Cresce l’occupazione a Cremona ma cala il tempo indeterminato

ECONOMIA • I risultati dell’Osservatorio Provinciale del mercato del lavoro sulla base delle comunicazioni obbligatorie e dei tassi Istat


Vanni Raineri
La conoscenza dei fenomeni in atto è sempre uno strumento fondamentale per comprendere la realtà e orientare le scelte. È, dunque, importante analizzare il mercato del lavoro da più punti di vista, come si propone l’Osservatorio Provinciale del mercato del lavoro, curato dal Settore Lavoro e Formazione della Provincia per delega della Regione Lombardia.

La Regione Lombardia ha reso disponibili i dati sull’andamento del mercato del lavoro locale ricavati dalle Comunicazioni Obbligatorie (le cosiddette Cob), che ci permettono di conoscere i contratti che effettivamente vengono stipulati o che cessano in un determinato territorio, la durata, le mansioni, i settori economici, le caratteristiche delle persone coinvolte.

Contestualmente, Istat ha pubblicato i noti tassi di occupazione e disoccupazione attraverso l’indagine campionaria delle Forze di Lavoro che rappresentano la situazione a livello provinciale.

Nel tentativo di ridurre almeno in parte le anomalie del confronto determinate dalla pandemia, si è ritenuto opportuno confrontare i dati del 2021 non solo con il 2020, ma anche con il 2019.

MIGLIORAMENTO
In generale, per il 2021, le Cob confermano anche per il mercato del lavoro cremonese i segnali di miglioramento rilevati a livello nazionale e regionale, non solo rispetto al 2020 ma anche rispetto al 2019.

Il rapporto fra gli eventi “positivi” e gli eventi “negativi” è sostanzialmente in linea con il biennio precedente: anche nel 2021 gli eventi “positivi” sono il 59% e gli eventi “negativi” sono il 41% degli eventi complessivamente rilevati. Ma cambiano i numeri: le Cob effettuate da datori di lavoro con unità produttive in provincia di Cremona sono state complessivamente 114.254, più numerose sia del 2020 (+12,72%) che del 2019 (+ 3,56%), così come più numerose sono state anche le persone coinvolte dagli eventi (+13,50% rispetto al 2020 e +4,16% rispetto al 2019).

In particolare, prendendo in considerazione i soli eventi “positivi”, dopo un calo di circa l’8,7% dal 2019 al 2020, nel 2021 sono aumentati rispetto al 2019 (+2,9%).

PIÙ CONTRATTI
Nel 2021 sono complessivamente aumentate anche le persone destinatarie di eventi “positivi” (vale a dire titolari di un contratto di lavoro), cresciute rispetto al 2020 (+14,09%) e leggermente anche rispetto al 2019 (+0,76%). Nel 2021, i 67.382 eventi positivi hanno riguardato 41.922 persone con una media di 1,61 comunicazioni a testa (1,64 nel 2020 e 1,59 nel 2019).

Sotto il profilo del genere, gli eventi “positivi” sono in aumento sia per le donne (+2,90% rispetto al 2019 e +11,3% rispetto al 2020) che per gli uomini (+1,3% rispetto al 2019 e +12,1% rispetto al 2020). In proporzione, nel 2021 il 52,5% di eventi “positivi” ha riguardato uomini e il 47,5% donne.

MENO STRANIERI
Nel 2021 si conferma un trend triennale che denota un leggero calo della presenza di stranieri negli eventi “positivi”: in particolare, gli eventi “positivi” sono stati per il 74% relativi ad italiani e per il rimanente 26% a stranieri (nel 2020 sono stati per il 73,5% relativi a italiani, nel 2019 il 72,8%).

BENE SOPRATTUTTO I GIOVANI
Anche se consideriamo la popolazione giovanile, le tre fasce d’età tradizionalmente considerate (15-18 anni, 18-24 anni e 18-29 anni) registrano un volume complessivo che è aumentato rispetto al 2020 e presenta valori simili rispetto al 2019. La fascia d’età 18-29 anni è quella rispetto alla quale si registra un numero di eventi “positivi” per persona superiore alla media provinciale (2,13 a fronte di 1,61), evidenziando una maggiore dinamicità del mercato.

SPICCANO I SERVIZI
Quanto ai settori economici, nel 2021 gli eventi “positivi” sono aumentati in tutti i settori rispetto al 2020: i Servizi continuano a registrare il numero maggiore di eventi (62,2%), seguono l’Industria (22,4%), l’Agricoltura (9,2%) e le Costruzioni (6,2%). Tuttavia, rispetto al 2019 i Servizi stentano a ritornare ai livelli pre-pandemia (-0,8%) (confermando l’inversione di tendenza che già nel 2019 si era notata in un settore economico che era cresciuto continuamente fino al 2018) mentre aumentano l’Industria (+6,9%), l’Agricoltura (+12,3%) e le Costruzioni (+1,5%).

INDETERMINATO IN FLESSIONE
Anche rispetto alle tipologie contrattuali, il 2021 ha visto un aumento generalizzato della numerosità degli eventi “positivi”, salvo che per i lavori a progetto. Nel confronto con il biennio precedente, tuttavia, se consideriamo tre le principali tipologie contrattuali, ad aumentare in percentuale sono soprattutto il contratto a tempo determinato con circa il 62,9% degli eventi “positivi” (+13,1% rispetto al 2020 e +4,7% rispetto al 2019) e il contratto di somministrazione con circa il 12% degli eventi “positivi” (+24,6% rispetto al 2020 e + 3,9% rispetto al 2019). Il contratto a tempo indeterminato, invece, con circa il 18,1% degli eventi “positivi”, presenta valori in linea con il 2020 (+0,5%), ma decisamente inferiori al 2019 (-7,5%).

MAGLIA NERA IN REGIONE
Anche i dati Istat confermano la rinnovata dinamicità registrata dalle Cob, poiché mostrano per il 2021 un mercato del lavoro provinciale in miglioramento rispetto alla situazione in cui si trovava nel 2020, anche se rimane “indietro” nell’ambito del contesto regionale.

I dati mostrano una percentuale di forze di lavoro (occupati e disoccupati) nel 2021 pari al 67,6%, in aumento rispetto al 2020 (66,5%), ma ancora inferiore ai livelli pre-pandemia (70,5% nel 2019) e in ogni caso inferiore al tasso di attività riscontrato nel territorio regionale (70,7%): nel 2021 la provincia continua a registrare il tasso di attività minore in tutta la regione, anche se maggiore rispetto alla media nazionale (64,5%).

Anche il tasso di occupazione complessivo (considerando l’intera fascia d’età 15–64 anni) che nel 2021 è pari al 64,2%, è in aumento rispetto al 2020 (62,7%), ma non riesce a recuperare rispetto al 2019 (66,9%) e resta comunque inferiore alla media regionale del 2021 (66,5%): è ancora il tasso di occupazione più basso a livello regionale (a parte Sondrio). Se consideriamo i giovani fra i 18 e i 29 anni, il tasso di occupazione nel 2021 è pari al 53,2%, in aumento sia rispetto al 2020 (44%) che rispetto al 2019 (51,7%).

MENO DONNE
Quanto al genere, l’andamento è analogo: il tasso di occupazione femminile nel 2021 è pari al 55,7%, in aumento rispetto al 2020 (53,6%) ma ancora inferiore al 2019 (57,4%) e quello maschile è pari al 72,4%, in aumento rispetto al 2020 (71,4%) ma ancora inferiore al 2019 (76,3%). Il tasso di occupazione femminile, è ancora fra i peggiori di tutta la regione: equivale a quello di Mantova (55,7%) e solo Brescia è peggiore (54,2%), molto inferiore alla media regionale (59,5%).

DISOCCUPAZIONE IN CALO
Contemporaneamente, il tasso di disoccupazione nel 2021 è pari al 5%, in calo rispetto al 2020 (5,7%) e sostanzialmente in linea con il 2019 (4,9%): è inferiore rispetto alla media regionale (5,9%) e anche rispetto alla media nazionale (9,5%). Se consideriamo i giovani fra i 15 e i 24 anni, il tasso di disoccupazione nel 2021 è pari al 9,1%, in calo sia rispetto al 2020 (21,8%) che rispetto al 2019 (21,4%); quanto ai giovani fra i 25 e i 34 anni, il tasso di disoccupazione nel 2021 è pari al 3,9%, in calo sia rispetto al 2020 (9,1%) che rispetto al 2019 (5,9%).

I NEET
Il calo del tasso di disoccupazione si accompagna al dato relativo agli “inattivi”, cioè le persone che non fanno parte delle forze di lavoro (occupati o in cerca di occupazione). Infatti, nel 2021 il tasso di inattività in provincia di Cremona è pari al 32,4%, in calo rispetto all’anno precedente (33,5% nel 2020), ma in aumento rispetto al 2019 (29,5%).

VALORI ASSOLUTI
Anche i valori assoluti di occupati e disoccupati riflettono la situazione sopra descritta: nel 2021 gli occupati sono poco più di 143.000, in aumento di circa 2.000 unità rispetto al 2020, ma sono diminuiti di circa 9.000 unità rispetto al 2019 e i disoccupati sono circa 7.500, in diminuzione di circa 1.000 unità rispetto al 2020 e di circa 500 unità rispetto al 2019.

IL COMMENTO DI GAGLIARDI
«Da tempo, per varie ragioni, il mercato del lavoro è diventato più complesso e imprevedibile e, quindi, più difficile da interpretare. Lo è ancora di più oggi, in un periodo storico che ci ha visto attraversare gli eventi drammatici della pandemia» ha precisato il Vice Presidente della Provincia di Cremona, e delegato al Lavoro, Giovanni Gagliardi. «I dati che abbiamo a disposizione ci mostrano che l’emergenza sanitaria ha colpito maggiormente le categorie che già prima erano le più fragili del mercato del lavoro: giovani, donne e stranieri, penalizzati perché spesso occupano posizioni lavorative meno tutelate e in settori e in imprese che sono stati investiti più duramente dalla crisi. Però ha trovato conferma anche il trend positivo che ci si attendeva, anche a livello nazionale, per il secondo semestre del 2021: in aumento il tasso di occupazione, in diminuzione il tasso di disoccupazione, in aumento il numero dei contratti».

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