Adesso attendo da Giorgio Galli una “coincidenza significativa”



IL RICORDO • Paolo Dossena ricorda da allievo e collaboratore il grande politologo scomparso a 92 anni

PAOLO A. DOSSENA
Ultimamente, o forse da sempre, Giorgio Galli, uomo senza tempo, si interessava anche al fenomeno delle multinazionali, incluse quelle degli stati non democratici (paesi islamici, Cina, eccetera). Si interessava altresì ai movimenti come Lega e Cinque Stelle e al parassitismo della classe dirigente politico-burocratica italiana. Quindi, nel 2018, ritenne la nascita del governo di Lega-Cinque Stelle un fatto positivo.
ASTROLOGHE E ALCHIMISTE
Cosa graditissima, la redazione di questo giornale mi ha chiesto un ricordo personale di Giorgio Galli, che ho conosciuto e frequentato fin dagli anni Novanta, quando entrambi abitavamo a Milano. Purtroppo, il coronavirus aveva ridotto i nostri rapporti a un fatto virtuale, con scambi di materiali via e-mail e con telefonate. La nostra ultima chiamata risale a Natale e rispecchia la personalità e gli interessi del professore, che sarebbe improvvisamente scomparso due giorni dopo all’età di 92 anni.
Quel 25 dicembre, Giorgio Galli mi chiese di fornirgli materiale sull’esoterista ed astrologa americana Laura Eisenhower, bisnipote del generale e presidente Dwight D. Eisenhower. La signora, nota anche come alchimista e “storica galattica”, invitava la gente a votare per Donald Trump, ricordando che suo bisnonno era stato il primo ad avvertire gli americani dell’esistenza del “complesso militare-industriale” che fa guerre in tutto il mondo. Durante le elezioni statunitensi, la signora Eisenhower promuoveva “meditazioni di massa” su Youtube a sostegno spirituale di Trump.
Ecco, Giorgio Galli era interessato a fenomeni di questo tipo: studiava queste cose. Molti si stupivano del fatto che fosse considerato un punto di riferimento di una parte della sinistra. Il solo apparente paradosso si spiega col fatto che il professore era prima di tutto un politologo, cioé uno scienziato della politica. Infatti, all’Università Statale di Milano aveva insegnato Storia delle Dottrine Politiche (recentemente, una comune amica mi ha rivelato che Giorgio Galli non divenne mai ordinario. Quello che so io, come testimone diretto, è che il professore, un ottimo e precisissimo insegnante, era lontano anche dalla politica accademica. Era uno studioso puro, oltreché un ecumenista apprezzato dai suoi allievi, inclusi quelli che avevano idee opposte alle sue).
LE “COINCIDENZE SIGNIFICATIVE”
Come politologo, il professore si era assiduamente occupato del fenomeno della sincronicità e delle coincidenze significative che così mi spiegò: «Secondo Carl Gustav Jung c’è un mondo di rapporti non causali. Il fondatore della psicologia analitica sostiene che le coincidenze arrivano da quel mondo di coincidenze non causali. Questo mondo non è fisico, bensì ultraterreno. Jung cercò di fare una legge riguardo a ciò, e lavorò per questo con il premio Nobel 1945 Wolfgang Pauli, il fisico austriaco al quale si deve il “principio di esclusione di Pauli”. Jung e Pauli cercano di costruire una legge generale sul mondo delle coincidenze significative e non ci riescono. Credo che non ci siano riusciti perché questi segnali che arrivano da questo mondo delle coincidenze significative sono segnali ad personam. Solo chi li riceve può interpretarli. Questo mondo entra in relazione con una persona e solo quella persona può sapere il perché. Jung e Pauli pensavano di trovare leggi di questo mondo, ma un mondo non fisico è difficile da interpretare con leggi fisiche».
IL NAZISMO MAGICO E IL DESTINO A MILANO
Credo che il professore avesse applicato questo criterio interpretativo al suo famoso “Hitler e il nazismo magico”, un best seller la cui prima edizione risale al 1989 e che, costantemente aggiornato, è stato da allora ristampato quasi ogni anno (l’ultima edizione vede il numero delle pagine triplicato). Anche il libro “Mussolini: il destino a Milano”, reca secondo me tracce di questo schema. Parlando di quel suo saggio, Giorgio Galli mi disse: «caro Dossena, c’è questo “aspetto oscuro della storia”, come direbbe lei».
Mi fece un elenco di “coincidenze significative”, che potevano forse essere interpretate come altrettanti messaggi al duce. Alla mia domanda se queste non fossero solo coincidenze, il professore rispose: «Mi domando se se lo sia chiesto anche Mussolini».
Il professore mi fece degli esempi concreti, premettendo che le sue erano ipotesi, congetture da verificare: il duce, disse, venne catturato «tra Musso e Dongo. Musso è un nome in assonanza con Mussolini, e Dongo è un luogo alle porte del quale, un quarto di secolo prima, il duce aveva avuto un incidente. Infatti nel 1920, durante una gita da Milano sui laghi, Mussolini si trovava al volante della sua prima automobile. In una curva era uscito di strada, ma rientrato in carreggiata disse: “Non dobbiamo mai più passare da questo paese, porta jella!”. Il paese era Dongo».
Il professore parlava, io ascoltavo e prendevo appunti, poi glieli facevo leggere e pubblicavamo insieme tante interviste. In cambio gli portavo materiale relativo ai suoi interessi. Questo era il rapporto che per oltre un quarto di secolo ho intrattenuto con Giorgio Galli. Cosa penso oggi delle “coincidenze significative”? Ho letto che, come teoria, questo modello è accettato a livello subatomico, dove a volte ci sono delle coincidenze che tendono a ripetersi assieme. Però ho anche letto che esiste una barriera tra il livello subatomico e il livello superiore, e che la fisica quantistica funziona a livello subatomico e atomico. Quindi io alle “coincidenze significative” non ci ho creduto fino a quattro anni fa, quando me ne sono capitate alcune di così impressionanti che ora non riesco più a ignorare il fenomeno. Raccontai a Giorgio Galli queste esperienze.
Chissà se rivedrò il professore, chissà che non sia entrato in quel mondo ultraterreno di cui parlava. Sarebbe bello ricevere da là un suo messaggio sotto forma di “coincidenze significative”.

l’editore Monti e il rapporto con Cremona

(p.a.d.) Giorgio Galli collaborava anche con l’editore cremonese Gianfranco Monti, scomparso nel 2003. Nel 1982 Monti, esponente della cultura di destra, aveva fondato la casa editrice Terziaria-Asefi, che godeva di autori come Galli, Pound, De Benoist, Agnoletto e Lami. Mi era chiaro che Monti considerava Galli un amico, e di lui mi disse: «Non sono un venditore di saponette, come grandi editori che pensano solo ai best-sellers infischiandosene della cultura. Scelgo i libri sulla base della qualità, non della quantità. Io pubblico di tutto, non sono un editore di parte, mi interessano i contenuti, non i pregiudizi religiosi o filosofici. Pubblico i libri di un intellettuale di sinistra come Giorgio Galli, come quelli di Frequelli su Evola. Naturalmente un filo conduttore c’è: pubblico tutto quello che non è politicamente corretto, che non è pubblicabile».
Credo che con “venditori di saponette” Monti si riferisse a Silvio Berlusconi. Comunque, Galli era letto anche da un amico di Monti, Antonio Leoni, l’indimenticabile direttore di “Il Vascello”, il primissimo giornale internet fatto a Cremona.
“Il Piccolo” ha ospitato diverse interviste, dei “paginoni”, fatte da chi scrive a Giorgio Galli, inclusi “Galli l’esoterico, Montaldi il marxista” (22 ottobre 2016); “L’esoterismo in politica secondo Giorgio Galli” (21 gennaio 2017); “La vittoria del Pci nel ’48 non avrebbe inciso” (27 gennaio 2018); “Sergio Romano e Giorgio Galli: attenzione ai sovranisti europei” (24 novembre 2018), eccetera.

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