Coldiretti-Libera, la guerra va in Fiera

ECONOMIA • Voltini ha accresciuto il suo potere, ma deve convincere le associazioni 


di vanni raineri 
E’ di nuovo scontro aperto tra Coldiretti e Libera Agricoltori. Era facile intuire che lo scenario si spostasse su CremonaFiere, che si accinge a nominare i nuovi amministratori. Dopo che Coldiretti ha assunto il controllo prima del Consorzio Agrario, e poi di Apa, il presidente Paolo Voltini intende far valere il peso politico conquistato, ma che non gli basta per imporre una sua linea. Nei giorni scorsi il Consiglio di Amministrazione della Fiera ha approvato il nuovo statuto, con il voto contrario (l’unico) appunto di Voltini, che ha lasciato la seduta prima che il bilancio fosse approvato. In vista dell’assemblea fissata per venerdì 27 aprile, che sarà chiamata appunto a dare il via libera alle modifiche statutarie, Coldiretti ha fatto un comunicato che abbiamo riportato la scorsa settimana, molto duro, e che chiama in causa anche il Comune. Per riassumere in breve, Coldiretti giudica intempestiva e inadeguata la scelta. In primis ritiene sbagliato stravolgere lo statuto a un solo mese dalla scadenza del mandato, e nel merito il timore è quello di “un’espropriazione di CremonaFiere dalle mani degli azionisti locali”, alla ricerca di un partner esterno cui Coldiretti non è contraria, anche se la conoscenza del soggetto e le condizioni di un suo ingresso vanno definite in modo preciso. Di conseguenza, le modifiche allo statuto dovrebbero essere effettuate solo dopo il ricambio degli amministratori. Netta contrarietà è stata manifestata anche per la pesante riduzione dei componenti del cda, che dai 15 attuali scenderebbero a 5, anzi stando alle ultime voci saranno solo 3. Critica Coldiretti anche nei confronti del Comune di Cremona, che non avrebbe sollevato obiezioni alla cancellazione, nel nuovo statuto, del diritto di veto su modifiche statutarie, trasformazioni societarie, investimenti e partecipazioni, nelle sue vesti di garante, e nemmeno all’eliminazione della nomina di propri rappresentanti. Altra cosa che scompare, il limite di mandati per il presidente.
Al proposito abbiamo chiesto al sindaco di rispondere alla richiesta formulata da Voltini. Ecco quel che fanno sapere dall’Amnistrazione: “E’ in atto un percorso serio. Stiamo lavorando intensamente sul tema in contatto con gli enti pubblici coinvolti. Usciremo quando saremo pronti per dare aggiornamenti concreti”. Chi si attendeva una risposta, crediamo possa andare deluso. Tra due venerdì dunque l’assemblea approverà il bilancio e quindi sarà chiamata ad esprimersi sulle modifiche statutarie prima della nomina della nuova governance. La maggioranza ritiene invece che vadano condotte in porto le trattative con sistemi fieristici disponibili ad entrare in gioco per fare rete e salvaguardare i conti con capitali freschi, e non si può dire che la Fiera non ne abbia necessità. Da qui la volontà di avere un cda snello. La Fiera è una spa i cui soci vogliono salvaguardare il futuro e non sono particolarmente interessati alla diatriba tra le componenti sindacali agricole. Non intendono mettere a repentaglio le manifestazioni più importanti legate all’ente, in primis La Fiera del Bovino da Latte e Mondomusica. Voltini ha certamente accresciuto il peso specifico di Coldiretti, ma non gli basta: gli serve convincere qualcuno a portarsi sulle sue posizioni. Cosa che sarebbe facilitata dopo i nuovi equilibri fossero tradotti nella nuova governance, per questo vede la decisione di agire col cda in scadenza strumentale a cambiare le carte in tavola proprio quando sta arrivando il mazzo nuovo. E crede di conoscere già i nomi dei tre membri del cda che la maggioranza si accinge a votare. 

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