Il racconto di Emanuele, pendolare: «Adesso devo pagare 180 euro di multa, non è giusto, vi racconto quello che mi è successo»
di Enrico Galletti
I fatti che racconta un nostro lettore risalgono allo scorso febbraio, su un pullman partito da Calvatone diretto a Piadena, nel casalasco. Emanuele B., uno studente universitario, spiega che quella che parte da un piccolo comune del casalasco e arriva a Cremona è la linea che percorre ogni giorno, ormai da anni. E sempre per ragioni di studio, prima per raggiungere il liceo a Cremona, da circa sei mesi per andare in università. Ad attenderlo, a Piadena, c’è il treno che porta dritto a Milano, lo stesso che in questi giorni, dopo il video di Lorenzo Ziliani, un pendolare esasperato che ha documentato i disagi uno dopo l’altro, è finito al centro delle cronache nazionali. Emanuele studia Scienze e Tecnologie alimentari a Milano, adesso prende il treno ogni giorno, per raggiungere la stazione, però, si serve di un pullman. Ed è proprio lì, a bordo di un autobus, che il 19 febbraio scorso gli è accaduto quello che lui definisce «un fatto spiacevole». «Lo chiamo così – spiega – perché oltre ad essere arrabbiato sono anche demotivato». Ma cos’è successo, concretamente? «Sono salito sull’autobus come sempre – racconta lo studente –. Va detto che non mi hanno quasi mai chiesto il biglietto. Io, nonostante tutto, sono in regola, ho un abbonamento che pago a caro prezzo, ogni mese “partono” più di cento euro per il servizio integrato, che copre sia il treno sia gli autobus di linea». Per precisare, il servizio a cui Emanuele fa riferimento si chiama Io Viaggio, ed è una forma di abbonamento che consente di viaggiare sui servizi di trasporto pubblico della Lombardia e di accedere ai varchi metropolitani e ferroviari. «Di fronte alla richiesta del controllore – spiega Emanuele – ho estratto dal portafoglio la tessera magnetica, che peraltro ho dovuto pagare nel momento in cui mi è stata consegnata, e l’ho data all’operatore. Quest’ultimo, del tutto sprovvisto del lettore magnetico, mi ha risposto che avrei dovuto esibire la ricevuta, cartacea, di avvenuta ricarica dell’abbonamento mensile sulla card». Un foglio che, però, lo studente conservava a casa, e che quindi non ha potuto mostrare. A quel punto, dunque, è scattata la sanzione. «51,50 euro di multa da pagare entro cinque giorni, che altrimenti sarebbero diventati 66,50. In poche parole, ho preso la multa per essere regolarmente abbonato. Come potevo sapere che avrei dovuto comunque girare con un foglietto di carta nonostante il mio abbonamento fosse sulla tessera? Ho subito protestato, appellandomi alle norme di trasporto che spiegano che, se tu dimostri di aver pagato l’abbonamento, hai diritto all’annullamento della sanzione. Km, però, mi ha tolto la multa ma mi ha imposto comunque il pagamento di 15 euro, giustificandolo come un corrispettivo dovuto alla ‘dimenticanza’, l’hanno definita proprio così». Emanuele non ha pagato i 15 euro, e qualche giorno fa, a casa sua, è arrivata una cartella tramite posta raccomandata, che invita a pagare una sanzione di 171,50 euro. «Una follia – commenta indignato –. Da anni viaggio sugli autobus e vedo decine di persone non paganti, che viaggiano indisturbate senza che nessuno dia loro uno straccio di multa. Io, abbonato, che pago profumatamente il titolo di viaggio ogni mese, non merito di essere trattato così».
La risposta del reclamo che Emanuele ha presentato a Km S.p.A (facente parte del gruppo Arriva), l’azienda che gestisce gli autobus a Cremona e provincia, è stata: “Le abbiamo comunicato che avrebbe dovuto pagare la dimenticanza pari a 15 euro, e visto il suo mancato riscontro entro cinque giorni abbiamo dovuto procedere alla notifica della sanzione tramite posta raccomandata come previsto dal regolamento vigente"
«Non ho mai preso sanzioni - commenta il giovane –, sono uno studente e ho pochi mezzi a disposizione. Devo pagare 180 euro per una colpa che di fatto non ho, per un abbonamento che ho regolarmente sottoscritto. Se il controllore non aveva a disposizione il lettore bastava che non chiedesse l’abbonamento. Tra l’altro, mi chiedo: se fanno sottoscrivere le tessere magnetiche, nel 2018, a cosa serve il cartaceo? Io non ero a conoscenza di questa norma, e in ogni caso credo che un caso del genere non meriti di pagare nemmeno una dimenticanza. E’ ingiusto».
L’ad di Km: «Abbiamo solo applicato le regole, il controllore sul bus ha agito secondo la prassi» Giorgio La Valle, amministratore delegato del gruppo che gestisce gli autobus: «Il personale che lavora sui mezzi non ha in dotazione i dispositivi per controllare le tessere magnetiche»
A intervenire sulla protesta del pendolare, dopo essersi documentato sul caso, è Giorgio La Valle, amministratore delegato di Km, l'azienda che gestisce gli autobus a Cremona.
E’ accaduto davvero quello che descrive il passeggero?
«Confermo quanto racconta il ragazzo – spiega –, effettivamente il controllore ha applicato la sanzione a bordo dell’autobus, che poi è stata eliminata, a quel punto abbiamo chiesto al passeggero di pagare quindici euro per la sua dimenticanza. Questo è avvenuto perché esiste un sistema tariffario e sanzionatorio, con delle regole precise».
Ma può davvero essere considerato un fatto grave il fatto di non avere con sé la copia cartacea dell’abbonamento, che comunque è caricato sulla tessere magnetica?
«Sì. Il regolamento dice che il passeggero è tenuto a circolare sui mezzi pubblici sia con la tessera sia con la ricevuta cartacea. Questo non l’ho deciso io, ma fa parte delle norme generali».
Perché il controllore non aveva con sé il rilevatore delle tessere? In quel modo avrebbe potuto appurare la buonafede del ragazzo.
«Nessun controllore che sale a bordo degli autobus è dotato dell’apparecchio che consente di verificare le tessere. Questo perché la Regione non lo ha previsto, noi non abbiamo quei sistemi, i controllori che lavorano sui bus a Cremona sono costretti a chiedere la copia cartacea ai passeggeri».
Quindi, secondo lei, il controllore che ha dato la multa al passeggero di cui parliamo, che aveva con sé la tessera, ha agito correttamente?
«Assolutamente sì. Anzi, le dirò di più, se il controllore non avesse emesso la multa ci sarebbe stato il rischio, per l’azienda, di incorrere in multe o in richiami per il mancato rispetto del sistema sanzionatorio. Se non avesse agito in quel modo, avrei dovuto chiedergli conto della sua leggerezza. Mi rendo conto, come lei dice, che l’assenza della ricevuta cartacea sia un “illecito” decisamente inferiore rispetto a molti altri episodi che accadono a bordo dei mezzi pubblici, e che devono essere in ogni caso sanzionati, ma quella che le ho illustrato resta comunque una condizione necessaria per viaggiare. Tra l’altro questa è una condizione destinata a sparire, siamo nel 2018 e adesso stanno cercando di “digitalizzare” tutti i mezzi pubblici...».
Non avreste potuto, verificata la correttezza del ragazzo, annullare completamente la multa?
«Non abbiamo questa possibilità, noi non possiamo prenderci la libertà di annullare completamente le sanzioni, dipendiamo da un sistema più “alto”. Per quello gli abbiamo applicato la sola dimenticanza».
E sui tempi così brevi di pagamento? Solo pochi giorni prima che le multe diventino cartelle di “Equitalia”?
«Anche questo non dipende da noi. Mi rendo conto che i tempi siano stretti, ma questo è il sistema».
Sul caso specifico del ragazzo, ci sono margini di risoluzione della questione?
«Ormai temo di no. Noi, già, abbiamo ridotto la sanzione, cioè abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità. Più di così non possiamo fare».
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