Il dramma della grande piena del 1705


LIBRI • E’ in vendita il volume di Fulvio Stumpo, che racconta dettagliatamente quella tragedia

La città è sotto un torrente d’acqua, piove da giorni, il Po è straripato ed è arrivato a San Michele, via Bonomelli-Prato del Vescovo, San Clemente-via 11 Febbraio, San Gallo-XX Settembre, CaseNuove-Corso Vacchelli. I cremonesi non sanno più dove fuggire, anche gli altri quartieri, quelli più lontani dal Po, sono allagati. Il Consiglio comunale è in seduta plenaria, i decurioni prendono una grande decisione per contrastare il fiume in piena: si affidano alli santi protettori e ordinano di fare delle processioni con le reliquie dei santi. Del resto in quei giorni di ottobre-novembre del 1705 ci sarebbe stato ben poco da fare: il Po fa registrare la piena più disastrosa, che uccide uomini e animali e mette in ginocchio l’economia cremonese, migliaia di pertiche di fertile terreno sono sotto due metri di fango e acqua.
Il libro di Fulvio Stumpo, già nelle librerie, la racconta per la prima volta con documenti inediti, conservati negli Archivi di Cremona e di Piacenza, in quello Diocesano e di tutte le parrocchie della Provincia Inferiore: da Gerre de’ Caprioli fino a Casalmaggiore. Il volume è stato pubblicato da Cremona Produce, con il patrocinio dell’Archivio di Stato e il contributo di Cassa Padana, Padania Acque e il Consorzio Dunas, erede dei gloriosi Argini e Dugali, la magistratura cittadina che in quei giorni dovette affrontare il Po scatenato. Il titolo stesso, Il Po in Cattedrale, la Grande Piena, con sottotitolo, Da Cremona a Casalmaggiore: ci proteggano li santi, riassume quello che successe in quei giorni di ottobre-novembre di più di 300 anni fa. Nel Settecento si registra quella che gli scienziati chiamano la Piccola Glaciazione. In autunno, soprattutto in Piemonte, piove da giorni a dirotto. Il Po si ingrossa fin da agosto-settembre, numerosi cremonesi denunciano l’acqua in cantina, ma continua a crescere. Tra il 28 ottobre e il 4 novembre arriva al culmine. Il fiume fa saltare le difese a Porta Po e Porta Mosa, in alcuni punti le mura vengono sbriciolate o addirittura sormontate. L’acqua invade tutti i quartieri, crollano case e botteghe, l’acqua entra nelle chiese, rovina opere d’arte, sommerge le sepolture. Le suore di alcuni conventi vengono evacuate in luoghi più sicuri. Il Po arriva a lambire la cattedrale salendo da San Vitale-San Donato-via Platina. I consoli dei quartieri (vengono riportati tutti i nomi) fanno quel che possono, compresa la Milizia Urbana, sorta di protezione civile, i cui capi però erano fuggiti. I consoli stilano le liste di tutti i danneggiati (Stumpo riporta i nomi di questi cremonesi del Settecento): sono centinaia.
Il Po fa più vittime e danni nel territorio. Rompe l’argine a Farisengo di Bonemerse e si apre la strada fino a Casalmaggiore facendo saltare una dopo l’altra le chiaviche dei fossi, sbriciolando le difese, con giganteschi mulinelli crea bodri e lanche (ancora esistenti). Tutti i paesi della Bassa sono sotto l’acqua, il Po uccide a San Giacomo Lovara, Cella, Scandolara Ravara, Gussola, Casalmaggiore. Nel Piacentino a Castelvetro.
“Il Po in Cattedrale - La grande piena” di Fulvio Stumpo (Edizioni Cremona Produce), pagine 240, € 20 in vendita nelle librerie di Cremona.


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