CRONACA • Ha creato scalpore, e ampia solidarietà, il caso dell’atleta ex Casalmaggiore rimasta incinta
Benedetta Fornasari
«Chi dice che una donna a 38 anni, o dopo una certa età stabilita da non so chi, debba avere il desiderio o il progetto di avere un figlio? Che mi prenda un colpo: non è che per non adempiere ai vincoli contrattuali stiano calpestando i diritti delle donne, l’etica e la moralità?».
Alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna, la pallavolista Lara Lugli, originaria di Carpi e tutt’ora in attività all’età di 41 anni, ha affidato a Facebook il racconto di quella che ha definito una «breve storia triste», una vicenda personale, e femminile, che dopo due anni si appresta a concludersi in tribunale, comparendo davanti al Giudice di Pace il prossimo 18 maggio. L’episodio riportato dai media nazionali ha suscitato la solidarietà dell’opinione pubblica e del mondo politico, soprattutto di quello rosa, con un’eco anche a livello locale poiché nove anni fa la schiacciatrice ha fatto parte del team della Vbc Casalmaggiore.
Torniamo indietro alla stagione 2018/2019 affidandoci al post pubblicato sul suo profilo personale con cui rievoca quanto le accadde all’età di 38 anni, quando militava nella serie B1 con la maglia del Volley Pordenone. «Rimango incinta, il 10 marzo (2019, ndr) comunico alla società il mio stato e si risolve il contratto. L’8 aprile non sono più in stato interessante per un aborto spontaneo». La giocatrice prosegue con il racconto: «A distanza di due anni, vengo citata dalla stessa società per danni, in risposta al decreto ingiuntivo dove chiedevo il mio ultimo stipendio di febbraio (per il quale avevo interamente lavorato e prestato la mia attività senza riserve)».
Per quale motivo il club di volley avrebbe respinto la richiesta di pagamento dello stipendio di circa mille euro relativo alle prestazioni sportive del mese di febbraio 2019? Perché alla stipula del contratto l’atleta non aveva avvertito dell’intenzione di una maternità. L’atto, infatti, riporta che “all’epoca dell’ingaggio l’atleta aveva 38 anni compiuti, e aveva taciuto al momento della trattativa contrattuale la sua intenzione di avere dei figli, puntando a un ingaggio sproporzionato, quasi del doppio rispetto ai normali ingaggi per il campionato di B1 e per l’età, “vendendo” la sua esperienza sapendo che la sua presenza poteva risultare indispensabile».
A Lara, che era la capitana della formazione, viene attribuita anche la responsabilità della perdita di sponsorizzazioni, di cui “vivono le Associazioni Sportive Dilettantistiche”, e delle performance negative della squadra che si è posizionata al sesto posto e ben lontana dall’obiettivo prefissato dei play-off.
qui vbc casalmaggiore
boselli e il caso di carli Lloyd: «siamo in contatto con lei, partorirÀ tra un mese»
Il caso Lugli riporta ancora una volta all’attenzione del Coni (anche il presidente Giovanni Malagò ha espresso la propria solidarietà) e della Lega Volley il problema della tutela sul piano economico delle pallavoliste non professioniste che restano incinte mentre è in essere un contratto con una società. Dal 2022 dovrebbe entrare in vigore una legge per regolamentare finalmente tale fattispecie quale rapporto lavorativo a tutti gli effetti. Allo stato attuale esiste soltanto un fondo di solidarietà istituito nel 2018 per le atlete, quantificato in diecimila euro, a parziale risarcimento del contratto perso. Il presidente di Vbc Èpiù Casalmaggiore Massimo Boselli Botturi, oltre a conoscere personalmente Lara Lugli, riferisce la sua esperienza diretta in quanto all’inizio di questa stagione la palleggiatrice statunitense Carli Lloyd ha annunciato la sua gravidanza, lasciando quindi le compagne per tornare in California dal fidanzato e dalla famiglia. La risoluzione contrattuale automatica è avvenuta senza polemiche sia da parte dell’alzatrice sia dei vertici della società (unica voce fuori dal coro quella dei soliti haters che hanno dato l’addio all’americana a suon di commenti incivili). «Nel caso di stato interessante – spiega Boselli – la rescissione dell’accordo scatta automaticamente in quanto, ad oggi, si tratta di una sorta di collaborazione, che viene definita prestazione professionale sportiva per società di natura dilettantistica. Per quanto ci riguarda noi abbiamo assistito sin da subito Carli, che partorirà tra un mese e con la quale ancora oggi abbiamo un forte rapporto di amicizia, le siamo vicini e la seguiamo a distanza tanto che fa ancora parte della chat whatsapp dei dirigenti. Tramite il nostro procuratore italiano l’abbiamo aiutata a fare richiesta del contributo di maternità per dieci mesi per un importo mensile di mille euro che tutt’ora percepisce. Tale indennità viene infatti erogata dall’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri».
Per quanto riguarda la situazione di Lara Lugli, Boselli la definisce paradossale soprattutto per l’ingiustificata richiesta di danni perché la maternità va sempre rispettata. «Non conosco i contorni della vicenda – dichiara – ma è stata gestita in maniera poco elegante e oltretutto si sta parlando di cifre modeste. Ci dispiace molto per Lara, la conosciamo bene e la stimiamo come donna e giocatrice che ha contribuito alla nostra promozione dalla serie B alla A2».
Alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna, la pallavolista Lara Lugli, originaria di Carpi e tutt’ora in attività all’età di 41 anni, ha affidato a Facebook il racconto di quella che ha definito una «breve storia triste», una vicenda personale, e femminile, che dopo due anni si appresta a concludersi in tribunale, comparendo davanti al Giudice di Pace il prossimo 18 maggio. L’episodio riportato dai media nazionali ha suscitato la solidarietà dell’opinione pubblica e del mondo politico, soprattutto di quello rosa, con un’eco anche a livello locale poiché nove anni fa la schiacciatrice ha fatto parte del team della Vbc Casalmaggiore.
Torniamo indietro alla stagione 2018/2019 affidandoci al post pubblicato sul suo profilo personale con cui rievoca quanto le accadde all’età di 38 anni, quando militava nella serie B1 con la maglia del Volley Pordenone. «Rimango incinta, il 10 marzo (2019, ndr) comunico alla società il mio stato e si risolve il contratto. L’8 aprile non sono più in stato interessante per un aborto spontaneo». La giocatrice prosegue con il racconto: «A distanza di due anni, vengo citata dalla stessa società per danni, in risposta al decreto ingiuntivo dove chiedevo il mio ultimo stipendio di febbraio (per il quale avevo interamente lavorato e prestato la mia attività senza riserve)».
Per quale motivo il club di volley avrebbe respinto la richiesta di pagamento dello stipendio di circa mille euro relativo alle prestazioni sportive del mese di febbraio 2019? Perché alla stipula del contratto l’atleta non aveva avvertito dell’intenzione di una maternità. L’atto, infatti, riporta che “all’epoca dell’ingaggio l’atleta aveva 38 anni compiuti, e aveva taciuto al momento della trattativa contrattuale la sua intenzione di avere dei figli, puntando a un ingaggio sproporzionato, quasi del doppio rispetto ai normali ingaggi per il campionato di B1 e per l’età, “vendendo” la sua esperienza sapendo che la sua presenza poteva risultare indispensabile».
A Lara, che era la capitana della formazione, viene attribuita anche la responsabilità della perdita di sponsorizzazioni, di cui “vivono le Associazioni Sportive Dilettantistiche”, e delle performance negative della squadra che si è posizionata al sesto posto e ben lontana dall’obiettivo prefissato dei play-off.
qui vbc casalmaggiore
boselli e il caso di carli Lloyd: «siamo in contatto con lei, partorirÀ tra un mese»
Il caso Lugli riporta ancora una volta all’attenzione del Coni (anche il presidente Giovanni Malagò ha espresso la propria solidarietà) e della Lega Volley il problema della tutela sul piano economico delle pallavoliste non professioniste che restano incinte mentre è in essere un contratto con una società. Dal 2022 dovrebbe entrare in vigore una legge per regolamentare finalmente tale fattispecie quale rapporto lavorativo a tutti gli effetti. Allo stato attuale esiste soltanto un fondo di solidarietà istituito nel 2018 per le atlete, quantificato in diecimila euro, a parziale risarcimento del contratto perso. Il presidente di Vbc Èpiù Casalmaggiore Massimo Boselli Botturi, oltre a conoscere personalmente Lara Lugli, riferisce la sua esperienza diretta in quanto all’inizio di questa stagione la palleggiatrice statunitense Carli Lloyd ha annunciato la sua gravidanza, lasciando quindi le compagne per tornare in California dal fidanzato e dalla famiglia. La risoluzione contrattuale automatica è avvenuta senza polemiche sia da parte dell’alzatrice sia dei vertici della società (unica voce fuori dal coro quella dei soliti haters che hanno dato l’addio all’americana a suon di commenti incivili). «Nel caso di stato interessante – spiega Boselli – la rescissione dell’accordo scatta automaticamente in quanto, ad oggi, si tratta di una sorta di collaborazione, che viene definita prestazione professionale sportiva per società di natura dilettantistica. Per quanto ci riguarda noi abbiamo assistito sin da subito Carli, che partorirà tra un mese e con la quale ancora oggi abbiamo un forte rapporto di amicizia, le siamo vicini e la seguiamo a distanza tanto che fa ancora parte della chat whatsapp dei dirigenti. Tramite il nostro procuratore italiano l’abbiamo aiutata a fare richiesta del contributo di maternità per dieci mesi per un importo mensile di mille euro che tutt’ora percepisce. Tale indennità viene infatti erogata dall’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri».
Per quanto riguarda la situazione di Lara Lugli, Boselli la definisce paradossale soprattutto per l’ingiustificata richiesta di danni perché la maternità va sempre rispettata. «Non conosco i contorni della vicenda – dichiara – ma è stata gestita in maniera poco elegante e oltretutto si sta parlando di cifre modeste. Ci dispiace molto per Lara, la conosciamo bene e la stimiamo come donna e giocatrice che ha contribuito alla nostra promozione dalla serie B alla A2».
Commenti
Posta un commento