Giovani, Covid e salute mentale

LA RICERCA • Crescono del 34% i sintomi di depressione. Dal 2019 al 2021 l’attività fisica è crollata


Benedetta Fornasari
I giovani e il Covid-19. Nel terzo anno di pandemia sono sempre più al centro dell’attenzione le problematiche e i disagi sofferti dai bambini e dai ragazzi. Cambiamenti significativi dei loro stili di vita, una maggiore sedentarietà associata all’eccessivo utilizzo dei dispositivi elettronici; la cosiddetta fatica pandemica e i correlati sintomi depressivi; l’insorgere di cattive abitudini alimentari e di disturbi del sonno. In generale, si tratta di effetti psicologici e fisici causati da uno stravolgimento delle abitudini. Una ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports, e riportata dal sito di informazione lavoce.info, analizza proprio le conseguenze del Coronavirus sulla salute mentale degli studenti nel periodo compreso tra la primavera del 2019 e del 2021. Lo studio, che ha interessato gli universitari di Pittsburgh in Pennsylvania (Stati Uniti), ha evidenziato un considerevole peggioramento del benessere psicofisico con un aumento del 34%, rispetto al periodo pre-pandemico, di studenti che hanno manifestato sintomi di depressione clinica. È emerso che, nonostante il 95% del campione dei giovani intervistati nell’aprile dello scorso anno avesse già ricevuto almeno la prima dose del vaccino (e l’85% entrambe le dosi), e nonostante le riaperture di università e delle attività commerciali, sia l’attività fisica sia la salute mentale sono rimaste al di sotto dei livelli pre-Covid. Alcuni dati: l’attività fisica, crollata da una media giornaliera di 10mila a 4.600 passi durante la prima ondata, è rimasta al di sotto dei 7 mila passi sia nell’autunno 2020 sia nella primavera del 2021. L’attività fisica non-sedentaria è passata da 4 ore e 20 minuti prima della pandemia a meno di 3 ore nel corso della prima ondata e a poco più di 3 ore e mezza nell’autunno 2020 e nella scorsa primavera. Il tempo trascorso davanti allo schermo è più che raddoppiato, passando dalle 2 alle 5 ore durante la prima ondata per poi assestarsi attorno alle 3 ore per tutta la primavera del 2021.

Quando si parla di benessere dei giovani non si può fare a meno di citare la scuola, agenzia educativa fondamentale per la crescita delle nuove generazioni. Laurentiu Strimbanu, Presidente della Consulta delle scuole superiori della provincia di Cremona frequentate da 19mila ragazzi, conferma quanto la pandemia stia mettendo a dura prova da un punto di vista psicologico e sociale i suoi coetanei. «La didattica a distanza – spiega - è stata dichiarata inefficiente in base ai dati raccolti dalle prove Invalsi dell’ultimo anno, che dimostrano un grosso calo da parte degli studenti che negli ultimi anni ne hanno fatto uso. Non è meno importante il danno psicologico e sociale che essa comporta agli studenti: sarebbe scandaloso chiudere le scuole e lasciare tutto il resto aperto. Si potrebbe fare, ma significherebbe che il progresso fatto con la campagna vaccinale sarebbe ingiustamente vanificato perché ci ritroveremmo nella stessa identica situazione dell’anno scorso. Bisogna assicurare ai ragazzi maggiore sicurezza, per questo motivo servono più controlli sui mezzi pubblici su cui spesso le regole non sono rispettate. Sarebbe anche utile prevedere degli screening e reintrodurre il tampone gratuito per gli studenti, in modo che la scuola non rappresenti un veicolo di contagio così ampio soprattutto per i familiari. Purtroppo, è un momento difficile ma non possiamo nasconderci facendo uso della soluzione più semplice. Anzi, per uscire dalla pandemia dobbiamo affrontarla e imparare a conviverci».

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