STOP AI VITALIZI, LA PROPOSTA DI LEGGE PASSA ALLA CAMERA

IL RISCHIO E' CHE POSSA ESSERE UNA INUTILE FARSA E CHE VENGA RIGETTATA DALLA CORTE COSTITUZIONALE

L’Aula della Camera ha approvato la proposta di legge Richetti sull’abolizione dei vitalizi agli ex parlamentari. Il testo è stato approvato con 348 voti a favore, 17 contrari e 28 astenuti,. Ora il testo passa al Senato. Il realtà non si tratta di una vera e propria cancellazione dei vitalizi agli ex parlamentari, ma piuttosto della applicazione del metodo contributivo al calcolo della pensione. 
A fronte di ciò alcuni ex parlamentari, la maggioranza, vedranno il proprio assegno decurtato anche in maniera considerevole, mentre pochi altri addirittura potrebbero ricevere più soldi. Durante la votazione si sono astenuti i deputati di Mdp; mentre Forza Italia non ha votato. I deputati di AP hanno votato contro.Il rischio che tutto sia reso vano dalla possibile incostituzionalità della legge, che lederebbe diritti acquisiti. Al tal proposito Carlo Sibilia, portavoce del Movimento Cinque Stelle, ha dichiarato:“Sull’abolizione dei vitalizi c’è chi parla di incostituzionalità perché sarebbero diritti acquisiti che vengono tolti. Ma quanti diritti sono stati tolti ai normali cittadini? Vogliamo parlare dei diritti cancellati dalla legge Fornero? Della cancellazione dell’articolo 18 dallo statuto dei lavoratori? Dei diritti dei risparmiatori e degli obbligazionisti delle banche venete completamenti aboliti?Tagliando i vitalizi solo alla Camera – prosegue – risparmieremo circa 250 milioni, poi ci sono tutti quelli delle regioni italiane e qui il risparmio sarà ancora più alto e tale da permetterci di recuperare le risorse necessarie per poter coprire il reddito di cittadinanza che noi intendiamo introdurre una volta al Governo. Per il Movimento Cinque Stelle è una vittoria storica”.
Tra coloro che potrebbero vedersi decurtato l'assegno ci sono:
ad esempio l'ex presidente del Senato Nicola Mancino, Clemente Mastella, l'ex premier Massimo D'Alema, Walter Veltroni, 'ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, che potrebbe passare dagli attuali 5.800 euro mensili a circa 3.500 euro netti al mese.

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