L’arte illumina i negozi vuoti del centro

 MOSTRA • L’eclettico Marco Solzi espone le sue opere in un esercizio commerciale sfitto in Corso Campi

SIMONE FAPPANNI*
«Il mio stile è sempre in evoluzione: sperimento nella continua ricerca di nuove armonie ed emozioni. Ho iniziatocome astrattista, poi figurativo, ho esplorato il concettuale, ho lavorato sulla figura femminile, sui volti, opere interessanti attualmente esposte al Golf Club il Torrazzo».
Così inizia la nostra conversazione con Marco Solzi, eclettico artista che espone in un negozio sfitto di Corso Campi. Levetrine dell’ex esercizio commerciale rendono l’allestimento una vera e propria installazione ben visibile nella sua interezza anche dall’esterno. «Non è la prima volta che capita - spiega l’artista - l’idea di fare uscire l’arte dagli spazi convenzionali mi ha sempre affascinato: ho esposto in strada, in castelli abbandonati, attualmente sono in mostra a Saint Moritz e a Pietrasanta negli spazi di due interior designer e a luglio e agosto esporrò in Sicilia, a Noto in una chiesa sconsacrata. Il negozio sfitto è un’ottima vetrina per l’artista e rende meno tristi i locali bui in attesa del nuovo inquilino. Cremona, a vocazione artistica, dovrebbe offrire gratuitamente agli artisti i propri spazi commerciali vuoti. Senz’altro sarebbe un valore aggiunto anche alla città». In Corso Campi sono esposte tele concettuali con la scritta “Love”. La particolarità di questi pezzi sta nel dinamismo plastico che li contraddistingue e nella ricerca espressiva che l’artista pone al centro di ogni pezzo. D’altra parte è lo stesso Solzi che conferma la sua predilezione per la ricerca continua, manifestando una sincera propensione per «la tela di iuta. Mi piace la sua trama larga che devo “nutrire” di strati di colore. Il risultato è una pittura molto materica. Ma ho anche dipinto su legno e ferro». La stessa impressione si ha anche osservando i suoi lavori che nascono da una evoluzione tematica e stilistica davvero coinvolgente. «Intorno agli anni duemila – continua Marco - nelle mie tele astratte ho inserito la figura dello chandelier, oggetto per me molto evocativo, dato che l’azienda di famiglia ha prodotto classici lampadari sin dagli anni Cinquanta, ma anche nel dipingere gli chandelier c’è un’evoluzione. I primi sono molto differenti dai lavori degli ultimi anni. Ultimamente ho esplorato il concettuale. Dai grovigli dilettere puramente grafici sono arrivato ad esprimere concetti chiari dai messaggi universali».
L’esposizione sarà successivamente trasferita in un altro negozio sfitto, stavolta in Corso Garibaldi e ci auguriamo che anche altri locali, attualmente vuoti, possano ospitare esposizioni di questo tenore.
*Critico d’arte
 

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