Dalla legna al poke in meno di cent’anni

Le abitudini di consumo degli italiani nel nuovo paniere dell’Istat. Nell’elenco anche tamponi e sierologici


ENRICO GALLETTI
L’evoluzione del paniere è, in piccolo, l’evoluzione dell’Italia. Quell’insieme di beni e servizi, ma soprattutto le variazioni di prezzo, ci restituiscono ancora oggi un dato importante: quello dell’inflazione. Il paniere esiste dal 1928, due anni dopo la nascita dell’Istat, e vive ancora oggi. Quello che è profondamente cambiato nel tempo è il suo contenuto, a testimonianza delle abitudini di spesa di chi abita in Italia. In quel primo paniere, attivo fino al 1938, accanto all’energia elettrica e al gas compaiono la legna secca per il riscaldamento e quella per la cottura dei cibi, che rimandano a un’Italia rurale, con le cucine economiche nelle case e i caminetti per riscaldare gli ambienti. La legna da ardere figurerà ancora nella lista fra il 1939 e il 1966, mentre nel 1967-70 troviamo un più generico “legna” che scompare nel paniere successivo, quello degli anni 1971-75. Nella seconda metà degli anni ’50, nel paniere entra la sottoveste, che ne uscirà all’inizio degli anni ’70. Nel ’77 compaiono gli zoccoli, quelli che le ragazze indossavano all’epoca sotto i jeans e le gonne a fiorellini. Negli stessi anni, come new entry ci sono le merendine e la Coca Cola. È l’86: ecco entrare la carta da lettera, che scomparirà dopo un decennio, sostituita dall’e-mail. Nel ’96, largo al walkman e all’autoradio con il frontalino estraibile. L’auto e la moto fanno la loro prima comparsa nel paniere nella seconda metà degli anni ’60, simbolo dell’espansione economica del Paese che ha reso accessibili questi beni a una platea più vasta di famiglie. Sulla spinta delle vittorie di Alberto Tomba, lo sci (a inizio anni Novanta) diventa uno sport di massa, e nel paniere, nel ’91, entrano le scarpe da sci, ma non gli sci, più frequentemente affittati. Questi ultimi arriveranno nel ’96. Nel 2018 è la volta di mango e avocado, segno di nuove abitudini alimentari. Soltanto un decennio prima non sarebbe stato pensabile trovare sui banchi dei mercati questi prodotti esotici che oggi figurano sempre di più sulle nostre tavole. Nello stesso anno – il 2018 – scompaiono dal paniere i servizi di telefonia pubblica, segno di un cambiamento radicale nelle comunicazioni (i telefoni cellulari erano entrati nel 1996, l’abbonamento a Internet nel 1999). E veniamo ai dati più recenti. Quest’anno il paniere per il calcolo dell’indice Nic (l’indice nazionale dei prezzi al consumo per la collettività nazionale) e Foi (l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati) è composto da 1.772 prodotti, contro i 1.731 del 2021.

E il Covid sembra dettare le regole. Entrano nel paniere 2022: sedia da PC, friggitrice ad aria, saturimetro (o pulsossimetro), psicoterapia individuale, test sierologico, molecolare e rapido per Covid-19, poke take away, streaming di contenuti musicali. Fuori invece compact disk e hoverboard.

L’Istat ha anche diffuso le stime della variazione dei prezzi al consumo di gennaio, registrando, al lordo dei tabacchi, un aumento dell’1,6% su base mensile e del 4,8% su base annua (da +3,9% del mese precedente). L’ulteriore accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +29,1% di dicembre a +38,6%), degli alimentari, sia lavorati (da +2,0% a +2,4%) sia non lavorati (da +3,6% a +5,4%) e a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,3% a +3,5%). Rallentano invece i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,6% a +1,4%), condizionati dalle limitazioni alla mobilità dovute alla pandemia. L’inflazione di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi, rimane stabile a +1,5%, mentre quella al netto dei soli beni energetici a

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