Il Casalasco piange Carlo Sante Gardani

 LUTTO • Ex presidente della Casalese, responsabile Scuola Calcio del Parma, ha fondato Gev e Listone

Vanni Raineri

Ogni qualvolta scompare una persona nota ai più, si scrive che la scomparsa ha provocato sconcerto nella comunità. Quando a mancare è un faro di quella comunità, si aggiunge il disorientamento, tipico di chi ha perduto un familiare stretto.
È accaduto questa settimana a Casalmaggiore, martedì, quando a cedere agli attacchi che la salute gli portava da più direzioni è stato Carlo Sante Gardani, 72 anni, persona più di ogni altra attaccata al territorio in cui viveva, il suo Casalasco. D’altra parte una delle sue creazioni si chiamava proprio “Il Listone”, sottotitolo “la comunità che dialoga”: il simbolo principe della sua città e un invito mai così demodé come nella politica di oggi.
Chi era Carlo Sante Gardani? Un uomo che univa idea e azione, che non ha mai temuto di sporcarsi le mani, ben sapendo che la politica deve volare alto ma deve pure avere radici profonde nella comunità, e che il vero rispetto lo conquista chi si eleva al livello dei più fragili. Non è la prima volta che Casalmaggiore perde un faro: è avvenuto tempo fa con Umberto Chiarini, il paladino dell’ambiente, più recentemente con Antonio Gardani, fratello di Carlo, ex sindaco casalese, e con Giampietro Tenca, il cultore della tradizione popolare. Ognuno faro in un campo di azione. Qual era il campo d’azione di Carlo Sante? La società per intero. Sì, perché lui è stato presidente della Casalese e responsabile della Scuola Calcio del Parma quando il Parma mieteva successi internazionali. “La crescita del nostro scouting sul territorio e del nostro settore giovanile in quell’epoca storica si deve anche alla sua competenza, alla sua attenzione e alla sua disponibilità” ha scritto il Parma Calcio in un post in cui ne piange la scomparsa. E l’omaggio che ha voluto rendergli la comunità di San Luca, nella Locride, sta in un manifesto che lo ricorda come benefattore di quel territorio martoriato, che da tempo lo aveva nominato cittadino onorario. In seguito Carlo cercò di dedicarsi, nel calcio, ai ragazzi del nostro territorio, ma non trovò sponde. Altri si sarebbero lasciati andare, lui diresse il suo impegno in altre direzioni.
Di politica abbiamo scritto: vi ha lavorato spesso dietro le quinte, come nella grande idea del Listone, la creazione di un gruppo staccato da posizioni preconcette e ideologiche e aperto al dialogo con tutti: non a caso, dopo un’esperienza da consigliere comunale, lo ha affidato ai giovani, che ancora oggi ne tengono le redini. Un Listone che, al di là del consenso diretto acquisito, ha pesato in alcuni passaggi cruciali della politica cittadina, come ha saputo ammettere l’odierno sindaco Filippo Bongiovanni riferendosi alla sua prima elezione. E che ha saputo guardare oltre, come nel caso delle elezioni regionali del 2013 in appoggio ad Ambrosoli. Conoscere il valore del passato non significa fermarsi a rimpiangerlo, ma affidarlo cuore e anima ai giovani. Non è un caso che tale slancio abbia trovato sempre riconoscimento. Lui stava in seconda fila, ma lo chiamavano capitano, prima che altri in politica ne usurpassero il nome. D’altra parte a volte ai veri giganti non badi, se sono quelli che sanno mimetizzarsi tra la gente normale. Già a questo punto del mio articolo me lo vedo a suggerirmi “sta mia a fà d’la cunfüsiòn”. E’ il succo che conta, più delle parole.
Ma la difesa della pluralità delle idee la praticava anche in campo editoriale. Diede un grande contributo alla diffusione del Piccolo quando, all’inizio del 2012, sbarcò nel Casalasco, ben conoscendo quanto sia importante per il territorio avere una voce in più. Non era contrapposizione alla posizione dominante, ma consapevolezza che più posizioni arricchiscono. In realtà era interessato a chiunque facesse progetti per valorizzare il territorio, e sempre in modo costruttivo: quando il confronto rischiava di degenerare, lui lo deviava con saggezza da un’altra parte.
Per quel che ha fatto nella società e per l’ambiente, basti l’aver fondato le Guardie Ecologiche Volontarie di Casalmaggiore, che a lungo hanno svolto un ruolo di cui ancora oggi ci sarebbe bisogno. Nella vita lavorativa è stato bancario alla Cariplo, ovviamente in piazza Garibaldi, sul Listone.
In una società in cui i leader tendono a scegliere persone meno capaci proprio perché non ne mettano in discussione il ruolo, lui non ha mai esitato a scegliere i migliori, e il suo ruolo non è mai stato scalfito.
Ci mancherà, è ovvio, e ci mancheranno i suoi consigli, ma se era lui che ci diceva che non bisogna mai mollare, perché farlo proprio adesso? Sta al Casalasco raccogliere la sua opera e metterla in quel passato da tramandare. Se saprà farlo.
La salma giungerà alla chiesa abbaziale di Santo Stefano lunedì 18 gennaio alle ore 12, e alle 20,30 verrà recitato il Rosario. I funerali saranno celebrati martedì 19 alle ore 10,30, quindi la salma verrà condotta al cimitero locale. La moglie Nadia, i figli Francesco e Giovanni con la moglie Emanuela, la sorella Carolina con Gigi, il nipote Ludovico con Santina e tutti i familiari chiedono non fiori ma offerte alla Santa Federici, a Casa Paola e alla Cooperativa Sociale Tellus.

Commenti