CORONAVIRUS • Per l’errato timore che possano trasmettere il Covid-19 ai familiari
Vanni Raineri
Il
Coronavirus contagia gli umani, ma anche i nostri amici a quattro zampe
pagano un duro prezzo all’emergenza, complice la solita stupidità. Si
moltiplicano infatti i casi dei cani e gatti abbandonati perché
possibili trasmettitori di virus. Fake news che girano sui social, ma
sai com’è, nell’incertezza… Purtroppo ad aumentare le incognite ci si
sono messi alcuni esperti che si sono espressi senza dare garanzie sulla
possibilità che gli animali possano trasmettere il virus, basandosi
sull’assenza di certezze in merito al virus Covid-19.
In questi giorni però è partita da Roma una campagna mediatica ideata dalla Croce Rossa Italiana e appoggiata da molti personaggi famosi, tesa a negare l’allarme diffuso sui social. “Noi non siamo contagiosi” afferma la campagna, i cui promotori affermano che “ad oggi non ci sono prove scientifiche del fatto che gli animali possano contrarre il Covid-19 o essere loro stessi veicolo di trasmissione per l’uomo. Mantenere la calma e adottare sempre i provvedimenti suggeriti dal Governo in termini di norme igieniche è la sola cosa giusta da fare anche dopo essere entrati in contatto con i nostri pet”.
“Se la famiglia è sana - aggiungono dall’Ordine dei Medici Veterinari di Roma - il cane può essere portato a fare una regolare passeggiata, utile a svolgere anche i suoi bisogni fisiologici, purché questo non diventi motivo di assembramento con altre persone. La gestione di un animale implica un comportamento responsabile anche nel rapporto con il veterinario, che sarà bene contattare prima piuttosto che recarsi direttamente in ambulatorio se non esiste una reale emergenza, che solo il medico potrà valutare dagli elementi riportati telefonicamente. E’ altresì determinante che l’umano non nasconda eventuali sintomi di un sospetto contagio per paura di lasciare solo l’animale, poiché basterà contattare le Autorità competenti che si preoccuperanno di gestire il pet”.
Il triste fenomeno dell’abbandono è iniziato in Cina, poi ha preso purtroppo piede anche in Italia, a partire dalla capitale, dove è scattato l’allarme. Ovvio che in questi momenti drammatici il primo pensiero debba andare agli umani, ma il nostro pericolo non è una giustificazione alla grande sofferenza inflitta a un animale abbandonato. Se proprio ci vogliamo “disfare” del nostro amico a 4 zampe abbiamo almeno la sensibilità di rivolgerci ad una struttura di accoglienza, e si è calcolato che, solo nei cento canili monitorati dall’Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) siano arrivati tra i 7mila e i 9mila cani.
La speranza è che tra le cose che cambieranno dopo l’emergenza ci possa essere anche una maggiore attenzione sulla scelta delle persone cui affidare la cura di cani e gatti. Per gran parte degli animali l’abbandono di questi giorni, a patto che si risolva in una nuova adozione, con l’addio a padroni così egoisti, è una gran fortuna.
In questi giorni però è partita da Roma una campagna mediatica ideata dalla Croce Rossa Italiana e appoggiata da molti personaggi famosi, tesa a negare l’allarme diffuso sui social. “Noi non siamo contagiosi” afferma la campagna, i cui promotori affermano che “ad oggi non ci sono prove scientifiche del fatto che gli animali possano contrarre il Covid-19 o essere loro stessi veicolo di trasmissione per l’uomo. Mantenere la calma e adottare sempre i provvedimenti suggeriti dal Governo in termini di norme igieniche è la sola cosa giusta da fare anche dopo essere entrati in contatto con i nostri pet”.
“Se la famiglia è sana - aggiungono dall’Ordine dei Medici Veterinari di Roma - il cane può essere portato a fare una regolare passeggiata, utile a svolgere anche i suoi bisogni fisiologici, purché questo non diventi motivo di assembramento con altre persone. La gestione di un animale implica un comportamento responsabile anche nel rapporto con il veterinario, che sarà bene contattare prima piuttosto che recarsi direttamente in ambulatorio se non esiste una reale emergenza, che solo il medico potrà valutare dagli elementi riportati telefonicamente. E’ altresì determinante che l’umano non nasconda eventuali sintomi di un sospetto contagio per paura di lasciare solo l’animale, poiché basterà contattare le Autorità competenti che si preoccuperanno di gestire il pet”.
Il triste fenomeno dell’abbandono è iniziato in Cina, poi ha preso purtroppo piede anche in Italia, a partire dalla capitale, dove è scattato l’allarme. Ovvio che in questi momenti drammatici il primo pensiero debba andare agli umani, ma il nostro pericolo non è una giustificazione alla grande sofferenza inflitta a un animale abbandonato. Se proprio ci vogliamo “disfare” del nostro amico a 4 zampe abbiamo almeno la sensibilità di rivolgerci ad una struttura di accoglienza, e si è calcolato che, solo nei cento canili monitorati dall’Aidaa (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) siano arrivati tra i 7mila e i 9mila cani.
La speranza è che tra le cose che cambieranno dopo l’emergenza ci possa essere anche una maggiore attenzione sulla scelta delle persone cui affidare la cura di cani e gatti. Per gran parte degli animali l’abbandono di questi giorni, a patto che si risolva in una nuova adozione, con l’addio a padroni così egoisti, è una gran fortuna.
Commenti
Posta un commento