L’Accademia della Crusca “apre le porte virtuali”

 CULTURA • La ricercatrice Chiara Murru ci spiega l’importanza della storica istituzione linguistica, che organizza le visite online

FEDERICO PANI
L’Accademia della Crusca ha organizzato l’iniziativa “Visite virtuali”, un tour via Zoom alla scoperta dell’istituzione custode della lingua italiana. È aperta ai privati, alle scuole e prevede anche digressioni artistiche sulla sede dell’Accademia, la Villa di Castello, appena fuori Firenze. In preparazione alla visita, abbiamo chiesto di dirci qualcosa in più sull’Accademia a Chiara Murru, che è collaboratrice della stessa e assegnista di ricerca presso l’Università per Stranieri di Siena.
Cos’è e cosa fa l’Accademia della Crusca?
«È un’istituzione nata nel XVI secolo e che ancora oggi è il principale punto di riferimento della lingua italiana. Nello Statuto dell’Accademia, si legge che il suo compito è quello di sostenere la lingua italiana nel suo valore storico di fondamento dell’identità nazionale e di promuoverne lo studio e laconoscenza, in Italia e all’estero. La sua attività è, in primo luogo, la ricerca scientifica in diversi ambiti: storico-linguistico, dialettologico, filologico, lessicografico e grammaticale, in senso diacronico e sincronico. La promozione della lingua si realizza in più forme: ad esempio, col servizio di consulenza linguistica sul lessico e sull’uso della lingua; una redazione di esperti riceve ogni giorno dei quesiti a cui risponde (le risposte sono tutte consultabili), in modo da ricostruire la storia del fenomeno in questione. Quella che viene data non è mai una risposta netta, piuttosto si cerca di spiegare e documentare l’evoluzione del fenomeno e dare al lettore gli strumenti per capirne il senso. Un altro esempio è la sezione “parole nuove”, uno strumento d’informazione sulle parole che si possono incontrare nella comunicazione di tutti i giorni: vengono scelte sulla base di un monitoraggio che avviene sui maggiori mezzi di comunicazione. È importante ricordare che la redazione di una scheda di approfondimento dedicata a una di queste parole, non vuol dire che l’Accademia ne stia promuovendo l’ingresso effettivo nel lessico: ciò può avvenire solo secondo la naturale dinamica della lingua. Diciamo che l’Accademia studia e analizza la lingua, ma fornisce anche gli strumenti per orientarsi, per comprenderla e per usarla correttamente».
Di che cosa si occupa, nello specifico, unagiovane ricercatrice come lei?
«Il progetto di cui mi occupo è nato in seno all’Accademia, in collaborazione con l’Opera del Vocabolario Italiano (Ovi), organo del Cnr: si tratta del “Vocabolario dantesco”. È un progetto lessicografico volto a raccogliere il patrimonio lessicale delle opere volgari di Dante. Lo ritengo un lavoro bellissimo e sono onorata di poter partecipare a un progetto così importante. Concretamente, redigo le schede del vocabolario e, dunque, ogni giorno studio e scopro il senso e il significato di alcune parole usate nella Commedia, rendendo conto di tutte le loro occorrenze. Ogni scheda lessicografica offre, oltre alla struttura semantica e a varie informazioni sul vocabolo, una nota dove si espongono i problemi interpretativi e i commentialla parola o al passo che la contiene. Quello che più mi affascina nel miolavoro è vedere come può cambiare l’uso delle parole nell’opera di Dante, dal significato più materiale a quello più simbolico e spirituale».

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