Torna l’allarme amianto, due casi

Ci sono arrivate in redazione due segnalazioni, da Pescarolo e Torre de’ Picenardi, che lamentano la presenza di asbesto, materiale che può ancora causare malattie


Torna l’allarme amianto. Dopo l’avvio, quest’estate, di lavori di bonifica e di rifacimento delle pavimentazioni alla scuola secondaria Virgilio in città, dove erano presenti teli vinilici contenenti asbesto, ora l’allarme si sposta in provincia, in due paesi del Cremonese e del Casalasco. Lì sono gli stessi cittadini a segnalare punti in cui resta la presenza di cumuli di amianto, e a sollevare la preoccupazione per i danni alla salute che provocherebbe il mancato intervento di smantellamento delle discariche abusive. Due, appunto, i casi finiti sotto la lente. Il primo a Pieve Terzagni, frazione di Pescarolo ed uniti, il secondo a Pozzo Baronzio, geograficamente compreso in Torre de’ Picenardi. Nelle scorse settimane, alla nostra redazione, è arrivata in busta chiusa una fotografia. Un cittadino di Pieve Terzagni, allarmato, faceva notare un significativo cumulo di amianto situato in fregio a un fosso proprio nelle campagne della frazione di Pescarolo. Chiedendo di rimanere anonimo, l’ha fotografato e ha segnalato la “scoperta” alle autorità competenti. «Non è da poco che è presente quel cumulo – ci ha spiegato dopo la segnalazione –. E’ il risultato di una serie di lavori svolti da un’impresa e non correttamente ultimati in quel luogo del paese, tant’è vero che fino a poco tempo fa il cumulo di amianto era coperto da un telo. 
Con il tempo, però, la copertura si è disgregata, e l’asbesto è rimasto scoperto». Il timore del cittadino è uno.«Non è–spiega–che questo cumulo abbia delle dirette ripercussioni sulla salute della gente?». L’amianto, già riconosciuto come cancerogeno certo per l’essere umano, è pericoloso se inalato, perché può entrare in profondità negli alveoli polmonari ed essere causa di malattie associate all’apparato respiratorio. Tuttavia è da escludersi l’ipotesi che questo tipo di materiale possa emettere radiazioni o gas tossici. E’ l’asbesto l’insieme di minerali di partenza che, in condizioni di bassa pressione e bassa temperatura, con particolari processi idrotermali si trasforma in amianto e diventa rischioso. Così decine di persone cominciano a segnalare i casi, crescenti, di discariche abusive di questo materiale. Come è successo anche a Pozzo Baronzio, frazione di Torre de’ Picenardi, dove la segnalazione si concentra sull’ex area industriale di via Cavagnari, «dove sono presenti – si legge in una lettera arrivata al giornale – alcuni fabbricati in palese stato di abbandono, con coperture in amianto che si stanno pericolosamente sfaldando». Un problema, quello del comune casalasco, già noto anche all’amministrazione comunale. Il sindaco, tempo fa, ha messo a disposizione dei cittadini che hanno richiesto spiegazioni, tutti i documenti relativi a questo caso specifico, poi ha nominato l’architetto a capo dell’Ufficio Tecnico responsabile del procedimento. In queste ore, però, si è concretizzata la sua dimissione, che entrerà in vigore dalla metà del prossimo mese. «Proprio da chi gestisce questo caso – spiegano i portavoce della segnalazione – attendiamo interventi e, se possibile, rassicurazioni da girare a tutta la popolazione». 

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