Alaquàs e la storia a lieto fine del “Cremona”

Il Gemellaggio


VANNI RAINERI
Oggi si parla soprattutto del gemellaggio di Cremona con la bavarese Füssen (sottoscritto nel 2018 dal sindaco Galimberti), ma nella storia di Cremona ci sono stati altri gemellaggi. Uno di questi (l’unico che sopravvive, assieme appunto a quello con Füssen) è con la spagnola Alaquàs, nei pressi di Valencia, con la quale all’inizio del secolo ci furono scambi culturali molto interessanti. E proprio ad Alaquàs oggi il nome Cremona indica addirittura un quartiere, in particolare un istituto scolastico che ha fatto molto parlare di sé negli ultimi anni sino al lieto fine del 2021.

Ma perché del gemellaggio tra Cremona e Alaquàs si sono perse le tracce? Non se ne parla più da almeno un decennio, ed è un peccato, sia per lo scambio proficuo avvenuto in passato sia per il ritorno promozionale della nostra città in terra iberica.

L’impressione è che i legami istituzionali seguano i rapporti tra i sindaci. Quando questi cambiano non sempre la continuità delle relazioni è garantita, più probabile che chi arriva individui nuove partnership in base alle proprie sensibilità. Sta di fatto che una stagione che diede grandi soddisfazioni tra il 2004 e il 2009 non ha trovato continuità.

A Cremona la testimonianza più concreta del gemellaggio è il “Giardino Città di Alaquàs”, che si trova in Largo Ragazzi del ’99 nei pressi della sede del Politecnico di Milano di via Sesto. Ad Alaquàs il nome di Cremona circola decisamente di più. Per dire, nel quartiere in cui si trova il “Ceip Ciutat de Cremona” recentemente è stato aperto un negozio di motociclette, ed il nome prescelto è stato proprio “Cremona Motos”, come si nota nella foto qui a fianco, scattata questa settimana.

Ma perché si è discusso tanto dell’istituto scolastico “Città di Cremona”? L’intitolazione avvenne nel 2007, ma per ben 14 anni gli alunni hanno dovuto essere ospitati in una vera e propria baraccopoli. Nel 2014 la comunità educativa del Ceip ha protestato contro i tagli decisi alle linee educative della scuola, tanto che genitori, studenti e funzionari scolastici, sostenuti dai cittadini di Alaquàs, da vari partiti politici e vari gruppi, si erano “confinati” nella scuola e avevano diffuso un comunicato, nel quale lamentavano di non poter scegliere il progetto educativo del “Cremona” per motivi di pianificazione scolastica. Lamentavano anche che una trentina di famiglie a seguito delle novità erano costrette a portare i figli in un’altra scuola. Tutto questo mentre si era in attesa della costruzione dell’istituto, e le classi si svolgevano in aree prefabbricate, o meglio in vere e proprie baracche. Finalmente nel 2016 è partito il bando per la costruzione della scuola intitolata alla nostra città, per la quale sono stati investiti 5,5 milioni di euro più Iva. Sono state costruite 9 aule materne e 18 aule primarie, una sala mensa per 150 studenti che funziona su due turni (quindi per un totale di 300 bambini) e una palestra. Negli spazi esterni cortili, campi sportivi e aree a giardino. Trovava così successo il grande sforzo dei cittadini per rivendicare aule dignitose invece delle vecchie baracche.

Tutto il mondo è paese, e la costruzione è andata oltre i termini previsti, tanto che tre anni dopo gli alunni ancora erano accolti nelle baracche, a causa di alcune modifiche al progetto che avevano ritardato i lavori.

Nel 2021 finalmente le opere si sono concluse: dopo 14 anni (l’intitolazione del “Cremona” risale al 2007) trascorsi nei prefabbricati, e di lotta nella piattaforma “Tots som Cremona” (“Tutti siamo Cremona”, in valenciano), all’inizio dell’anno scolastico i primi 100 alunni (quelli della scuola infantile) hanno fatto il loro ingresso nel nuovo edificio. La maggior parte degli studenti, quelli della scuola primaria, li hanno imitati alcuni mesi più tardi.

LA MOSTRA in castello e lo stradivari di krylov. Un 2007 sfavillante e una relazione ormai dimenticata

L’apice dei rapporti tra Cremona e Alaquàs si raggiunse nel 2007, grazie ad una mostra intitolata “Realismo y espiridualidad” che esponeva nel Castello appena restaurato della città spagnola opere dei più grandi pittori cremonesi (Campi, Anguissola, pure Caravaggio) e spagnoli tra il XVI e il XVIII secolo.

Il gemellaggio era nato ufficialmente tre anni prima, nel 2004, e a firmarlo furono i due sindaci: Paolo Bodini per Cremona e Jorge Alarte Gorbe per Alaquàs. Nel 2007 sindaco cremonese era Gian Carlo Corada, mentre Alarte Gorbe era ancora in carica. Il politico spagnolo, classe 1973, fu sindaco di Alaquàs dal 1999 al 2009, poi segretario generale del Partito Socialista per la Regione Valenciana e deputato del Parlamento Valenciano fino al 2015, ed oggi è Direttore Generale delle Relazioni con le Comunità Autonome e Rappresentanza Istituzionale della Generalitat Valenciana.

La sua figura, nella sua città di origine, è legata proprio al recupero del bellissimo castello che si trova al centro della città e che ospitò quella mostra simbolo della connessione che si era creata tra le due città. Il catalogo ripercorreva le influenze spagnole nella storia, nell’arte e nella cultura cremonese, e conteneva diversi saggi che testimoniavano l’antico legame: i temi erano l’epoca degli Asburgo di Spagna nel nostro territorio, le influenze spagnole nella nostra devozione popolare, la figura di Janello Torriani, l’inventore cremonese naturalizzato spagnolo, quella dello scultore cremonese Giacomo Bertesi inseritosi nel panorama valenciano, gli ispanismi nel dialetto cremonese. Tutte testimonianze di una liaison antica, risalente ai tempi in cui Cremona era sotto il dominio spagnolo. Fu alla fine del Seicento che Don Felix Pardo de la Casta, fratello di quel Don Baltasar che era signore di Alaquàs, venne nominato governatore militare di Cremona, dove conobbe e sposò Margherita Lodi: oggi è tumulato nella chiesa di Sant’Ilario. Un suo discendente, Giovan Battista Manfredi, alla morte di Don Baltasar Pardo de la Casta ereditò la signoria di Alaquàs, non avendo il defunto alcun discendente diretto. Ecco perché la ristrutturazione del castello che ospitò quella signoria è ritenuto tanto importante soprattutto per il legame con Cremona.

Anche la tradizione liutaria cremonese si esibì in quel marzo del 2007, quando la mostra venne inaugurata, assieme ad altre esposizioni secondarie sulle tradizioni cremonesi. Questo grazie alla presenza di Sergej Krylov che suonò il violino Stradivari Vesuvius, mentre il mese dopo, per una settimana, in una delle sale del castello fu esposto lo Stradivari Clesbee. In marzo Corada, gli allora assessori Baldani e Berneri e altri componenti della delegazione cremonese furono accompagnati da alcuni giornalisti, tra cui il sottoscritto, e assistemmo alla grandiosa inaugurazione all’interno e all’esterno del castello, una festa cui parteciparono tantissimi abitanti della città spagnola gemellata.



Tornai ad Alaquàs alcuni mesi dopo, a fine giugno, per testimoniare la chiusura di quella mostra. Ebbi la conferma che Alaquàs destinò un’accoglienza davvero speciale ai quadri cremonesi. Si chiudeva una manifestazione memorabile, che aveva raccolto oltre 35mila visitatori, suggellata da un concerto di strumenti ad arco, ennesimo omaggio a Cremona, chiusosi con l’Inno alla Gioia di Beethoven, l’inno dell’Europa. Nel corso di un’intervista il sindaco Alarte Gorbe mi anticipò la notizia di una mostra di incisioni originali di Picasso che Cremona avrebbe ospitato due anni dopo (si intitolerà “Picasso. Suite347”, dal 5 aprile al 28 giugno 2009), segno del riconoscimento per lo sforzo fatto allora da Cremona. In quel 2007 fu anche intitolata a Cremona la scuola che avrebbe atteso 14 anni per essere realizzata. Oggi il nome “Cremona” circola frequentemente per Alaquàs, anche se i propositi dei due sindaci di approfondire sempre più il gemellaggio per “contribuire alla costruzione di un’Europa di tutti” fu poi disattesa da un legame che da allora non si è più alimentato.

Commenti