco a Cremona, ma si è complimentata per il progetto e la velocità dell’azione: «In 4 mesi dall’avvio è iniziata l’attività di ricerca riferita al prodotto e al processo. E’ un progetto che può avere respiro europeo». Quali innovazioni nel settore agricolo? Per la Bono si va dalla valorizzazione del comparto zootecnico alla digitalizzazione e innovazione delle tecniche di coltivazione per le sfide al cambiamento climatico fino all’investimento nelle risorse idriche.
Infine per Massimo Rivoltini (presidente Confartigianato Cremona) quella di Morelli è un’idea geniale: «La sfida di Cremona Food-Lab è aver ribaltato il rapporto tra università e aziende, che prima era consulenziale, mentre ora prevede che le aziende siano parte del percorso anche della formazione, ricerca e innovazione. Inoltre coinvolge le piccole-medie aziende, prima ai margini per le difficoltà di accesso all’innovazione, e che possono attingere a risorse prima impossibili: «Resteremo noi stessi, ma performando secondo la direzione che ci viene imposta dalle normative».

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