Toninelli: «M5S forza nazionale»

DOPO IL VOTO • Il cremonese nominato ieri capogruppo al Senato: «Nessuna logica di spartizione» 


di Vanni Raineri

Il Movimento 5 Stelle è il vincitore delle elezioni, con oltre il 32% raccolto sia alla Camera che al Senato. Senato dove è stato eletto il cremonese Danilo Toninelli, nella precedente esperienza alla Camera dei deputati. Non solo: proprio ieri pomeriggio il leader Di Maio ha indicato Toninelli quale capogruppo del M5S al Senato.

Toninelli, partirei da una domanda che le feci prima del voto. Il voto massiccio al sud non rischia di “meridionalizzare” il movimento, che al sud ha eletto gran parte dei vostri parlamentari? Una giornalista tv ha ammonito: “attenzione, se prendi il 50% al sud devi stare attento, molto attento”. 
«Il M5S è la la prima forza politica in Sicilia come in Piemonte, in Puglia come in Emilia-Romagna,
in Campania come in Valle d’Aosta e la seconda o vicinissimi alla seconda nelle restanti regioni del
Nord. Questo significa che siamo una forza nazionale e non territoriale come altri».

Angelo Panebianco sul Corriere ha scritto che
chi ha bacini di consenso diversi finisce automaticamente per rappresentare interessi differenti, e da qui possono crearsi tensioni territoriali. E’ d’accordo?

«La capacità di un Movimento che si propone come forza di Governo nazionale è quella di comporre questi interessi. I governi che si sono susseguiti negli ultimi 15 anni non sono riusciti a sfruttare il regionalismo differenziato garantito dalla Costituzione, che è uno dei punti del nostro programma basato sul riconoscimento a ciascun territorio delle sue specificità». 

Vi aspettate che il presidente della Repubblica dia il primo incarico esplorativo a Di Maio? «Personalmente auspico che si formi presto la consapevolezza che al Paese serve un Governo che risponda alle questioni poste dal clamoroso risultato elettorale del 4 marzo e confido che il Presidente della Repubblica saprà individuare il modo per formarlo al di là delle formule con cui intenderà farlo».

L’elezione dei presidenti delle Camere potrebbero dare indicazioni sul possibile governo. Ritenete opportuno che come primo passo voi e la Lega vi dividiate i due incarichi, dato che siete i vincitori e i numeri ve lo consentono, pur considerando che il centrodestra al Senato avrebbe i numeri per “fare da solo”? 
«Riteniamo opportuno procedere in modo da rispettare anzitutto la funzione di garanzia delle più alte cariche dello Stato e quindi ci adopereremo in questo senso come abbiamo già dimostrato di fare, senza logiche di spartizione e divisione». 

I timori paventati sulla reazione dei mercati dopo il voto non si sono per ora manifestati, anzi la borsa è cresciuta. Significa f ducia o solo attesa? 
«È l’ennesima dimostrazione del fatto che è sconsigliabile assoggettare le logiche della democrazia ai mercati. Se avessimo seguito le previsioni di autorevoli uffici studi sulla reazione dei mercati rispetto al referendum costituzionale avremmo dovuto stravolgere la legge fondamentale dello Stato solo per evitare un fantomatico giudizio dei mercati che si è rivelato infondato». 

Il primo invito sembra lo abbiate lanciato al Pd, che però non pare disposto ad appoggiarvi. Ritiene realisticamente che il nuovo Parlamento sia in grado di consentire a un governo di lavorare?
«Ritengo realisticamente che il nuovo Parlamento non potrà ignorare le richieste che sono venute dal voto ancora per molto». 

In caso di mancato accordo, un possibile scenario vede voi e la Lega unite al solo scopo di fare una legge elettorale per poi andare al voto. E’ realistico? 
«La maggioranza ci sarà e avrà il M5S come pilastro portante. Noi facciamo appello a tutti i partiti di trovare convergenze programmatiche. Se si negheranno a questo appello sacro- santo se ne assumeranno le responsabilità di fronte agli italiani e la conseguenza sarà che il caos che avranno creato farà crescere ancora di più il Movimento 5 Stelle».

Commenti