AMARCORSPORT – 8. FEDERICO CAPRILLI


Federico Caprilli era un capitano di cavalleria, è stato l'ideatore del Sistema Naturale di Equitazione, basato sul principio di permettere al cavallo un movimento il più naturale possibile.
Caprilli nacque a Livorno l'8 aprile del 1868 ed è morto tragicamente e in circostanze poco chiare il 6 dicembre del 1907 a Torino.
All'età di 20 anni entrò nel reggimento di cavalleria Piemonte Reale a Saluzzo e con la vita militare Caprilli poté dedicarsi alla sua passione: i cavalli e l'equitazione. Comincio ad osservare e studiare da vicino i movimenti dei cavalli e a provare nuove tecniche di equitazione. Ad un certo momento Caprilli arrivò alla convinzione che il cavallo potesse dare il meglio di sé se il cavaliere avesse accompagnato i movimenti del cavallo ai propri, Prima di Caprilli un ostacolo veniva saltato tenendo il corpo tutto all'indietro e tirando le redini, nella convinzione che in questa maniera si potesse aiutare il cavallo a saltare ritenendo, appunto, che il cavallo da solo non ce la potesse fare. In una occasione Caprilli stupì i propri commilitoni saltando un fosso lasciando le redini sciolte e con il corpo disteso sul collo del cavallo, tenendo basse le mani. 
All'età di trent'anni, ideò e mise a punto il suo sistema di equitazione che rapidamente si diffuse in tutto il mondo. Dopo di lui tutto cambiò: il cavallo non fu più obbligato ai difficili e spesso dolorosi esercizi e non venne più sottoposto ad un duro addestramento, ma venne lasciato libero nel suo atteggiamento naturale, libero di muoversi secondo le leggi della natura.
Insomma una rivoluzione per quel tempo e il rivoluzionario era Federico Caprilli.
Caprilli sperimentò i suoi metodi innovativi anche nelle competizioni, gareggiando 33 volte, e vincendo in 18 casi e piazzandosi in altri 11. Nel giugno 1902 al Concorso ippico internazionale di Torino, svoltosi nell'ippodromo allestito in piazza d’Armi, Caprilli conquistò il primato mondiale di salto in alto, con lo stacco di 2,08 m.
I successi ottenuti nelle gare aprirono a Caprilli le porte dell'alta società. Era famoso, forte, molto bello e amante della bella vita e delle donne. Il suo biografo scrisse: ”Forse non tutti gli uomini che conobbe lo amarono, ma molte donne palpitarono per lui”.
E si sa quando uno è troppo bravo, troppo affascinante, troppo fortunato con le donne, non a tutti può piacere, soprattutto ai mariti gelosi. Le donne avute tra le sue braccia non si contano. Tra la nobiltà: la bella Hélèn d'Orleans, duchessa d'Aosta, la principessa Letizia di Savoia, vedova di Amedeo, fratello del re (la relazione costò a Caprilli il "confino" a Nola), la contessina di San Germano.
Federico Caprilli morì tragicamente all'età di 39 anni. Era il 5 dicembre del 1907, un giovedì, alle 17,20 montò a cavallo e prese corso Duca di Genova, a Torino. Aveva nevicato ed ad un tratto fu visto cadere pesantemente a terra riportando la frattura della base cranica. Il prof. Carle, esperto chirurgo, visitandolo disse che non c'era nulla da fare e infatti alle 8,40 del giorno successivo Federico morì. Si parlò di un improvviso malessere, ma a questa versione dei fatti in molti non credettero. Secondo qualcuno furono uditi degli spari, ma nessuno volle chiamare a testimoniare chi li aveva sentiti. Non fu redatto nemmeno un referto medico. E non fu ricoverato nemmeno all'ospedale, ma fu allestita una camera ardente presso la scuderia da dove era partito. Nonostante la fama mondiale di Caprilli e l'appartenenza alla Regia Cavalleria non furono fatte esequie pubbliche. Per di più si procedette alla cremazione, secondo la volontà del Caprilli stesso. Per espressa volontà di Federico Caprilli, alla sua morte fu distrutto il baule contenente la corrispondenza con la sue donne.

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