Virologi, le nuove star tv Ma sono i più affidabili?

SOCIETA’ • Scopus li mette in ordine per prestigio: il primo è Alberto Mantovani, i più presenti nei media sul fondo

Vanni Raineri
“Voi avete il sole, voi avete il mare, noi… abbiamo Burioni”. Anche noi cremonesi potremmo declinare l’antico coro da stadio dedicato ad Andrea Tentoni in chiave moderna, per omaggiare uno dei tanti virologi che da perfetti sconosciuti si sono scoperti, ai tempi del virus, star onnipresenti sui media.
Nel momento di maggiore panico ci siamo affidati a loro, alla loro sapienza, alla loro conoscenza. Nei primi momenti ci hanno spesso illusi che questo nuovo virus non avrebbe prodotti gravi danni. Era quello che volevamo sentirci dire, ma le previsioni non si sono rivelate propriamente centrate. Oggi che abbiamo voglia di tornare a vivere ci avvertono quasi tutti che la situazione resta molto grave, e che le recenti riaperture rappresentano un rischio che forse era meglio evitare. Speriamo che anche stavolta sbaglino previsione.
Fatto sta che da tre mesi Burioni, Pregliasco, Lopalco, Capua, Ricciardi, Galli e compagnia sono una presenza fissa sui nostri schermi, tanto che a volte ci chiediamo come possano trovare così tanto tempo da dedicare alle tv considerata l’emergenza che li chiama ad operare negli ospedali e a fianco delle istituzioni politiche che a loro si affidano per prendere decisioni tanto delicate. C’è già qualcuno che scommette che ad emergenza conclusa qualcuno di loro farà capolino su qualche isola dei famosi o ballando sotto le stelle.
Ma sono loro i veri esperti? E c’è qualcuno che lo è un po’ più degli altri? A dare una risposta ci ha provato Franco Bechis sul Tempo, che si è rifatto al database Scopus, che raccoglie riassunti e citazioni di pubblicazioni riguardanti la ricerca scientifica e medica. I più citati possono essere considerati i più autorevoli, anche se ovviamente la giovane età rappresenta un handicap. Il Tempo definisce Scopus “la bibbia della scienza”, esagerandone il ruolo, che è solo quello di registrare le presenze dei ricercatori nelle pubblicazioni scientifiche.
L’analisi è comunque interessante: il prestigio e l’attendibilità degli scienziati è valutata attraverso un punteggio (H-Index) che tiene conto anche dei titoli accademici. Cosa dice questa classifica? Al primo posto c’è l’italo-americano Anthony Fauci (174 punti), virologo scelto dal presidente Usa Trump anche se spesso in rotta di collisione. Sono due gli italiani che possono vantare un punteggio assai elevato: Alberto Mantovani (167), immunologo milanese di Humanitas, e Giuseppe Remuzzi (158), bergamasco, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano. Al terzo posto, staccato, segue Luciano Gattinoni (84), anche lui milanese ma che oggi lavora in Germania. A scendere l’oncologo Paolo Ascierto (63), napoletano dell’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli (divenuto simbolo della lotta al Coronavirus con la sperimentazione del Tocilizumab), il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani Giuseppe Ippolito (61), Giovanni Rezza (59) dell’Istituto Superiore di Sanità, Massimo Galli (51) del Sacco di Milano, Andrea Crisanti (49), virologo all’Università di Padova ed ispiratore della acclamata politica di contrasto al virus del presidente veneto Zaia, Ilaria Capua (48), che dopo l’esperienza parlamentare lavora in Florida. Si scende coi voti con Walter Ricciardi (39), consulente del Ministero della Salute, l’epidemiologo dell’Università di Pisa (prima per 10 anni a Stoccolma) Pier Luigi Lopalco (33), Roberto Burioni (26), virologo che ha acquisito notorietà già nella battaglia ai no-vax. A chiudere la graduatoria Maria Rita Gismondo (22) del Sacco di Milano, il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro (21), il presidente nazionale Anpas Fabrizio Pregliasco (14) e infine l’allievo di Sabin Giulio Tarro (10), facile a querele per diffamazione ma raramente citato a livello scientifico. Come si può notare, i volti più conosciuti è più probabile trovarli sul fondo.
Mediamonitor.it ha invece stilato una classifica sulla presenza sui media monitorando 22 emittenti radio e tv tra fine febbraio e inizio maggio. In vetta Conte, poi Salvini, il capo della protezione civile Borrelli e Mattarella. Il primo degli scienziati è Massimo Galli (2428 citazioni), seguono Ricciardi (1840), Pregliasco (916), Burioni (894), Capua (845), Rezza (693), Lopalco (686) e Brusaferro (672).
L’elenco di passi falsi fatti nei primi tempi è altrettanto corposo. Da Gismondo (“Una follia, non è pandemia”), all’oncologo Ermanno Leo (“il Coronavirus uccide meno di un’influenza stagionale”), a Ricciardi (“un errore i test di massa a Vo’ Euganeo”), a Brusaferro (“Le mascherine sono inutili per i sani”), a Burioni (“In Italia il rischio è zero. Il virus non sta circolando”), a Pregliasco (“malattia banale”).
E che dire degli scontri tra di loro? Dopo aver attaccato la Gismondo Burioni se l’è presa anche con Giulio Tarro, che ha querelato pure lui per diffamazione. «Tarro è stato candidato al Nobel quanto io a Miss Italia» l’accusa. La replica: «Ha ragione, dovrebbe fare la passerella come Miss Italia, senza aprire bocca».
D’altra parte, come ha detto qualcuno, “se due virologi sono d’accordo, uno dei due non è virologo”.

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