Auto elettrica, l’impatto sul lavoro

 ECOLOGIA • Con la scadenza 2035 pesanti ricadute su benzinai, officine meccaniche e altre attività

Vanni Raineri

La Commissione Europea ha annunciato che dal 2035 potranno essere prodotte solo auto elettriche o a idrogeno, e già nel 2030 le ricerche hanno mostrato che le elettriche avranno superato il 50% del mercato. Tra 14 anni dunque non sarà più consentito produrre auto con alimentazione a benzina e diesel, e nemmeno ibride o a gas. L’obiettivo è ridurre drasticamente l’emissione di CO2, in vista all’agognata neutralità del 2050 perseguita dal Green Deal europeo.
Va detto che al momento si tratta di una proposta, non ancora ratificata dal Parlamento e dal Consiglio Ue, ma è assai probabile che venga approvata. Nel frattempo la notizia sta già accelerando il passaggio verso l’elettrico delle case produttrici. Ad esempio è notizia recente che la Mercedes si è detta pronta ad “elettrificare l’intera gamma entro la fine del decennio laddove le condizioni di mercato lo consentano”. Lo ha affermato il Gruppo Daimler di Stoccarda presentando il proprio piano sull’auto elettrica, modificando la strategia da “prima l’elettrico” a “solo l’elettrico”. Non solo: già entro il 2025 i clienti potranno “scegliere la versione elettrica per ogni modello della gamma”.
Le conseguenze saranno rilevanti per l’intera economia continentale, e coinvolgeranno l’intera filiera, ben oltre le conseguenze ambientali che pure sono state decisive per prendere questa scelta.
ITALIA PENALIZZATA
Lo stato italiano incassa dal settore auto circa 70 miliardi di fisco all’anno, e parte di questa enorme cifra andrebbe perduta col passaggio all’elettrico. Inoltre le nostre case automobilistiche sembrano meno preparate a questo passaggio epocale, come invece lo sono le tedesche.
TECNOLOGIA
Innanzitutto è probabile che la svolta elettrica porterà una grande diffusione di colonnine per la ricarica, oggi non facilissime da reperire. Gli automobilisti saranno agevolati anche da una aumentata autonomia delle auto elettriche: proprio nei giorni scorsi è stato stabilito il nuovo record da parte della vettura olandese Lightyear One, che è riuscita a percorrere ben 710 km con una singola ricarica.
BOOM DI ACQUISTI
Nel 2019 in Italia sono state vendute 10.556 auto elettriche e 111.024 ibride, nel 2020 sono salite rispettivamente a 32.528 e 223.231. In un anno dunque un aumento di oltre il 100%. C’è da scommettere che la svolta ecologista aumenterà tale spinta. A contribuire alla transizione c’è anche l’ecobonus. Proprio giovedì il Senato ha votato la fiducia chiesta dal governo sul cosiddetto disegno di legge Sostegni bis, provvedimento che, tra le altre misure, contiene anche il rifinanziamento degli incentivi all’auto. Il decreto contiene una nuova, robusta, iniezione di incentivi al settore dell’auto, erogati con il duplice obiettivo di sostenere le imprese e i lavoratori che operano nella distribuzione automobilistica, fortemente colpiti dalla crisi conseguente alla pandemia, e aiutare la transizione ecologica. In particolare, dei 350 milioni stanziati, 260 sono destinati alle auto nuove, 40 a quelle usate e 50 ai veicoli commerciali leggeri. Anche questo provvedimento, pur non coinvolgendo il solo settore elettrico, è destinato a imprimere questa direzione.
INCIDENZA SUL MERCATO
È evidente che l’obiettivo 2035 influenzerà da subito il mercato. Chi ha intenzione oggi di acquistare un’auto ad alimentazione tradizionale o ibrida sa già che è destinata a svalutarsi in fretta, in quanto sparirà dal mercato nel giro di 14 anni.
LE DOMANDE SUL TAPPETO
Alcune cose ancora non sono chiare. Ad esempio: che ne sarà delle auto benzina già in strada nel 2035? Fino a quando potremo utilizzarle? Rimarrà il via libera per le cosiddette auto storiche? E che caratteristiche dovranno avere per essere definite tali nel 2035?
L’OCCUPAZIONE
Le ricadute saranno pesanti. Si pensi ai gestori delle stazioni di servizio, ma anche a tutto ciò che ruota attorno agli oleodotti, alle raffinerie, alle autobotti che distribuiscono il carburante. E poi chi fabbrica i componenti del motore tradizionale. E che dire poi delle tante autofficine? Le auto elettriche sono prive di lubrificanti, filtri e olio, hanno appunto meno componenti. Chi non dovrebbe soffrire sono gommisti e carrozzieri, ma per i meccanici il futuro vede la necessità di ampliare e differenziare le proprie competenze.
LE COMPAGNIE PETROLIFERE
Non si faranno certo cogliere di sorpresa. Già da tempo hanno infatti messo le mani sul nuovo mercato, grazie al controllo di diverse società che producono le colonnine elettriche.

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