PROSSIMA STANGATA? LA TASSA DI SUCCESSIONE

Con il livello elevato della pressione fiscale in Italia, dove andare a racimolare altri soldi? Tassa di successione, il nuovo fronte del fisco


La ripresa è debole, i conti languono, il debito pubblico cresce. Ma dove andranno mai a cercare altri soldi i nostri governanti, dato che il livello di tassazione nel nostro paese ha raggiunto livelli record, già così difficilmente sostenibili? 

Si fa un gran parlare di imposte da diminuire e di incentivi da dare, di età pensionabile da ridurre e di sostegno a chi è in difficoltà, ma questo è il pane quotidiano di chi sta all’opposizione, e non è tenuto al rispetto dei conti ma solo del consenso. In realtà, lo vediamo bene, la situazione peggiora di giorno in giorno, e la vera domanda da farsi è proprio questa: da dove attingeranno la prossima volta? 

A sostegno dei timori del cittadino si sono messi alcuni acuti osservatori, in particolare chi è chiamato a gestire patrimoni e redditi. Ed è così che notiamo come importanti studi di commercialisti stiano avvisando i propri clienti del pericolo vero che sta dietro l’angolo. Pericolo che si chiama tassa di successione. 

in Parlamento giace già un’ipotesi di modifica delle aliquote sulle successioni, proprio quando si profila una nuova manovra finanziaria, quella del 2018, per la quale stiamo elemosinando con scarso successo sconti a Bruxelles. 

Oggi, a fronte di patrimoni non elevati che passano a coniuge e figli, le imposte sono azzerate dalla franchigia, e comunque al massimo si paga il 4%. Nel dettaglio, il coniuge e i discendenti in linea diretta pagano il 4% solo se il patrimonio supera il valore del milione di euro; fratelli e sorelle pagano il 6% su valori superiori ai 100mila euro. La percentuale sale al massimo all’8%. 

viene dato assai probabile un sensibile innalzamento della quota, che frutterebbe ogni anno una bella cifra alle esangui casse dello Stato. D’altronde, se c’è una cosa certa è che prima o poi quel che possediamo (se qualcosa c’è) dovremo lasciarlo su questa terra. 

Tutto ciò porterà una serie di problemi, oltre al fastidio di dover pagare per mantenere in famiglia il patrimonio. Ad esempio si pensi alle imposte da corrispondere nel caso si ereditino terreni e fabbricati, difficili da vendere ma con un preciso valore catastale. 

E qui gli studi di commercialisti e promotori finanziari entrano in ballo, consigliando i propri clienti a muoversi per tempo, ovviamente nel campo delle scelte lecite, per non farsi trovare impreparati dalla legge e dalla precarietà terrena. Le possibilità a disposizione di chi intende trasmettere la proprietà ai famigliari in vita utilizzando le norme sono tante, dalla donazione al patto di famiglia, e tante altre. Altrimenti, i beni sono lì, ben visibili a uno Stato sempre più assetato. 

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