LAVORO • Giovani precari assunti a tempo indeterminato, orari ridotti e flessibili a parità di salario
vanni raineri
Sono tante le chiavi di lettura del cosiddetto caso Luxottica. Quello che è passato con enfasi condita da tante (troppe?) speranze consiste nella possibilità di intervenire nel mondo del lavoro consentendo ai lavoratori di lavorare meno ore a parità di salario, aumentare di conseguenza i posti di lavoro e stabilizzare i dipendenti ponendo fine alla precarietà.
Troppo bello per essere vero: è il primo pensiero che balza alla mente. Però con temi simili saremo costretti a fare i conti di più ogni giorno che passa. Con l’automazione non solo del processo produttivo ma di molti altri lavori oggi “insospettabili” il lavoro umano andrà ripensato, ed è pur certo che se si vogliono vendere prodotti sul mercato, su quel mercato serve anche che ci siano potenziali clienti con risorse da spendere.
Partiamo dunque dall’accordo che Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica, ha sottoscritto coi sindacati. Tra i punti più rilevanti, l’assunzione a tempo indeterminato già dal 1° luglio di 1550 giovani prima inquadrati come precari in somministrazione (interinali che lavoravano stagionalmente in base alle fasi stagionali della produzione): lavoreranno 8 ore al giorno per 7 mesi, 6 ore nei rimanenti 5 mesi. Quindi, la libertà per tutti gli altri 10mila dipendenti di ridurre volontariamente il proprio orario di lavoro pur mantenendo lo stesso stipendio: infatti potranno scegliere se aderire al nuovo orario flessibile a sostanziale parità di salario. Nel periodo di minor impegno dovranno però partecipare ad un massimo di 30 ore di formazione professionale, con un incentivo di 700 euro l’anno.
L’accordo vale per la sede milanese e per tutti gli stabilimenti italiani.
Per Leonardo Del Vecchio è indubbiamente anche un’ottima operazione di marketing, nella convinzione che alla migliore qualità del lavoro possa corrispondere una maggiore soddisfazione dei lavoratori, con conseguente migliore redditività aziendale. «Il concetto – ha spiegato il patron di Luxottica – è semplice: più è sincero e pieno il rispetto per il lavoratore, più è alta la qualità del suo contributo e della sua esperienza in azienda». Altrettanto soddisfatti della flessibilità aziendale, come facilmente comprensibile, i sindacati. L’operazione segue la fusione di Luxottica con Essilor, che ha dato vita al più grande gruppo mondiale dell’occhialeria. I timori di ripercussioni negative in Italia a seguito dell’accordo sono quindi stati am- piamente superati. I sindacati parlano ovviamente di una strada da seguire per gli altri imprenditori. Chiaro che al momento pochi possono permettersi di imitare l’esempio di Del Vecchio, ma l’operazione è certamente interessante.
Si lavora di meno a parità di salario e si assumono a tempo indeterminato i precari: fossero tutti così gli accordi da firmare, sarebbe una pacchia. Ci rivolgiamo a Marco Pedretti, segretario generale della Cgil di Cremona: «Proprio nel nostro documento congressuale - afferma Pedretti - parliamo di riduzione degli orari di lavoro a parità di salario. Questo perché è chiaro che l’innovazione tecnologica porta più redditività, si tratta quindi di redistribuire la ricchezza. E’ infatti necessario mantenere la capacità di spesa dei consumatori, che altri non sono che i lavoratori. Se all’orario ridotto corrispondesse salario proporzionalmente ridotto, il sistema andrebbe in tilt». Probabilmente non sono molti gli imprenditori oggi in grado di cogliere il messaggio.
«E’ chiaro che in questa fase storica non c’è grande attenzione; si parla più di altri temi, ed è questa una critica che facciamo: si discute poco di sviluppo e di innovazione tecnologica, si guarda poco insomma al futuro. Ma un paese che pensa alla prospettiva dovrebbe farlo. Questo processo ci travolgerà, lo vediamo già nei consumi e nelle abitudini, ma entrerà con forza anche nei processi produttivi. Quanto agli imprenditori, hanno avuto anche finanziamenti finalizzati proprio ad affrontare un futuro con orari di lavoro ridotti».
Del Vecchio sottolinea anche l’importanza di aumentare la redditività grazie al benessere dei suoi dipendenti.
«Anche questa è una componente fondamentale: si sa che le aziende che coinvolgono i lavoratori e creano le condizioni migliori sono ricambiate da una migliore qualità del lavoro».
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