AGROALIMENTARE • Il tema è stato affrontato ieri alle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona. Tra speranze e preoccupazione
Parliamo della cosiddetta “carne sintetica”, problema affrontato nell’incontro “Meat.it-Il nuovo mercato della carne e dei suoi derivati” che si è tenuto nel pomeriggio in Sala Guarneri.
Nell’ultimo numero di ottobre avevamo riportato come alla fiera Tuttofood di Milano l’argomento aveva suscitato allarme nell’incontro cui era presente il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli. Era stato il segretario generale di Coldiretti Enzo Gesmundo che aveva affermato: «La nuova frontiera è la carne sintetica. Non parlo dei cosiddetti hamburger vegetali, ma della vera e propria fabbrica della carne. Il nostro Forum di Cernobbio dedicherà ampio spazio a questa importante partita, una partita decisiva che avrà solo vinti e vincitori. E noi dobbiamo vincerla così come abbiamo vinto quella contro gli ogm. Dobbiamo sapere che questo è un ogm al cubo: oggi la biologia sintetica ha 400 milioni di dollari di investimenti. Il Made in Italy deve trovare una capacità sistemica forte. I grandi potentati economici vogliono arrivare a una dieta unica mondiale».
Ma di cosa stiamo parlando? Di una carne che si propone di risolvere un ormai annoso problema etico: come non rinunciarvi salvaguardando non solo il benessere ma anche la vita degli animali? La crescente sensibilità verso il mondo animale ha portato sempre più persone a scegliere diete vegetariane se non vegane. Da parte loro c’è il rifiuto della sola idea di uccidere animali per nutrirsene, come l’uomo ha fatto sempre nella sua storia. Oggi la tecnologia ci viene in aiuto, ed è possibile utilizzare tessuto biologico di cellule coltivate per produrre carne in laboratorio. Ma si tratta di carne sicura? E avrà un prezzo competitivo? E che ne sarà di tutta la filiera della carne, che rappresenta una risorsa fondamentale per il nostro territorio?
Domande cui è difficile oggi dare risposte certe, a parte il prezzo, che probabilmente è destinato a scendere una volta che la tecnologia avrà fatto passi avanti. La carne sintetica, detta anche carne coltivata, o carne pulita, o artificiale, è un prodotto di carne animale che non è mai stato parte di un animale vivo. La prima dimostrazione pubblica si è avuta nel 2013 a Londra, ad opera di ricercatori olandesi che crearono il primo hamburger in vitro. L’hamburger fu cucinato e mangiato nel corso della conferenza stampa: fu definito buono ma dal sapore differente per la mancanza di grasso.
A cavallo del nuovo millennio la ricerca si è sviluppata grazie anche a generosi fondi messi a disposizione della ricerca. Arrivare alla vera e propria commercializzazione non è semplice, ma lo scorso anno il primo tentativo ha dato i suoi frutti: i bocconcini di pollo coltivati hanno superato la revisione di sicurezza (sono necessari un paio di anni) e sono stati venduti a Singapore. Molte sono le startup di carne coltivata sorte nell’ultimo decennio, e anche i primi personaggi pubblici hanno appoggiato l’iniziativa: tra questi l’attore Leonardo Di Caprio.
Dal punto di vista della salute, si sta valutando l’inserimento di acidi grassi Omega-3 nella carne sintetica, che ha il vantaggio di non essere esposta a batteri e decomposizione, e nemmeno a sostanze chimiche o tossiche. Un’altra conseguenza positiva riguarda l’impatto ambientale, con riduzione del gas serra e disponibilità di terreni oggi utilizzati ai fini dell’allevamento. Alcuni ricercatori però sostengono che sostituire le tradizionali emissioni di metano con emissioni, sia pur minori, di C02, porterà ad un maggiore inquinamento, così come il processo di creazione delle cellule.
Alcune aziende sono convinte che un giorno non molto lontano la tecnologia capace di creare carne sarà disponibile addirittura nelle nostre case.
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