un uomo mai banale, con la cremonese nel cuore

il ricordo Sin dagli inizi ha dimostrato di essere un allenatore di grande valore 


di Fabio Varesi 

Un uomo mai banale. Meglio di così non si può definire Emiliano Mondonico, che senza esagerazioni, sta alla Cremonese come Totti alla Roma. Eppure è stato capace di diventare una bandiera anche all’Atalanta e al Torino e questa è stata la sua grandezza. Personalmente ho avuto la fortuna di conoscerlo da vicino, quando giocavo nelle giovanili della Cremonese e “Mondo” iniziava la carriera da allenatore. Era l’estate del 1979 e da pochi mesi Emiliano aveva deciso di appendere le scarpe al chiodo. Noi calciatori in erba avevamo un po’ di soggezione nei confronti di un idolo della curva grigiorossa e con un passato in serie A. Eppure sin dai primi giorni di preparazione atletica, si è proposto come un fratello maggiore, rompendo gli schemi rigidi del rapporto tra giocatori e tecnico. Ma già dai primi giorni, si percepiva che aveva grandi capacità, votate ad un calcio moderno. Sin dal suo primo anno, alla guida dei Giovanissimi, ha introdotto la zona nella fase difensiva, che per quei tempi sembrava un tabù. Sotto la sua guida mi sono divertito, giocando un calcio offensivo, che non sempre ha potuto adottare nella sua lunga carriera, specialmente quando lottava per la salvezza. Ma il “Mondo” è stato davvero bravo a bruciare le tappe, perché in tre anni è passato dai campetti spelacchiati del settore giovanile, alla serie B, chiamato al capezzale di una Cremonese praticamente retrocessa, che ha salvato conquistando 12 punti in sette partire. In quella squadra giocava un certo Gianluca Vialli, che grazie anche ai suoi consigli, è arrivato fino alla Juve e alla Nazionale. Per le sue capacità, Mondonico avrebbe meritato di allenare una big del nostro campionato, ma il suo carattere schietto e poco incline ai compromessi, lo ha portato in piazze che lo hanno apprezzato tantissimo e che soprattutto non lo hanno mai dimenticato. L’ho incontrato per l’ultima volta lo scorso campionato a Bergamo, ci siamo salutati e mi è sembrato in forma. Poi però la sua assenza dagli stadi ed anche dagli studi televisivi, mi ha preoccupato, fino alla triste notizia di giovedì mattina. Ricordo di aver letto la frase “quando il mio corpo sarà cenere il mio no- me sarà leggenda” di Jim Morrison. Ebbene, da oggi è così anche per il nostro indimenticabile “Mondo”. 

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