143 bombe non bastano, ma il 13 il ponte di Cremona è distrutto

LA NOSTRA STORIA • Terza puntata dei fatti del luglio 1944, con immagini inedite dagli archivi Usa 


di Paolo A. Dossena 
I bombardamenti americani su Piacenza e Casalmaggiore erano finiti alle nove e trentuno. Subito dopo, alle 9:49, ventiquattro aerei americani B-26, guidati dal colonnello A. A. Woolridge, fecero un’incursione sui ponti di Cremona, che sopravvissero all’attacco perché i soldati tedeschi e cechi (Quarto Battaglione) liberarono una cortina fumogena. 
Pochi minuti dopo, alle 10:27, i ponti Ostiglia- Revere (sorvegliati da soldati del Quarto Battaglione ceco) furono attaccati a loro volta. Questo raid fu condotto da un’altra unità statunitense. 
Capacità tedesca di improvvisazione
Due nebbiogeni erano installati sulle due estremità del ponte di Cremona, mentre non c’erano batterie anti-aeree. A dispetto di una grande carenza di armi di terra e di potenza aerea, i tedeschi salvarono molte situazioni grazie alla loro capacità di improvvisazione. 
E’ un dato di fatto che le truppe di terra tedesche e ceche non disponevano di copertura aerea. Tra le rare sfide che la Luftwaffe fu in grado di lanciare a Mallory Major, due si verificarono il 12 e il 13 luglio, quando aerei tedeschi contrattaccarono i piloti americani a sud di Ferrara. Casalmaggiore e Cremona (12 luglio, Pomeriggio). Nel pomeriggio, alle diciotto e quarantotto, altri 33 aerei americani B-26, guidati dal capitano Probasco, effettuarono un secondo attacco sul ponte ferroviario di Casalmaggiore. Secondo il rapporto all ato, “Le bombe di uno Squadrone sono piombate al centro del ponte in buona concentrazione, sferrando probabili colpi diretti; un altro Squadrone ha colpito gli approcci meridionali; qualche bomba è piombata oltre il ponte, verso ovest” (‘One Squadron’s bombs anded in the center of the bridge in a good pattern, soaring probable direct hits; another Squadron hit the South approaches; a few bombs landed over to the West’). 
Fonte: Intelligence Narrative No, 277, Day Ope- ration, 12 July 1944 (Hea- d q u a r t e r s 320th Bombardment Group M).
Quasi immediatamente dopo questo bombardamento, alle diciotto e cinquantatré, un’altra ondata di aerei americani B-26 (319° Gruppo da Bombardamento) guidati dal colonnello J. R. Holzapple, sganciò 143 bombe sul ponte di Cremona, che non era oscurato dal fumo. Il bersaglio fu colpito e gravemente danneggiato, ma non demolito. Quindi, per essere certi che il l’obiettivo fosse distrutto, il colonnello Holzapple ordinò che si tornasse il giorno successivo. La politica del 319° Gruppo da Bombardamento era ora di rivisitare ripetutamente un bersaglio finché l’obiettivo non fosse completamente distrutto. 
Secondo i rapporti americani, le guardie tedesche e ceche di Cremona avevano liberato la cortina fumogena appena dopo la fine dell’attacco. Le truppe dell’Asse, inoltre, avevano liberato, su altri ponti di secondaria importanza che erano stati attaccati, altre cortine fumogene, risultate inefficaci a causa del vento. Guastalla, Cremona, Mantova, Viadana, Ostiglia, Sermide, Ferrara (13 luglio)
Il giorno successivo, alle dieci e diciannove del mattino, una terza ondata di diciotto aerei B-26 francesi sganciò altre 70 bombe sul ponte di Cremona, che era avvolto dalla solita cortina fumogena. Questo fu un raro attacco non americano durante l’operazione Mallory Major (poco dopo, veniva ripetutamente bombardato il ponte di Ferrara, che fu parzialmente salvato da un’altra, efficace cortina fumogena). 
Un nuovo, quarto attacco su Cremona, fu effettuato da ventisei B-26 Marauder americani guidati dal comandante C. R. Meyers. Nel pomeriggio del 13 luglio, questi bombardieri raggiunsero il ponte di Cremona, che era già avviluppato in una spessa cortina fumogena, e che fu completamente distrutto. 
I B-26 Marauder tornarono alle diciotto e cinquanta e, nonostante la densa cortina fumogena, colpirono e distrussero il ponte con almeno 88 bombe. 
In quello stesso giorno, i ponti di Mantova (una città che era già quasi semi-distrutta), Viadana-Boretto, Guastalla, Ostiglia-Revere, e il ponte di barche di Sermide subirono incursioni che causarono ovunque un massacro di civili. La peggiore carneficina ebbe luogo a Ostiglia, la cui Pia Casa di Ricovero fu distrutta. Anche la popolazione di Sermide fu colpita pesantemente. Quest’area era tenuta dal Quarto Battaglione ceco.



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