5 ottobre 1962, il giorno che cambiò l’Inghilterra

LA RICORRENZA • Sembra incredibile ma il primo disco dei Beatles uscì in concomitanza col primo film dell’agente 007 


VANNI RAINERI 
Ci sono giorni meno uguali degli altri, e il 5 ottobre 1962 è decisamente uno di questi.Immaginate, in quella data, di trovarvi nel Regno Unito. La guerra che ha distrutto Londra è finita da ormai 17 anni, anche se i segni restano evidenti. La Gran Bretagna non ha un ruolo di primo piano né nella musica né nel cinema, dove primeggiano gli Stati Uniti, vincitori del conflitto ed esportatori dei fenomeni di massa. Ma quel giorno è il 5 ottobre del 1962, e voi che siete oltre Manica, potete fare un paio di cose
niente male: al cinema proiettano la prima di un film made in Uk tratto da un romanzo di Ian Fleming: il suo nome è Bond, James Bond, e quel film, intitolato “Licenza di uccidere” (titolo originale “Dr. No”) sarà il primo di una lunga e fortunatissima serie. Oggi cosa c’è di più rappresentativo dell’idea di cinema della serie di 007? 
Ma sempre in quel 5 ottobre 1962, voi che siete in Gran Bretagna, potreste fare un salto in un negozio di dischi. E’ uscito, proprio quel giorno, il primo singolo di un gruppo di Liverpool dal nome strano che richiama gli scarafaggi. Si chiamano Beatles e il singolo è “Love me do”. Da quel giorno la musica non sarà più la stessa. Ebbene, cosa c’è di più grande nella musica dei Beatles? 
E’ davvero incredibile che entrambi i fenomeni abbiano la stessa data di nascita e lo stesso luogo. 
007 JAMES BOND 
Ian Fleming era un ricco giornalista londinese che nel 1953 tentò l’avventura editoriale creando la saga di 007. Pubblicò un romanzo all’anno, sempre con scarso successo. Nel 1962 ne aveva pubblicati 9, tutti incentrati sulla figura dell’agente segreto James Bond, al servizio dell’intelligence britannica. I produttori semisconosciuti Harry Saltzman e Albert R. Broccoli decisero di adattare uno di questi romanzi, “Agente 007-Licenza di uccidere”. Lo girò, con un budget di un milione di dollari, Terence Young, che affidò il ruolo dell’agente segreto a Sean Connery, un attore scozzese che dopo l’esperienza nella Marina Militare Britannica, a seguito di un congedo per malattia, fece svariati mestieri tra cui il bagnino, il lavapiatti e il muratore. Poi iniziò con piccoli ruoli teatrali. Partecipò nel ’53 al concorso di Mister Universo, classificandosi al 3° posto, il che gli diede l’opportunità di intraprendere la carriera televisiva e cinematografica. Il suo non era certo un volto noto quando arrivò la chiamata di Young. Fu lui a pronunciare in quel primo film la mitica frase “Il mio nome è Bond. James Bond”. Da quel momento la sua carriera svoltò, come ben sappiamo. Il cinema britannico, in auge prima della guerra, attraversava un periodo di crisi. Fino al 5 ottobre 1962. Solo pochi mesi dopo uscì nelle sale “Lawrence d’Arabia”, che però era una coproduzione britannico-statunitense. “Licenza di uccidere” si rivelò, contro le attese e le prime recensioni, un grande successo (60 milioni di incasso), e ancora meglio fece al botteghino il film dell’anno successivo, “Dalla Russia con amore”, un successo mondiale (budget di 2,5 milioni, incasso di 79 milioni). Con “Missione Goldfinger” del 1964 (budget di 3,5 milioni, incasso di 125 milioni) James Bond è ormai un fenomeno globale. Fleming fece in tempo ad assistere al trionfo (e all’impennata di vendite dei suoi libri) prima della morte, sopraggiunta nel ’64. Il successo della saga favorì oltremanica un vero e proprio boom dei film di spionaggio, con adattamenti di libri di famosi autori, tra cui John Le Carré. In quegli anni Sessanta il cinema britannico inizia ad attirare grandi registi stranieri, tra cui il polacco Roman Polanski, l’italiano Michelangelo Antonioni e lo statunitense Stanley Kubrick. Nel frattempo la saga di 007 continua con un titolo in media ogni due anni. I risultati ripagano sempre gli investimenti, con Roger Moore che rileva Connery. Seguono Timothy Dalton, con scarso successo, e poi Pierce Brosnan, che rilancia la saga, che trova nuova linfa soprattutto nel 2006 con l’interpretazione di Daniel Craig, l’attuale Bond. Il record assoluto di incassi è di Skyfall del 2012 (oltre un miliardo e 100 milioni). 
THE BEATLES 
Fu coi Beatles che si scatenò la cosiddetta “British invasion”. Il rock’n roll fu un grande fatto di costume negli anni Cinquanta, ma fu un fenomeno in gran parte americano, da Elvis in giù: il pubblico giovanile diventa il maggiore fruitore di musica grazie proprio alle nuove sonorità. I Beatles partirono da quella tradizione: sia “Love me do” che la romantica “P.S. I love you” (il lato B del 45 giri) sono nella piena tradizione di quel genere. Col tempo il gruppo svilupperà il proprio sound che influenzerà la musica negli anni a venire, e farà del Regno Unito il nuovo polo attrattivo: di lì a due anni uscirono i primi album degli Who e dei Rolling Stones, e poi Led Zeppelin, Queen, David Bowie, Pink Floyd, Genesis, Elton John, Police e tantissimi altri. Prima dei Beatles, sporadici casi di successi internazionali come gli Shadows, ma i dischi più venduti in Uk sono tutti americani, con qualche eccezione come “Nel blu dipinto di blu” di Modugno. Ma niente a che vedere con quel che accadrà dopo quel 5 ottobre. L’onda lunga prosegue ancora oggi con Ed Sheeran, Adele eccetera. La stessa musica made in Usa abbandonerà il rock delle origini per ricalcare il nuovo sound made in Uk. Il dualismo tutto inglese tra Beatles e Rolling Stones si ripeterà negli anni Ottanta con Duran Duran e Spandau Ballet, nei Novanta con Oasis e Blur, più recentemente con Radiohead e Muse.
Ci sono ovviamente infiniti aneddoti attorno a quella prima registrazione dei Beatles. Ad esempio, l’armonica a bocca che convinse il produttore George Martin a scegliere “Love me do” come primo singolo fu rubata da John Lennon in un negozio di strumenti musicali. La storia dei Beatles iniziò 5 anni prima: il 16enne John Lennon suona nel gruppo Quarrymen quando conosce il 15enne Paul McCartney. Di lì a poco si unisce George Harrison, mentre al basso nel ’60 arriva Stuart Sutcliffe. La lunga ricerca di un batterista si risolve alla vigilia della partenza per Amburgo, dove si aggrega Pete Best. Quando nel ’61 Sutcliffe decide di abbandonare per darsi alla pittura, McCartney passa dalla chitarra al basso. Quello di Amburgo fu un periodo chiave: tra l’altro in uno dei tanti concerti tedeschi nasce il nome Beatles. Al ritorno a Liverpool il gruppo, che si esibisce al Cavern Club, trova il manager in Brian Epstein, gestore di un negozio di dischi. Mike Smith apprezza il sound dei Beatles, e organizza loro un’audizione a Londra con la Decca Records, ma qui la casa discografica preferì mettere sotto contratto un altro gruppo: un errore che passerà alla storia (due anni dopo la Decca si rifarà coi Rolling Stones). George Martin della Emi non farà lo stesso errore, e il gruppo registra ad inizio settembre “Love me do” con una novità: pochi giorni prima Ringo Starr aveva sostituito Pete Best alla batteria. Pur senza promozione, il brano raggiunge il 17° posto nella hit parade inglese, e il 45 giri successivo, “Please please me”, arrivò al primo posto. Seguì l’omonimo album e la carriera incredibile dei quattro. I Beatles hanno segnato un’epoca, quella degli anni Sessanta, non solo nella musica ma anche nel costume e nella moda. La loro influenza non ha mai avuto cedimenti, tanto che ancora oggi vantano una lunga serie di fan club in ogni parte del pianeta. 

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