Stessa spiaggia stesso mare Ma il bagnino cambierà

DEMANIO • Il Consiglio dei Ministri ha approvato il provvedimento: a gara le spiagge dal 2024


VANNI RAINERI
Della direttiva Bolkestein e delle sue conseguenze abbiamo scritto più volte negli anni scorsi. Non è stato difficile immaginare che prima o poi i nodi sarebbero venuti al pettine, e ora finalmente il Governo italiano, dopo una serie di infrazioni da Bruxelles, ha recepito la direttiva e ha stabilito che, almeno per le spiagge (poi sarà la volta di altre concessioni, e di nuove polemiche), a partire dal 2024 si procederà con gare per affidarne la gestione.

In precedenza il Governo aveva prorogato le gestioni attuali fino al 2033, ma a bocciare il provvedimento era stato il Consiglio di Stato. D’altro canto anche politicamente sarebbe stato difficile scontrarsi con l’Europa ora che sono in arrivo i finanziamenti del Pnrr, condizionati a una serie di riforme.

Alcuni partiti, in particolare del centrodestra, continuano ad essere contrari alle gare, e minacciano battaglia in Parlamento, ma il sì al riordino delle concessioni in Consiglio dei Ministri è stato unanime, al di là delle posizioni sbandierate.

Ed ora cosa accade? Semplicemente, dopo l’estate del 2023, ogni spiaggia che lo Stato “affitta” ai gestori degli stabilimenti balneari (va ricordato che le spiagge sono beni demaniali, quindi inalienabili) verrà messa a gara, e il miglior offerente (con parametri che non avranno solo valore economico) ne avrà in carico la gestione. Ciò, ha promesso il governo, si estenderà anche per le concessioni su laghi e fiumi.

Una delle perplessità era legata alle migliorie fatte dagli attuali concessionari: si è deciso che lo Stato procederà ad indennizzi nel caso di mancata conferma della gestione. Sembra che ci possa essere anche una prelazione riservata ai soggetti che nei 5 anni precedenti hanno avuto la concessione balneare come unica fonte di reddito.

Al bando di gara potranno partecipare tutti, ci sarà attenzione per i diversamente abili, e si preferirà la posa di attrezzature non fisse. C’è chi teme che grandi aziende straniere possano fare incetta di spiagge italiane, ma al momento non ne esistono, e va detto che l’Italia è l’unico Paese in cui nelle maggiori località turistiche la quasi totalità delle spiagge è gestita da privati. Basta andare in Francia o in Spagna, principali nostri competitors, per notare una grande differenza in questo senso. In questi giorni c’è chi afferma che in Croazia si è fatta una norma per aggirare la Bolkestein, ma la realtà è che in Croazia di stabilimenti balneari non c’è nemmeno l’ombra.

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