Cremo, ora servono fatti, non parole

CALCIO SERIE A • La pesante sconfitta con la Lazio ha lasciato più di un interrogativo sulla squadra e Alvini deve trovare le risposte, a partire dalla trasferta di Lecce


MATTEO VOLPI
Ripartire dalla concretezza. Smaltiti entusiasmo, vertigini, timori e luci della ribalta, per la Cremonese è giunta l’ora di iniziare a mettere fieno in cascina in chiave salvezza. La serie A, come già detto e ripetuto, è una vetrina importante per tutti: dalla società, al tecnico, a gran parte dei giocatori della rosa (molti dei quali al debutto). Ma ora, dopo un primo periodo di rodaggio, serve andare oltre. Ora serve dimostrarsi all’altezza. La brutta sconfitta con la Lazio (nella foto Us Cremonese) ha fatto vedere una Cremonese spettatrice troppo passiva: a Lecce urge una svolta. C’è chi parla di un problema tattico. Difficile prevedere un cambio radicale di modulo, visto che dovrebbe partire dalla difesa (da tre a quattro) e durante questa sosta Alvini avrà a disposizione pochissimi difensori a causa degli impegni delle nazionali (Lochoshvili con la Georgia, Vasquez con il Messico, Hendry con la Scozia, vittoriosa 3-0 con l’Ucraina) e qualcuno infortunato (Chiriches). Più in generale, meglio ridimensionarsi attraverso un atteggiamento più guardingo che conceda meno spazi agli avversari, all’insegna del prima non prenderle? Probabilmente sì, ma affiora qualche perplessità anche sulla gestione di alcune risorse. Ascacibar (stato fisico permettendo) sulla carta è il centrocampista più completo della rosa, determinato nel pressing e nei contrasti, rapido nel far ripartire l’azione. Statistiche alla mano, il mediano di La Plata nella scorsa stagione in Bundesliga (dove i ritmi sono più alti rispetto alla serie A) è stato quasi sempre titolare. Come mai oggi fa la riserva ad Escalante, che nelle scorse stagioni ha trovato pochissimo spazio con la Lazio di Inzaghi prima e Sarri poi? Zanimacchia fa male quando “strappa” in fascia, perché insistere nel farlo giocare trequartista, dove si ritrova costretto più a rincorrere che non ad essere rincorso? Starà ad Alvini sciogliere questi ed altri dubbi. Intendiamoci, il tecnico di Fucecchio piace soprattutto per la sua schiettezza e la sua onestà che lo rendono uno dei personaggi più veri ed apprezzabili di questa serie A, ma questo deve iniziare a trasformarsi in risultati utili per restare attaccati alla classifica prima che sia troppo tardi. I dubbi devono iniziare a diventare certezze, un po’ come il costante spettacolo che la curva Sud continua a riservare alla squadra. La fiamma è ancora viva e tutti ancora ci crediamo, ma attenzione ai brutti scherzi che porta spesso il cambio di stagione.



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