CANOTTIERI • Intervista al presidente Segalini: «Stiamo preparando tutto, mi aspetto l’invasione dei soci»
Vanni Raineri
Bissolati tra passato e futuro. Il passato è quello da chiudere in tribunale con la vicenda Tamoil, il futuro è la grande speranza di tornare a quella che fino a due anni fa era considerata abitudine: l’attività della Canottieri.
Ne parliamo con il presidente Maurilio Segalini, partendo proprio dalla decisione, presa dal Consiglio Direttivo ed ampiamente attesa, di procedere con la causa per il risarcimento danni nei confronti del colosso petrolifero: «Dopo tre assemblee abbiamo deciso di agire in questo senso basandoci sulle 4 sentenze passate in giudicato. Sappiamo però quanto sia importante produrre prove tecniche che supportino la nostra azione, tanto che già nell’autunno 2019 costituimmo una sorta di cabina di regia tecnica con legali ed esperti ed acquisimmo strumentazioni per monitorare in modo autonomo il terreno. I risultati (che abbiamo riportato di recente, ndr) sono stati trasmessi ai due consulenti tecnici d’ufficio (ctu) nominati dal giudice, che dal canto suo ha disposto un monitoraggio quotidiano autonomo, indicando i 4 pozzetti da noi utilizzati ed altri 4 di Tamoil. Nel frattempo i due ctu hanno chiesto una proroga, concessa, e la relazione finale è attesa entro l’estate. Il contenuto del loro rapporto diverrà parte sostanziale della causa».
Tamoil non intende “transare”.
«No. Nonostante le condanne non intende riconoscere danni ad alcuno. Ma noi siamo convinti che di danni ne abbiamo patiti parecchi: non esiste attualmente un pericolo sanitario, ma le conseguenze sono state notevoli, dalle essenze arboree ai pozzi».
Anche i soci singolarmente potranno procedere. Non è possibile una class action?
«Sarà un procedimento simile, ma non una class action. La nostra azione è tesa ad ottenere il risanamento del terreno, nuove piantumazioni, il bosco filtro, ma è evidente che fino a che Tamoil non sarà obbligata a bonificare i suoi terreni (continua ad utilizzare l’area come deposito) la vicenda non si potrà dire conclusa. Quanto ai soci, i legali scriveranno a tutti i 2600 interessati (sono 1600 soci Bissolati dei 4200 totali, cui si aggiungono 1000 soci di altre canottieri) spiegando loro i costi del procedimento, che si sono ridotti di parecchio. I primi a procedere saranno i 30 che hanno già vinto la causa penale, seguiranno i 200 ed oltre che lamentano conseguenze sanitarie dovute all’inquinamento, infine gli altri soci, che grazie alle nostre attestazioni di frequenza potranno testimoniare di aver frequentato la società».
Cambiamo pagina e guardiamo avanti. La bella stagione è alle porte, l’anno scorso di questi tempi si sperava nella fine di un incubo ancora ben presente.
«Stiamo predisponendo tutto per essere operativi a partire dal 12 aprile. Stiamo ripavimentando ed estendendo la zona ricreativa per consentire di pranzare e cenare all’aperto. Apriremo se possibile il self service in aprile invece che a giugno. Ristrutturiamo la zona ricreativa anche presso il bar esteso vicino alla piscina di 50 metri con interventi rilevanti, mentre i campi da tennis sono pronti. Contiamo di aprire la piscina di 33 metri il 12 aprile anche per gli agonisti, la 50 metri il 15 maggio e le altre due (la 25 metri e quella dei bimbi) il 1° giugno. Sappiamo di dover essere più efficienti e pronti rispetto agli anni passati. Oggi sono presenti diversi cantieri, che saranno sospesi nei tre mesi estivi, e stiamo già promuovendo il centro estivo per essere pronti ai primi di giugno. Questo poi è l’anno del centenario della Bissolati: abbiamo fissato le sei manifestazioni sportive in locandina, ed è pronto il libro del centenario. Inoltre abbiamo fissato una dozzina di appuntamenti musicali estivi. Crediamo molto nella ripartenza, e mi aspetto anzi che, se i vaccini funzionano e la bella stagione ci darà una mano, avremo un’invasione vera e propria, dettata dalla voglia di divertirsi e svagarsi dopo più di un anno del genere».
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