Galletti, l’indicato speciale di Forbes

L’intervista • La nota rivista l’ha inserito tra gli under 30 italiani più influenti. Enrico si racconta con ironia


VANNI RAINERI
Due cremonesi, meglio due casalaschi della zona piadenese, sono stati inseriti dalla rivista Forbes nel prestigioso elenco degli under 30 “che con le proprie idee e il proprio talento stanno contribuendo a rivoluzionare il nostro modo di vivere, di lavorare, di divertirci e di mangiare”.

Si tratta di Alessandro Bastoni, 22enne calciatore dell’Inter e della Nazionale di calcio, di Piadena, e di Enrico Galletti, coetaneo di Alessandro, giornalista che da anni, nonostante la giovanissima età, conduce su Rtl 102.5 i programmi mattutini “Non stop news” e “L’indignato speciale” e scrive sul Corriere della Sera, con articoli che spesso hanno rilievo in prima pagina. Insomma, la prima radio per ascolti e il primo quotidiano per numero di lettori in Italia, cui si aggiunge, cosa di cui la nostra redazione va particolarmente fiera, la collaborazione con Il Piccolo.

Enrico è stato intervistato dalle principali testate cremonesi e non solo per questo importante traguardo. Ha parlato delle interviste ai più importanti politici nazionali, della soddisfazione di avere avuto sin da 18enne la fiducia dell’editore di Rtl 102.5 Lorenzo Suraci, tanto da essere stato da lui scelto per sostituire nomi che hanno fatto la storia dell’emittente radiofonica quali Fulvio Giuliani e Pierluigi Diaco.

Potevamo noi sottrarci all’intervista al giovane giornalista in rampa di lancio? No di certo, ma la nostra è un’intervista semiseria, cui Enrico si presta con piacere nei ritagli di una giornata di lavoro.

Il tuo primo pezzo su un quotidiano.

«All’età di 15 anni».

Il primo sul Corriere?

«Avevo appena compiuto 18 anni e scrissi un articolo sui 18enni che votavano per la prima volta. Mi diedero una pagina intera, dal titolo “Primo voto”».

Il primo sul Piccolo?

«Era il 2 dicembre 2017, l’articolo era intitolato “La panchina rossa del Manin contro la violenza sulle donne”. Io allora frequentavo proprio l’ultimo anno del Liceo Classico Manin».

Hai mai avuto una storia con un personaggio famoso? No, lasciamo stare. Qual è il tuo pesce di lago preferito?

«Il luccio, ma cucinato in salsa come fa La Crepa».

Cosa pensi della censura politica?

«Non mi è mai capitato. Il mio editore è libero».

Sai che dietro ai complimenti si nasconde spesso una dose di invidia?

«Se è invidia, credo sia ingiustificata»

Ma stai sulle scatole a dei colleghi?

«Tutti stiamo sulle scatole a qualcuno. Se vuoi ti faccio i nomi»

Lasciamo stare.

«Le iniziali?»

Passiamo oltre. Ti piacciono i segnali stradali?

«Li trovo utili»

Qual è il personaggio che hai intervistato che stimi di più?

«Tanti, ad esempio in politica….»

Lasciamo stare la politica. L’animale che odi?

«La nutria. A Milano però non esistono»

Già, tu ormai vivi a Milano anche se ogni settimana torni a casa. È vero che Milano sta vivendo un momento d’oro?

«Sì, la città ha avuto un rilancio incredibile. A Milano c’è tutto, e credo che chi ci vive l’apprezzi proprio per questo».

Cosa pensi dei consigli che ti dà la gente?

«Utilissimi, sono il motore della crescita personale»

Ok. Adesso la risposta sincera.

«Utilissimi, sono il motore della crescita personale»

Nell’elenco di Forbes ci sono Ludovico Tersigni, Blanco, Rkomi, Sangiovanni, Matteo Berrettini, oltre al tuo amico Bastoni. Saranno orgogliosi di avere il loro nome affiancato al tuo.

«Semmai il contrario. Ma è un’intervista a senso invertito?»

Spesso ti fanno lo stesso complimento che facevano a mia mamma sarta. Hai stoffa.

«Forse lei dava del filo da torcere»

Che fai, le battute?

«Mi adeguo al contesto»

Ti piacerebbe fare tv?

«Non ci ho mai pensato. Certo so che per chi sogna di fare la tv la radio è una scuola senza paragone»

Sei stato ospite spesso in televisione. Un tipo di programma che ti piacerebbe condurre?

«Interviste. Chiacchierate spontanee però, e non ingessate. Come questa»

Io sono più bravo di te ma non sono mai entrato in nessuna classifica. Perché?

«Non smettere di crederci».


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