Il genio di Leonardo raccontato in un libro

CULTURA • Il casalasco LorenzoSala ci presenta la sua pubblicazione sul grande artista e inventore


FEDERICO PANI
È forse un anniversario troppo poco tondo per essere celebrato, ma è pur vero che questo aprile ricorrono i 570 anni dalla nascita di un genio universale italiano, Leonardo da Vinci (1452). Ne parliamo con Lorenzo Sala (nella foto), di Torricella del Pizzo e autore di un libro, pubblicato per il cinquecentenario dalla morte dell’artista, “Leonardo da Vinci – 500 anni di genio” (Xenia).

Come nascono il libro e l’interesse per Leonardo?

«Ho ricevuto la proposta da un editore di Pavia, che desiderava pubblicare un libro per l’occasione del cinquecentenario della morte di Leonardo. È stato poi facile farsi trascinare con entusiasmonell’impresa. Si trattava di realizzare un compendio in formato tascabile. La sfida, dunque, era condensare il più possibile. Studiando Leonardo, ho provato un’immediata simpatia per l’artista e l’inventore. Leonardo, infatti, fu un personaggio accessibile a tutti, che non si trincerava dietro un atteggiamento di superiorità. L’umiltà gli apparteneva anche perché ottenne riconoscimenti soltanto in età matura: dovette faticare molto per emergere. E poi c’è da dire che si trovava a suo agio circondato da persone di ogni estrazione: dal popolo, ma anche dai personaggi un po’ emarginati e buffi (che gli facevano da assistenti e collaudatori delle sue invenzioni), dalle dame di corte di cuidivenne il ritrattista (e forse anche il confidente), ma anche dai regnanti del tempo, che apprezzavano il suo ingegno meccanico».

Da questa ricerca è emerso qualche tratto curioso e che pochi magari conoscono dell’attività di Leonardo?

«È stato interessante scoprire che è esistita una vigna di Leonardo, a Milano, donatagli dal duca Ludovico Sforza, ricreata in epoca recente per opera dell’enologo Luca Maroni (autore di Milano e la vigna di Leonardo, 2015). Quando, infatti, Leonardo completò nel 1498 L’Ultima cena in Santa Maria delle Grazie, lo Sforza lo premiò con una vigna di sedici pertiche, situata a breve distanza dal convento. Quel vigneto sopravvisse nei secoli e sembra che i tralci esistessero ancora negli anni della Seconda guerra mondiale, quando le bombe li incendiarono. Fu nel 1999, invece, che iniziò l’avventura di Maroni per riportarla alla luce. Con un lavoro di scavi archeologici e indagini scientifiche in collaborazione con l’Università di Milano, scoprì che si trattava di un vitigno di Malvasia di Candia Aromatica, una varietà tipica dei colli piacentini. In occasione dell’Expo 2015 di Milano, Maroni è riuscito a fare reimpiantare in quel luogo la stessa tipologia di vitigno, tant’è che oggi nella casa museo di Corso Magenta lo si può ammirare di nuovo».

Leonardo è stato un autore geniale, ma anche inconcludente: è così?

«Leonardo è riconosciuto come un maestro che riuscì a ottenere la fama pur essendo l’artefice di molte opere incompiute. In pittura, a fianco di capolavori divenuti icone dell’arte mondiale come La Gioconda e La Dama con l’ermellino, ci ha lasciato diversi dipinti in forma di abbozzo (pensiamo all’Adorazione dei Magi, al San Girolamo...). Siamo di fronte a un tratto caratteristico di Leonardo: la sua immaginazione originale, libera e piuttosto divagante, che lo portava a sperimentare senza sosta in molti campi, tanto nell’arte quanto nell’ingegneria. Anche in questa versatilità si può riconoscere il suo genio».

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