Arte e ambiente, il Touring riapre ai turisti

il recupero degli ex monasteri
«QUELLO DI SAN BENEDETTO È UN AMBIENTE BELLISSIMO: CREDO SIA QUESTO IL RECUPERO PIÙ URGENTE, PER IL GRANDE AFFRESCO DEL MASSAROTTI SULLA VOLTA»


Vanni Raineri
Mariella Morandi si è occupata più volte degli ex monasteri cittadini, patrimonio architettonico e artistico fondamentale che per tanti anni ha atteso un recupero complicato. Ha scritto sul tema di- versi saggi, il primo dei quali ben 40 anni fa. Oggi il parco dei monasteri è formato dal monastero di Santa Chiara (poi caserma di San Martino), quello di San Benedetto (poi caserma Pagliari), e quello del Corpus Domini (poi ospedale mili- tare). Un’area di grande pregio che compone un triangolo speciale, con i vicini monasteri di Santa Monica (poi caserma Goito), recentemente oggetto di un profondo restauro da parte della Fondazione Arvedi Buschini che l’ha trasformato in un eccellente campus universitario, e dell’Annunziata (poi caserma Manfredini), dove sempre col sostegno della Fondazione si vuole ricavare la nuova sede e il campus del Politecnico, con aule, laboratori e alloggi.

Chiediamo dunque per prima co- sa a Mariella Morandi se si ritenga soddisfatta delle operazioni in corso.
«Già nel 1975 gli ex monasteri furono tra i siti individuati per ospitare l’Università e se ne scrisse sul periodico Cremona Produce. Poi calò il silenzio. Su incarico della Sovrintendenza iniziai, io ed alcune colleghe, ad occuparmene nel 1982, facendo le schedature di questi complessi. Lì partì lo studio: per la prima volta si mise mano ai documenti d’archivio per effettuare la ricostruzione. Seguì un altro lun- go periodo di stand by, fatta eccezione per qualche sporadico inter- vento, come l’affresco della chiesa di San Benedetto fatta restaurare dal Rotary. Quello di San Benedetto è un ambiente bellissimo chiuso da tempo: credo sia questo il recupero più urgente, per l’ambiente di pregio e il grande affresco del Massarotti sulla volta. Al recupero di Santa Chiara provvide lo Stato per insediarvi uffici: fu un restauro approssimativo, che però ha avuto il merito di fermare il degrado. A seguito di un ulteriore periodo di silenzio, a muovere le acque fu il grande sogno del parco dei monasteri di Massimo Terzi. Dopo i tanti freni burocratici, finalmente questo importante recupero di Santa Monica che ha ricavato spazi molto belli. Appena ho visto gli ambienti restaurati ho pensato che sarebbe stato bellissimo studiare in quel luogo. Quanto all’Annunziata, si farà: c’è la garanzia della presenza della Fondazione Arvedi Buschini. Credo che tutto ciò dovrebbe portare all’insediamento attorno a quell’area di diverse attività: se i cremonesi saranno attenti ciò accadrà. Ricordo che dopo l’inaugurazione di Santa Monica, all’uscita cercai inutilmente un bar per bere un caffé».

Rimane aperta la questione del parco dei monasteri.
«Io ci spero, perché una cosa tira l’altra. L’auspicio è che non tornino ad essere posti chiusi alla fruizione cittadina. Anche la zona verde attorno merita una conservazione accurata».

Lei si è occupata anche di recupero delle cascine. Un argo- mento che alcuni politici stanno rilanciando negli ultimi tempi.
«È vero che si tratta di interventi costosi ma credo sia necessario recuperarli all’edilizia abitativa in- vece che fare nuovi insediamenti cementificando aree agricole».

Le cascine più suggestive spesso si trovano in zone molto isolate. «È vero, ma nei nostri paesi c’è un proliferare di ville e villette anche di qualità edilizia discutibile, e nel contempo ci sono grandi spazi con qualità architettoniche in totale abbandono. Comprendo il discorso economico, ma si tratta anche di dare indirizzi politici. Non è il settore di cui mi occupo, ma credosia legittimo privilegiare il recupero rispetto alla costruzione ex novo che sottrae terreno destinato ad altro. Non si tratta certo di un tema nuovo, tanto che qualche cascina è stata recuperata anche in pieno centro storico, ma va nella direzione indicata dal Touring Club Italiano del recupero dei borghi con le bandiere arancioni che valorizzano i piccoli centri che hanno sa- puto recuperare qualità ambientali. Comprendo però che si tratta di un discorso molto ampio».
A proposito di Touring Club Italiano, lei da 19 anni è console per Cremona. Cosa è stato fatto

in questo periodo per Cremona?
«Io sono socia Touring da molto tempo, sono stata una grande fruitrice delle guide rosse. La sezione di Cremona fu una delle prime dopo la fondazione del 1894: la vecchia sede era al Caffè Soresini, vicino ai giardini pubblici. So- no stata prima console per tanti anni al fianco di Carla Bettinelli Spotti che ha fatto moltissimo per Cremona. Oggi mi affiancano tre vice consoli: Loredana Guindani, Carla Pozzali e Marida Brignani, cui si aggiungono Sandro Busetti console aziendale e Tina Corsi responsabile dell’organizzazione dei volontari. Per prima cosa abbiamo organizzato tanti incontri, e diversi ne facciamo ancora per i soci ma aperti anche ai non soci: visite guidate e incontri culturali di vario genere per conoscere la città e il territorio, l’ultima è stata a Mantova. Visitiamo chiese, palazzi privati, giardini che spesso non sono visitabili. Il prossimo appuntamento sarà il 25 settembre, quando proseguiremo una serie di visite alla golena del Po e dintorni: saremo a Motta Baluffi, Cingia de’ Botti e Solarolo Rainerio, sempre nell’ottica di conoscere e tutela- re. C’è poi la grande iniziativa di “Aperti per voi”, che il Touring ha avviato nel 2005, noi nel 2008, e




che da allora si è allargata a varie città riscuotendo grande successo. Consiste nell’aprire luoghi generalmente chiusi se non visitabili con orari ristretti. I nostri volontari per il patrimonio culturale si occupano di aprire e accogliere i visitatori. Abbiamo 4 siti aperti: la strada romana di via Solferino, la chiesa di Santa Maria Maddalena, la chiesa della Santissima Trinità e la Cattedrale, aperta appositamente il sabato e la domenica nell’intervallo di pranzo. Quest’ultima iniziativa ha grande successo, se si pensa che nel mese di maggio vi hanno partecipato 2500 perso- ne (e giovedì 2 giugno erano 756,ndr). Proprio in Santa Maria Maddalena abbiamo provveduto ad eseguire diversi restauri grazie alle sponsorizzazioni: quadri, affreschi e un contributo per l’impianto di illuminazione. I volontari sono una quarantina, e la rivista del Touring ha dedicato loro un ampio servizio nel numero di aprile. Si tratta di un impegno limitato, in quanto basta garantire due turni in un mese nel periodo che va da Pasqua a ottobre con l’intervallo estivo. Ma ci servono giovani».

Dei problemi del ricambio generazionale nelle associazioni ci siamo occupati nello scorso nu- mero. Un problema che evidentemente tocca anche voi.
«Sì, i giovani mancano, spero che qualcuno si possa mettere a disposizione: basta rivolgersi alla mail “cremona@volontaritouring.it”, oppure nei siti di “Aperti per voi”».
Le guide del TCI, in particolare le guide verdi, sono nelle case di gran parte degli italiani. Oggi la fruizione è cambiata profonda- mente, sia per quanto riguarda hotel e ristoranti che le visite fatte utilizzando lo smartphone.


Il Touring come si è adeguato?
«Ci stanno lavorando, con una app e tecnologie digitali che spero abbiano successo. Purtroppo sappiamo bene i problemi che ha oggi l’editoria cartacea, ma la nostra ri- vista è tornata ad essere una bella rivista ricca di contenuti. Ora il te- ma lanciato è quello dei cammini, con particolare riferimento al fiume Po. L’idea in prospettiva è quella di fare qualcosa in più nel Casalasco, anzi spero che in quel territorio ci possa essere qualcuno che si voglia prendere l’impegno-piacere di collaborare con noi».

Sul Piccolo abbiamo più volte auspicato il recupero della via alzaia lungo tutto il Po. «Sarebbe un progetto bellissimo. Uno degli impegni che ci proponiamo riguarda proprio il Po. Già in passato l’iniziativa della riscoperta dei giardini storici ebbe un buon successo».
Da tempo il turismo si è avviato verso la valorizzazione dell’a- spetto “esperienziale”, fenomeno che si è acuito dopo la pande- mia. Come può sfruttare una città come Cremona il nuovo corso?«Io vedo che il campeggio a Pasqua era pieno di camper, segno che gli italiani stanno riscoprendo il nostro Paese. Cremona ha indiscusse potenzialità, ma non è ancora riuscita a promuovere un turismo che non si limiti a piazza del Duomo e dintorni. I numeri dei passaggi in Duomo indicano potenzialità, ma è un turismo limita- to, sporadico, i gruppi arrivano e si fermano in giornata. Ma c’è tanto da ammirare, ad esempio il nuovo museo diocesano».

Per chiudere, sogni nel cassetto?
«Che la filosofia del Touring venga condivisa sempre più. Come è scritto sempre a pagine 3 del- la nostra rivista, “il TCI è una libera associazione privata senza scopo di lucro che ha la missione di prendersi cura dell’Italia come bene comune, perché sia più conosciuta, attrattiva, competitiva e accogliente. Per questo il Touring Club Italiano tutela e valorizza il paesaggio, il patrimonio artistico culturale e le eccellenze dei territori, producendo conoscenza, pro- muovendo il volontariato diffuso e una pratica del viaggio etica, responsabile e sostenibile”».

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