Climactive2050, progetto dei Gal contro i cambiamenti climatici

 AGRICOLTURA • Gal Oglio Po capofila. Finanzia Regione Lombardia, Coldiretti tra i partner. Rolfi e Voltini intervenuti alla presentazione

I cambiamenti climatici sono una terra di confronto per tutti a livello globale, e lo devono essere a maggior ragione per chi opera in rapporto all’ambiente. I Gal lombardi, la Regione e Coldiretti hanno raccolto la sfida e hanno presentato, con molti partner, il progetto Climactive2050.
I 4 Gal promotori sono il Gal Oglio Po, il Gal Valtellina Valle dei Sapori, il Gal Valle Brembana 2020 e il Gal Colli di Bergamo e Canto Alto. Capofila è proprio il Gal Oglio Po, che opera tra le province di Cremona e Mantova. Ma altri Gal ed enti sono tra i partner: tra questi il Parco Regionale Oglio Sud e il Consorzio Plantaregina Distretto Vivaistico di Canneto sull’Oglio
Lunedì scorso, 1° marzo, il progetto è stato presentato alla stampa sulla piattaforma Zoom, e a tutti gli interessati grazie alla diretta Facebook.
Ha aperto il confronto il presidente del Gal Oglio Po Domenico Maschi, che ha parlato di un progetto ambizioso su cui il suo gruppo opera da quasi 20 anni. Climactive2050 interessa 171 comuni di aree rurali per oltre 350mila abitanti, di pianura, di collina e di montagna. «Le aree rurali hanno un fortissimo legame con gli ecosistemi nei quali si sviluppano e possono diventare le sentinelle di monitoraggio sul territorio e i primi attori di un rinnovamento profondo», ha aggiunto Maschi. Per il direttore Giuseppina Botti il cambiamento climatico è destinato ad avere un impatto enorme, e ognuno deve fare la sua parte per ottenere risultati. «Ogni Gal - ha affermato - rappresenta una rete di portatori di interesse che pianificano e investono nello sviluppo territoriale». Qui tanti Gal lavorano assieme raccogliendo le tante sollecitazioni che arrivano ad ogni livello, condividendo l’approccio sulle aree rurali e coinvolgendo soggetti che da tempo vi operano. Evidente la necessità di farsi supportare da esperti, per questo ci si è avvalsi dell’Istituto per la Bioeconomia Ibe-Cnr. Dal canto suo, il Gal Oglio Po lavorerà sul ruolo delle piante e delle dinamiche degli eventi estremi, quali piene e siccità.
Il progetto aveva vinto un bando da circa 400mila euro di Regione Lombardia, da qui l’intervento dell’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, che ha esaltato il valore del progetto in sé e per la cooperazione tra diversi Gal, valore di sinergia da coltivare su temi di interesse comune: «Il campo agricolo è un settore ricchissimo di sperimentazione, di ricerca applicata, e si sperimenta anche rispetto ai cambiamenti in corso. Il clima cambia le regole del gioco, dobbiamo attrezzarci nella conoscenza, nella difesa, nelle scelte culturali: si tratta di produrre più cibo con minori output. La nostra è un’agricoltura irrigua, e l’incertezza di approvvigionamento rende incerti prodotto finale e costi di produzione». Da qui il progetto regionale di recupero dell’acqua piovana con recupero di cave dismesse. Oltre alla produttività importante regolamentare l’uso di agrofarmaci e affrontare la presenza di insetti alieni per una sfida che sia commerciale ma altamente sostenibile, che possa essere premiata dalle scelte di un consumatore sempre più consapevole. Un’agricoltura «sostenibile non sul piano ideologico di un ambientalismo naif», ma un’innovazione che sposi sostenibilità ambientale ed economicità.
È poi intervenuto Paolo Voltini, presidente regionale (e provinciale di Cremona) Coldiretti, il quale ha ricordato il cammino intrapreso e l’importanza di questo progetto di cooperazione: «Sono tante le tematiche da valorizzare sul territorio, e non si tratta di una moda ma di una strategia per il futuro. Il ruolo dei Gal va abbinato anche nella prospettiva della nuova Pac, compresa la parte delle microfiliere spesso ingiustamente trascurata. Siamo molto sensibili su questo tema e sono parecchi i percorsi di sostenibilità affrontati. La nostra è una zona vocata per diversi prodotti che vanno valorizzati in abbinata al turismo. Credo che se riusciremo a valorizzare assieme il nostro territorio qualche risultato lo conseguiremo nell’ottica dell’economia circolare fatta di prodotti ecosostenibili».
A seguire, hanno preso la parola per il Gal Valle Brembana il presidente Lucia Morali e il direttore Patrizio Musitelli, per il Gal Valtellina Valle dei Sapori il direttore Gianluca Macchi e il presidente Alberto Marsetti, per il Gal Colli di Bergamo e Canto Alto il direttore Carmelita Trentini e il presidente Mario Castelli. Infine Rita Baraldi per l’Istituto per la Bioeconomia Ibe-Cnr, che da tempo collabora col Gal Oglio Po e col Consorzio Vivaistico di Canneto nel progetto Vivam delle piante mangia-smog: «Climactive2050 è un progetto molto importante perché consente di integrare le nostre conoscenze scientifiche con le politiche locali su un territorio ricco. La lotta ai cambiamenti climatici è molto vasta e va trattata con diverse direttive: i nostri sono studi di base che devono confrontarsi con la realtà. Lo scopo del progetto è creare un modello che mappi gli ecosistemi ed elabori un programma di interventi per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Un modello che può essere sviluppato anche in ambiti internazionali: è una grande occasione per agire localmente pensando globalmente».
Come ha concluso Giuseppina Botti, tra un paio di mesi si inizierà a dare concretezza alle azioni.

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