I portatori del virus sarebbero le zanzare notturne, si esclude il coinvolgimento delle zanzare tigre. D’estate più di 250 casi
IL RIMEDIO
Le pastiglie antizanzara per acqua e tombini Partita la distribuzione in molti Comuni
di Enrico Galletti
I casi si sono susseguiti a raffica soprattutto durante questa estate. Sul web, tra l’altro, sono circolati fiumi di informazioni inesatte. La “febbre del Nilo” ha colpito tra Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. Gli ultimi dati parlano di almeno dieci decessi (tre in Emilia e sette in Veneto). In Italia, da giugno, sono stati 255 i casi di donne e uomini infettati (103 nella forma neuro-invasiva). Il motivo di questa “invasione” da record sarebbe da ricercarsi nelle temperature e nel clima. L’alternanza tra caldo e piogge avrebbe infatti causato il proliferare delle zanzare vettore di questa malattia.
LA MALATTIA DA WEST NILE VIRUS (WND)
Nello specifico si tratta di un Flavivirus. Secondo il medico infettivologo Francesco Spinazzola si tratta di un virus che avrebbe radici antiche, visto che è stato «isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda nel distretto West Nile (da qui il nome della malattia)». Il virus viene definito “ubiquitario”, ovvero presente in tutti i continenti, specie in Occidente, dove se ne sono registrate tracce anche negli scorsi anni. Per cui è presente un po’ in tutti continenti e in Occidente in area rurale e anche urbana da alcuni anni.
DA DOVE ARRIVA LA FEBBRE DEL NILO?
I portatori del virus sarebbero gli uccelli selvatici e, soprattutto, le zanzare. Non tutte, però. In particolar modo quelle di tipo “Culex”, le zanzare notturne, che trasmettono il virus all’uomo tramite la puntura. La malattia, però, parrebbe non essere portata dalle zanzare tigre, come era stato erroneamente segnalato online.
DECINE DI CASI IN ESTATE
L’aumento del virus è stato proprio quest’anno. A parlare, tra l’altro, ci sono i dati di un’estate in cui uomini e donne infettati hanno superato quota 250. Il dato, preoccupante, porta a chiedersi comemai proprio quest’anno si sia intensificata la diffusione del virus. Molto probabilmente le ragioni sono legate all’intenso caldo della stagione estiva e al passaggio, frequente, tra periodi piovosi e giorni d’afa e di siccità.
I DATI
Stando ad una prima stima, sarebbero «al- meno 401 i casi autoctoni, con 22 decessi». Lo confermano i dati diffusi dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). L’Italia è il secondo paese per elevato numero di casi rilevati (se ne contano 123). Prima dell’Italia solo la Serbia, con 126 casi. Seguono la Grecia (con 75), l’Ungheria (39) e la Romania (31).
IL FRONTE PREVENZIONE
L’infettivologo Spinazzola, intervistato dal Fatto Quotidiano, ha spiegato che «per prevenire altri casi di West Nile conviene attenersi a quattro semplici regole». Si tratta delle quattro “D”: dusk (evitare di frequentare piscine al tramonto o di stare fermi in zone umide), dress (vestirsi con indumenti lunghi quando si esce, temperatura permettendo), deet (fare uso di antizanzara e prodotti repellenti) e drainage (effettuare più cambi d’acqua delle piscine domestiche, delle ciotole dei nostri amici a quattro zampe e dei vasi di piante).
IL RIMEDIO
Le pastiglie antizanzara per acqua e tombini Partita la distribuzione in molti Comuni
Sono poco più grandi di una compressa di Aspirina, contengono una molecola che impedisce alle larve di trasformarsi in adulti (in insetti pungenti). In molti Comuni italiani (tra cui Sospiro) è partita la distribuzione delle pastiglie antizanzare.
Molti centri del territorio, anche nel casalasco, la effettuano già da tempo. Il loro utilizzo è semplice: le pastiglie vanno posizionate nei sottovasi e nei ristagni d’acqua. Il prodotto non ha conseguenze per la salute di persone e animali.
L’Ats conferma i primi casi di febbre del Nilo anche nel territorio A Casalmaggiore 40enne scopre di essere positivo grazie all’Avis
A Sospiro un pensionato ultrasettantenne è stato ricoverato dopo i primi sintomi. Ma il Comune adesso rassicura: «Dopo la disinfestazione distribuiremo gratis a tutti i cittadini le pastiglie per prevenire il contagio del Virus»
Il virus del West Nile preoccupa anche il territorio. Di recente sono stati due i casi che hanno interessato il cremonese e il casalasco. A Sospiro, un pensionato ultrasettantenne è stato ricoverato in ospedale, con profilassi, dopo aver accusato i sin- tomi tipici del virus che fa discutere. C’è apprensione, in paese, dopo la notizia. Tanto che il Comune ha informato i cittadini che, a breve, partirà la distribuzione di pastiglie per l’ambiente da disporre vicino all’acqua (nei vasi delle piante, in piscine per bambini e nell’acqua degli animali domestici). Un modo per scongiurare l’ipotesi che il virus del West Nile possa dilagare e contagiare nuove persone. Sempre a Sospiro tra l’altro, fanno sapere dal Comune, «è stata effettuata una disinfestazione completa del territorio, sulla base di un protocollo dell’ATS che aveva messo in guardia sui rischi del virus».
Un caso analogo si è verificato anche nel Casalasco. A Casalmaggiore un caso di positività non conclamata del West Nile (ossia senza sintomi manifesta- ti come febbre e similari) ha interessato un uomo sui 40 anni residente proprio nel comune casalese. In questo caso, però, c’è anche una notizia positiva: si tratta di un donatore Avis ed è proprio grazie alla benemerita associazione che lo stesso ha scoperto di essere positivo al West Nile Virus. Altrimenti lo stesso avrebbe rischiato potenzialmente molto, dato che la malattia poteva manifestarsi in un secondo momento e dunque l’uomo ne sarebbe venuto a conoscenza solo a causa dei sintomi (molto pericolosi e in rari casi letali) che in questi giorni fanno discutere in tutta Italia. Senza scordare la possibilità di contagio, escluso nel passaggio diretto tra uomo e uomo, ma possibile nel caso in cui una zanzara punga prima l’uomo contagiato e poi un’altra persona.
Lo scorso maggio la sede dell’Avis di Casalmaggiore aveva dato il via a nuovi test pre-donazione. Proprio in questo modo il residente a Casalmaggiore aveva scoperto di essere positivo al West Nile Virus. Così l’uomo si è sottoposto ad un percorso sanitario obbligatorio per superare il problema. Solo una volta che sarà accertata la sua negatività, dopo la necessaria profilassi lo stesso potrà tornare a donare all’Avis. Questo avverrà sicuramente dopo la completa guarigione.
Anche il territorio mantovano è stato colpito dal Virus. I casi accertati di febbre del Nilo sono dodici, il tredicesimo invece è ancora da accertare. Per il momento le persone colpite nel Mantovano sarebbero tutte ultra settantenni.
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