Una nuova vita per la Casa di Stradivari

CORSO GARIBALDI • La neonata Fondazione ha presentato l’ambizioso progetto di recupero dell’immobile

Quanti cremonesi, passando davanti alla Casa di Antonio Stradivari, si sono chiesti negli anni perché Cremona non abbia saputo valorizzare una simile risorsa. Il successo dello splendido Museo del Violino e le immagini di Lena Yokoyama che si esibisce con uno Stradivari dal tetto dell’ospedale durante il momento più duro della pandemia non hanno fatto altro che rinsaldare il legame tra il più grande liutaio e la sua città. Oggi finalmente quei passanti perplessi hanno una risposta.
Ieri mattina, all’interno della cosiddetta Casa Nuziale di Stradivari, in Corso Garibaldi 57, la neonata Fondazione Casa Stradivari ha presentato il progetto di recupero che si propone di consegnare alla città un luogo iconico, che certamente farà da polo attrattivo per i tanti amanti della liuteria nel mondo.
In quella casa Stradivari visse per 13 anni, tra il 1667 e il 1680, subito dopo il matrimonio con la prima moglie Francesca Ferraboschi che si celebrò nella vicina chiesa di Sant’Agata.
A presentare il progetto il presidente della Fondazione Antonio Gambardella e il Direttore Artistico Fabrizio von Arx. Presenti anche l’altro dei tre soci fondatori, Stefania Soldi, in rappresentanza della famiglia proprietaria dell’immobile, il sindaco Gianluca Galimberti, gli assessori comunali Luca Burgazzi e Barbara Manfredini, il Conservatore delle Collezioni del Museo del Violino Fausto Cacciatori e diversi esperti tra i quali alcuni mecenati.
«Io seguo imprenditori che si occupano di tecnologia e innovazione - ha esordito Gambardella, svizzero di adozione -, quindi di giovani e futuro, e il futuro è sostenibile se ha un passato solido come questo. Siamo emozionati di presentare un sogno che si realizza, colmando un vuoto a Cremona. Il progetto è nato dalla volontà del grande violinista Fabrizio von Arx nel 2020, in un viaggio in cui riportava il suo violino Stradivari a Cremona. Si vuole valorizzare il patrimonio artistico partendo dal luogo fisso: Cremona è centrale nel mondo della musica e questo genio che qui ha vissuto, uscendo dalla bottega di Amati e alla ricerca della risonanza perfetta, diede vita al progetto di musica che ancora oggi ascoltiamo. Proprio qui dove siamo (al piano terreno, ndr) si trovava la sua bottega, poi negli anni ’50 c’era una tintoria e più recentemente un negozio di oggettistica. La casa era stata lasciata andare ma alcune zone sono rimaste intatte da quei tempi antichi, ad esempio l’altana dove Stradivari metteva ad asciugare gli strumenti. Non esiste al mondo violinista che non conosca l’esistenza di questa casa e che non senta l’esigenza di visitarla. Pensiamo che David Garrett postò su Facebook una foto al fianco della statua di Stradivari qui in strada e ricevette 17mila likes: Cremona ha 80-90mila visitatore l’anno, facile immaginare il potenziale di questo progetto».
Entrando nel dettaglio: la casa è su tre piani, più lo scantinato e l’altana. Lo strumento sarà centrale: ci saranno liutai che lavorano il legno sull’insegnamento del Maestro e che esporranno le loro opere. Oltre all’atelier del pianterreno, ci saranno sul retro gli uffici e gli ascensori per salire ai piani superiori. Nel sotterraneo altri spazi espositivi, al primo piano il laboratorio musicale, la sala studio e la sala multimediale. Al secondo piano la residenza e la sala lettura, da cui si sale all’altana. Gambardella ha chiuso affermando che il cantiere aprirà a fine febbraio e i lavori dovrebbero concludersi in autunno. Quanto al finanziamento: «I capitali privati li abbiamo già, non sono cremonesi ma si sono messi a disposizione, a dimostrare come il progetto sia rilevante. I soldi non saranno un problema».
Fabrizio von Arx ha parlato di questa giornata come di un sogno: «Suonare uno Stradivari è l’ambizione di ogni musicista. Io ho studiato tre anni alla Stauffer poi ho approfondito la storia di Stradivari. La sua visione della risonanza veniva dal continuo contatto con altri liutai in uno scambio di idee formidabile, e questa casa-studio deve essere una fucina di idee: vi saranno invitati anche artisti di diverso genere, alcuni dei quali, contattati, sono già commossi all’idea. Cremona è stata ed è tuttora capitale della musica, pensate quanto sarebbe bello riportare qui i violini Stradivari. Questa casa sarà aperta alle altre istituzioni di Cremona che si muovono benissimo nei loro ambiti, come la Stauffer stessa».
Sono poi intervenuti gli amministratori comunali. Galimberti si è mostrato emozionato, e ha ricordato come il 2020 sia stato un anno drammatico ma ideale per coltivare la speranza, Burgazzi e Manfredini hanno sottolineato come la potenzialità di Cremona stia nella capacità di far dialogare le sue istituzioni.
Dopo la presentazione alla stampa del progetto, nel pomeriggio si sono svolti presso l’Auditorium del Museo del Violino altri due eventi promossi dalla Fondazione: la proiezione del documentario “For the next 300 years” e, subito dopo, il concerto di Fabrizio von Arx e Kit Armstrong.
Cremona si appresta dunque a riaprire la prima bottega del più grande liutaio di tutti i tempi. Sono passati 342 anni dal giorno in cui Stradivari lasciò questa casa, oggi è giunto il momento di riempirla di tutto ciò che lo ricorda e ne esalta la genialità.

Commenti