Castello in vendita? Il proprietario: «Non ne sapevo nulla»

 I tanti proprietari e quel precedente del 2015

Enrico Galletti

TORRE DE’ PICENARDI - Franco Lorenzoni, che da 22 anni è proprietario del Castello di San Lorenzo de’ Picenardi, sembra incredulo: «Il mio Castello in vendita? Com’è che si chiamano oggi?», chiede aiuto al figlio, in casa con lui: «Fake news, ecco. È una fake news». Eppure le voci si sono susseguite in settimana: “Il Castello di San Lorenzo de’ Picenardi, una delle bellezze artistiche e architettoniche della provincia di Cremona, finisce in vendita”. Trattativa riservata, si leggeva. A parlare è un annuncio pubblicato su L’Immobiliare.com, un’agenzia di Milano che ha una sede a Citylife e un’altra in via Lorenteggio. Il post diceva così: «Nella pianura fra Cremona e Mantova si erge questo imponente Castello del 1400 di notevoli dimensioni, forse il più grande della Lombardia, completamente ristrutturato ed abitabile. Circondato da un parco di oltre 50mila metri quadri, fra giardini all’italiana e corti riservate frequentate da splendidi pavoni, questo affascinante immobile di circa 6.900 metri quadri complessivi, si mostra nelle sue splendide sale ed innumerevoli stanze riportando ad antichi fasti e lontane fortune. Oggi l’immobile in vendita, ben si presta ad attività ricettiva, a singola dimora di famiglia o a sede di rappresentanza». Poi i contatti per info e sopralluoghi. Quell’annuncio, in settimana, è arrivato anche a Franco Lorenzoni, che quel castello lo acquistò nel 1999 con la famiglia Nicoli. Ma lui ribadisce: «Nessuna vendita». Un “giallo” che peraltro ha un precedente, nel 2015. «Non solo ho intenzione di tenere il Castello - dice Lorenzoni al Piccolo -, ma vorrei portarlo avanti finché avrò la salute per farlo». Anche Mario Nicoli, l’altro proprietario del Castello, contattato ieri pomeriggio, nega di essersi rivolto a un’agenzia immobiliare. «I soci sono molti - spiega - ma nessuno ha messo in vendita la proprietà». Da L’Immobiliare.com, poche spiegazioni. Sentiti al telefono, spiegano di non essere «tenuti a dare alcuna informazione» e a domanda: «Può essersi determinato un errore nella messa online dell’annuncio?» rispondono: «Non è escluso: potrebbe essere un’inserzione vecchia ma anche un errore della segretaria, oppure no. Non diciamo nulla». È singolare però che quell’annuncio, pubblicato sul sito nei giorni scorsi e rilanciato da un agente sul suo profilo Facebook, sia scomparso dal sito ufficiale dell’agenzia immobiliare. Al suo posto un avviso: “La pagina cercata non esiste più”.
Lorenzoni è arrabbiato: «Questa fake news ci mette in difficoltà anche con gli sposi - dice -. Visto che al Castello organizziamo soprattutto matrimoni, chiunque dovesse vedere l’annuncio dell’immobile in vendita potrebbe essere spinto a non chiamare per informazioni sul ricevimento, dando magari per scontato che la nostra attività sia cessata». Poi sorride: «Nel 2015 era accaduta la stessa cosa. Io qui sul tavolo conservo due “reliquie”: gli annunci del Castello in vendita usciti sulla stampa locale a inizio Novecento. Quando abbiamo acquistato l’immobile nel 1999 li abbiamo trovati appoggiati su un tavolo…». In quei riquadri si legge: “Vendesi Castello. Volendo si possono acquistare altre 1.500 pertiche di terreno, con relativi cascinali”. E un anno dopo, sempre a mezzo stampa: “Nel Castello Crotti si affitterebbero 8 locali ad uso abitazione, cantine, orto, stallo, rimessa e un grande magazzino al secondo piano, adatto per cereali, con ampia terrazza. Luogo sano e bellissimo per villeggiatura. Rivolgersi al mediatore di Torre de’ Picenardi”. «Quelli sì che erano veri», ribadisce Lorenzoni. Lo incalziamo: «Su un altro sito, con i contatti della stessa agenzia, qualche giorno fa valutavano il suo Castello dieci milioni di euro. È sicuro al 100% di non volerlo vendere?». Torna a sorridere: «L’avrei già fatto, se avessi voluto. E poi, dieci milioni di euro…». Cioè? «Eh, se domani arrivasse uno dalla Cina o dalla Russia e me ne offrisse il doppio… quantomeno ci penserei su».

Una parte delle costruzioni del Castello di San Lorenzo risultano sin dal XV secolo di proprietà del ramo mantovano dei nobili Picenardi, nella figura di Stefano, figlio del podestà di Mantova e fratello della Beata Elisabetta Picenardi. Gli eredi provvidero progressivamente ad ampliare e riunire le varie proprietà portandole nella metà del ‘500 sotto un unico proprietario. Negli anni successivi il castello venne ceduto dai Picenardi alla famiglia Crema che dopo alcuni decenni lo passarono al nobile Giovanni Carlo Sforzosi, la cui famiglia detenne la proprietà per oltre un secolo; nel 1731 il cavaliere Giacomo Sforzosi, lasciò in eredita il castello al nipote Lorenzo Francesco Crotti; da quel momento il maniero di S. Lorenzo divenne una delle proprietà dei nobili cremonesi Conti Crotti, che la mantennero sino al 1912. A partire dal 1829 i Conti Crotti e poi Calciati successivamente, iniziarono una campagna di massicci interventi edilizi, commissionando l’imponente progetto all’architetto Luigi Voghera, molto conosciuto all’epoca. Dopo vari passaggi di proprietà il castello pervenne nel 1939 alla nobil donna cremonese Angiola Soregaroli Cappelli Agarossi i cui discendenti mantennero la proprietà sino al 1999 quando tutto il complesso venne acquisito dalle famiglie Lorenzoni e Nicoli che ne sono gli attuali proprietari. Già nel 2015 erano apparsi alcuni annunci che davano la proprietà in vendita. Anche in quel caso, però, le inserzioni erano uscite all’insaputa dei proprietari.

 

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