CANOTTAGGIO • Valentina Rodini racconta lo stato d’animo degli atleti costretti a stravolgere la propria attività
FABIO VARESI
Anche
lo sport fa i conti con il Coronavirus e per chi da quattro anni si
sacrifica per l’appuntamento olimpico, il prezzo da pagare rischia di
essere molto salato, in nome (giustamente) della salute prima di tutto.
Nei giorni scorso, si è interrotto il raduno della Nazionale di
canottaggio, a causa di un caso di positività riscontrato nel
comprensorio di Sabaudia. In ritiro (oltre a Cattaneo, Gentili e
Montesano) c’era anche Valentina Rodini, punto di forza della squadra
femminile, che a Tokyo dovrebbe gareggiare nel doppio Pesi Leggeri con
Federica Cesarini.
Ciao Vale, mentre
eri in ritiro con la Nazionale, in pochi giorni il mondo è cambiato,
travolto dal Coronavirus. Come stai vivendo questo difficile momento?
«Fino
a qualche giorno fa con grande serenità. Voglio dire che siamo stati
tenuti a Sabaudia, lontano dai contagi e la vita è proseguita pressoché
normalmente: allenamenti in palestra e in barca. Certamente non potevamo
fare altri spostamenti, se non per fare la spesa. Ma alla fin fine,
dopo ogni allenamento eravamo così stremati da non avere voglia di
uscire».
Tu e i tuoi compagni siete riusciti a concentrarvi?
«Essenzialmente
sì, perché ci allenavano isolati. Ma dopo i primi contagi a Sabaudia,
ci hanno chiuso il raduno e abbiamo fatto ritorno a casa, dove dobbiamo
attrezzarci per fare allenamento nelle nostre abitazioni. Alcuni, se
riusciranno, potranno uscire in barca privatamente. Ma non tutti i
Comuni o le situazioni lo permettono. Sarà difficile reperire tutti gli
strumenti (remoergometri, pesi, cyclette), ma la Federazione si è messa
in moto per inviarci a casa (a noleggio) delle bike a prezzi agevolati.
Ancora più difficile sarà fare allenamento da soli. E nei casi peggiori
lontano dalla barca».
Senza contare la preoccupazione per i tuoi cari…
«Sinceramente
sono abbastanza tranquilla. Non voglio passare per irresponsabile. Ma
sono sicura che i miei abbiano adottando tutte le misure di sicurezza
necessarie e confido che se tutti faranno così, andrà tutto bene».
Adesso la domanda che si fanno tutti gli sportivi: andranno in scena regolarmente le Olimpiadi di Tokyo?
«Si
parla di rinviare addirittura di due anni. Più che un problema è un
dover ripianificare tutto il lavoro. Cambiare mentalità e tornare a
lavorare per un appuntamento più lontano. Tutto si può fare. La cosa
importante è saperlo il prima possibile, appunto per poterci
organizzare. La pianificazione non è da sottovalutare. Perché lavorare
per una gara in programma fra 4 mesi è diverso che doverla programmare
fra 2 anni. Diverso, ma non meno importante».
Hai ancora voglia di sacrificarti per il canottaggio?
«Io non faccio sacrifici. Io faccio scelte. E credo che ancora una volta sceglierò il canottaggio»
Come vedi la tua vita senza barca e remi?
«Ma stiamo scherzando? ≠(e sorride). Barca e remi sono in me».
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