Cantina di Viadana, vendite in aumento

 COMMERCIO • Il presidente Andrea Pezzali: «Il fatturato è salito del 15-20%, e cresciamo nell’online

Vanni Raineri

Cantina di Viadana è una realtà in grande espansione che nel corso del 2020, anno che ha visto un’incidenza profonda sul mercato, e sulle modalità di vendita, ha fatto registrare un incremento di fatturato che si attesta tra il 15% e il 20%.
Ne parliamo col presidente Andrea Pezzali.
«In questo periodo di pandemia ci siamo dovuti attrezzare in modo particolare per le consegne a domicilio. Dopo un primo periodo che ha visto un calo delle vendite, ha fatto seguito un vero exploit, con consegne effettuate in tutta Italia. La maggior quota di vendita rimane quella locale nel nostro spaccio, in particolare del vino sfuso, ma la quota di vendita a domicilio nell’ultimo anno è salita al 30% del totale».
Voi vendete lambrusco di varie tipologie.
«Del prodotto imbottigliato vendiamo 80mila bottiglie l’anno che vanno in enoteche e negozi, molto meno nel 2020 ai ristoranti spesso chiusi, e ovviamente direttamente al consumatore nel nostro spaccio».
Come procedono le vendite online?
«Sul sito della nostra cantina si acquista, e abbiamo rafforzato la nostra presenza sui social: proprio sull’online abbiamo riscontrato un sensibile incremento delle vendite».
Il 100% del vostro venduto riguarda il lambrusco, ma con prodotti differenziati.
«Il lambrusco fa parte dei vini disponibili a un prezzo accessibile, e con il lockdown si è consumato di più, come tutti i vini da pasto, il che ci ha consentito di far scoprire che si tratta di un vino di buona qualità. Nelle nostre tipologie abbiamo lambrusco di pregio, in particolare il vitigno Viadanese, autoctono che dà profumi e sapori unici grazie alle caratteristiche dei nostri terreni. Abbiamo puntato molto su questo prodotto che rimane di nicchia e lo stiamo divulgando con ottimi risultati. Abbiamo due lambruschi di Viadanese in purezza: sono il Cavalcabò e il VS (dalle iniziali di Viadana e Sabbioneta), più rustico. Il Viadanese poi è anche in altre produzioni, ma queste sono le due bottiglie di punta».
Ritiene che il mercato sia pronto ad apprezzare la differenza?
«Nell’ultimo periodo abbiamo fatto passi da gigante in questo senso, c’è un grande interesse per questo tipo di lambrusco manifestato anche da importanti sommelier e divulgatori del food, i quali hanno scoperto che certi tipi di lambrusco val la pena di proporli in abbinamenti interessanti».
Quindi non è più un vino da abbinare ai soli salumi.
«Chiaro che il lambrusco ha una spiccata affinità coi prodotti tipici delle nostre zone, ma pensi che ad esempio prima del Covid un nostro cliente che ha un ristorante a Venezia ci diceva che alcuni suoi clienti lo apprezzavano col pesce».
Oggi siamo nel periodo tradizionalmente dedicato al-l’imbottigliamento.
Già, siamo nel periodo buono, tanto più che in questo momento va forte la vendita del prodotto sfuso. Il trend del vino sfuso era in calo, ma anche in questo settore l’anno scorso abbiamo registrato un significativo aumento».

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