Cattivo pagatore? Occhio alle novità

 ECONOMIA • In vigore da inizio anno il regolamento europeo Eba: attenzione ai conti in rosso

Vanni Raimeri

Qualche giorno di allarme, le rassicurazioni generiche e poi il silenzio. Spesso capita nell’informazione che di un argomento si discuta animatamente per un breve tempo e poi scompaia dall’agenda, senza che vengano meno le conseguenze. È accaduto anche per il nuovo regolamento europeo per i conti correnti in rosso, entrato in vigore il 1° gennaio 2021 senza clamori, dopo che nel dicembre scorso si erano ripetuti appelli e allarmi.
Da qualche settimana dunque le regole sono cambiate. Il Regolamento EBA (European Banking Authority) stabilisce i criteri secondo i quali un debito da parte del cliente della banca, e quindi anche uno “scoperto” sul conto corrente, può essere valutato come un credito non recuperabile e quindi il cliente definito come in default. Tutte le banche si sono dovute adeguare, e quindi potranno segnalare il cliente la cui esposizione si fosse trasformata in credito deteriorato. Saranno segnalati i clienti il cui sconfinamento superi determinate soglie, in particolare superare contemporaneamente una soglia assoluta (100 euro se è privato, 500 se impresa) e una soglia relativa (l’1% dell’esposizione totale). È anche previsto un termine temporale: lo sconfinamento deve protrarsi per oltre 90 giorni consecutivi (e in alcuni casi, come per le amministrazioni pubbliche, 180 giorni).
Ma cosa avveniva fino al 31 dicembre 2020? Perché si verificasse il default di un cittadino con la banca serviva che fosse la banca a ritenere improbabile il recupero del credito, almeno senza l’escussione delle garanzie, oppure che il debitore presentasse un’insolvenza da oltre 90 giorni su esposizioni superiori a determinate soglie.
Il rischio oggi è di finire automaticamente in default, in quanto le banche da protocollo devono segnalare la situazione anomala. Questo anche se il debito fosse limitato a 100 euro prolungato per tre mesi. Per meglio dire, se il debito sia superiore ai 100 euro per le persone fisiche o le piccole e medie imprese che abbiano un’esposizione nei confronti della banca inferiore a 1 milione di euro, oppure ai 500 euro per le imprese che hanno un’esposizione di oltre 1 milione di euro; in entrambi i casi che sia superiore all’1% del totale delle esposizioni dell’impresa verso la banca.
Inoltre, come detto, che il rosso permanga per 90 giorni.
Ecco dunque che l’emergenza temporanea rimane comunque esclusa: è il caso del lavoratore dipendente che percepisca in ritardo il proprio stipendio, e a causa di ciò non riuscisse nel frattempo ad avere sul conto corrente il denaro per pagare le utenze. Un incidente di percorso è consentito a tutti, e ci mancherebbe altro.
E se le esposizioni si hanno nei confronti di più di una banca? Se gli istituti di credito appartengono allo stesso gruppo si fa la somma delle sofferenze, e l’eventuale default segnalato alle banche del gruppo, come avviene anche nel caso di una singola esposizione. Ciò non significa che il cliente non possa avere un conto in rosso: se la banca vorrà, potrà disporre uno sconfinamento otre la disponibilità superando il limite del fido; ovvio che il favore non sarà gratuito ma la banca potrà applicare commissioni in caso di conto in rosso.
Cosa è consigliato dunque? Di parlare con la banca di questa condizione all’apertura del conto corrente, o di verificare in caso di rapporto in atto. La presenza di una clausola potrebbe evitare di andare in rosso, col rischio di venire segnalati alla centrale dei rischi per poche centinaia di euro.
In ogni caso, oltre al rischio di finire in una sorta di lista nera, il cliente potrebbe rischiare di non vedere ottemperati gli addebiti automatici sui conti correnti se non coperti da liquidità.
In definitiva: i rischi possono essere minimizzati parlandone con la propria banca, senza segnalazione automatica alla centrale dei rischi. Il consiglio vale ancor più per le imprese. Resta il sapore di una norma, valida per tutti i paesi europei, che potrebbe essere giustificata, ma che in piena pandemia suona almeno come inopportuna.

Commenti