Casalmaggiore, Comune dei proverbi

TRADIZIONI E CULTURA • Saranno apposte 150 targhe bronzee con antichi detti in dialetto. Caso unico in Italia

E’ un’idea inedita, che si prefigge di far uscire la cultura popolare dagli spazi chiusi per immergerla tra la gente, per evitare che si dimentichi di quale tradizione il nostro dialetto è portatore. Ed è un’idea che ancora una volta nasce dalla mente di Giuseppe “Giupi” Boles, lo stesso che un anno fa fu promotore della “finestra sul Po”, l’opera in ferro battuto (realizzata da Brunivo Buttarelli) che è posizionata sull’argine maestro in zona Lido Po e rappresenta un’ideale sguardo sull’ansa del grande fiume ad ovest della città.
La nuova iniziativa porta il nome di “100 di questi proverbi”, ed è stata presentata mercoledì mattina in Municipio a Casalmaggiore. Assieme a Boles gli altri protagonisti del progetto: Paolo Zani, Costantino Rosa e Giampiero Tenca. A rappresentare il comune l’assessore alla Cultura Marco Micolo. Erano presenti in sala anche alcuni sponsor, presidenti di Rotary e Lions Club, e collegata online è intervenuta anche Maria Grazia Cappelli della Camera di Commercio di Cremona, che si accollerà la metà della spesa totale.
Ha iniziato a parlare Boles: «A questo progetto lavoro da due anni, per questo sono oggi entusiasta di presentarlo. La prima idea fu quella di raccogliere aforismi da incidere su targhe di marmo nelle singole vie di Casalmaggiore. Sono emerse difficoltà, e come spesso accade nella vita, quando si chiude una porta si può aprire un portone, ed è quel che è accaduto. D’un tratto mi sono reso conto che ad ogni passaggio generazionale questo sapere rurale veniva come smezzato. Lasciar trascorrere altro tempo senza fissare quella conoscenza all’interno di una soluzione duratura avrebbe cancellato ciò che un popolo era giunto ad apprendere attraverso i secoli. La soluzione però non doveva solamente resistere al trascorrere degli anni, doveva anche risultare piacevole all’occhio. Puntare sui proverbi e modi di dire tipicamente nostri può diventare la freccia per fare centro una seconda volta. Ho subito contattato l’amico Paolo Zani perché mi serviva qualcuno altrettanto entusiasta nel volersi mettere in gioco. Le idee buone abbisognano di spalle larghe e se poi le spalle passano da quattro ad otto allora il gioco è fatto. Mi riferisco al contributo offerto da Costantino Rosa e Giampietro Tenca il cui sapere dialettale è risultato decisivo per la buona riuscita del progetto».
Maria Grazia Cappelli ha aggiunto: «E’ un progetto che, considerata la ciclovia VenTo che attraversa la città, valorizza il territorio e potenzia Casalmaggiore in questo percorso, ovviamente in accordo col Comune».
Per il Comune è intervenuto Marco Micolo: «Ho già collaborato con Boles in occasione della finestra sul Po, un progetto bellissimo e di successo. La volontà è quella di abbellire il paese: queste non sono ciliegine sulla torta, ma pilastri turistici e culturali, importanti per la conservazione della cultura e la promozione turistica. Importante è anche la collaborazione con i privati, e quando le idee sono belle è un dovere ascoltarle. Anticipo eventuali polemiche sul sostegno ai proverbi invece che aiuti alla popolazione dicendo che al Comune questo progetto non costerà nulla».
Grande protagonista del progetto è Paolo Zani, presidente dell’Associazione Amici del Museo del Bijou: «Abbiamo individuato 150 proverbi e detti, in gran parte frutto della mia esperienza diretta. Cercheremo di far sì che la scritta che sarà apposta, collegata al muro con tasselli, sia collegata al luogo che la ospita. La scritta sulla targa in bronzo sarà in dialetto, ed un opuscolo la riporterà con la traduzione in italiano un commento sul luogo con un racconto storico che la giustifichi. Quattro di queste targhe saranno apposte sul Municipio. Il costo di ogni targa è di 140 euro, per un progetto complessivo di circa 25mila euro. E’ prevista anche una app per cellulari con la registrazione orale del detto per la corretta pronuncia. La traduzione è stata affidata a Giampiero Tenca».
Lo stesso Tenca ha poi spiegato che nelle frazioni si utilizzerà il dialetto del posto, che spesso è differente dal “maggiorino”, che coincide con la parlata di via Baldesio. Importante è che chi vorrà potrà aggiungersi, sia pure rispettando gli standard del comune, e qualche richiesta è già arrivata.
Boles ha aggiunto che non esiste nulla di simile in altri posti, avendo fatta una ricerca apposita.
Infine Costantino Rosa ha ribadito l’importanza delle frazioni nella storia casalese, tanto che un tempo le uniche due farmacie erano a Rivarolo del Re (che era frazione) e a Casalbellotto, mentre nessuna era nel capoluogo, che aveva meno della metà degli abitanti del Comune.

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