Marta Cavalli tornerà presto in sella

CICLISMO • Messa ko dal tamponamento dell’australiana Nicole Frain, la campionessa azzurra si è dovuta ritirare dopo solo due frazioni, ma ha rassicurato tutti sulle sue condizioni. E la Ludwig le ha dedicato la vittoria di tappa


FORTUNATO CHIODO
Poco prima dell’arrivo del Tour maschile (dominato da Jonas Vingegaard), a tredici anni di distanza dall’ultima volta, la Grande Boucle ha raddoppiato. Si è alzato, infatti, il sipario sulla prima edizione al femminile dopo l’interruzione avvenuta nel 2009, che ha regalato un avvio scenografico: partenza sotto la Torre Eiffel di Parigi e arrivo sui Campi Elisi, dopo 82 km. C’era tanta Italia ai nastri di partenza, con Elisa Balsamo forte della maglia di campionessa nazionale e del mondo, la compagna Elisa Longo Borghini (tandem della Trek Segafredo), e l’azzurra cremonese Marta Cavalli della Fdj Suez Futuroscope, che dopo il secondo posto al Giro, era tanto attesa da campeggiare sulla prima pagina de L’Equipe (nella foto). Ma il Tour di Marta è durato pochissimo: nella seconda tappa è stata vittima di una spaventosa caduta e poi è stata centrata in pieno dalla campionessa australiana Nicole Frain. Con grande carattere, Marta è ripartita, ma il dolore si è fatto sentire e dunque ha preferito non continuare la corsa. Per lei un trauma cranico e un ricovero in ospedale per accertamenti clinici, ma nessuna frattura. Il suo casco, letteralmente deformato a causa del violentissimo impatto, le ha salvato la vita. Nelle ultime ore l’azzurra ha rassicurato tutti: « Sto bene e ho potuto tornare a casa. Grazie a tutti per il supporto». In suo onore, la squadra di Marta è stata protagonista nella terza tappa: sul traguardo di Épernay, dopo 133 km, si è imposta la danese Cecilie Uttrup Ludwig che ha distanziato di 2” la maglia gialla Marianne Vos (Team Jumbo-Visma). La battaglia per la vittoria è iniziata ai 500 metri dall’arrivo, con lo sprint in leggera salita che ha premiato la Ludwig, sul traguardo a braccia alzate e in lacrime, pensando al doloroso ritiro della compagna, la cui presenza era indispensabile per le ambizioni della danese, che ha rivelato al termine della tappa: «Marta lo abbiano fatto per te».

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