GLI F35? UNA GRANDE FREGATURA?


Il programma F-35, un progetto che vede l'Italia coinvolta come partner nello sviluppo di un caccia bombardiere di quinta generazione, è in ritardo di almeno 5 anni per le "molteplici problematiche tecniche", problematiche che nel frattempo, guarda un po', hanno fatto anche sì che i costi del caccia siano praticamente raddoppiati. Gli F35 sono cacciabombardieri dell’americana Lockheed Martin. L'Italia aveva, inizialmente, in programma l'acquisto di 131 F35, poi dopo molte polemiche, il numero degli aerei è stato ridotto a 90, per un costo complessivo tra i 12 e i 18 miliardi di euro nell’arco di quarant’anni. Questo progetto, per il quale l'Italia era parte attiva con Finmeccanica e altre aziende italiane, avrebbe dovuto generare un ritorno di circa 11 miliardi di euro, con prospettive occupazionali importanti. Per adesso poco di quello che era stato spacciato come un grande affare si è concretizzato. Molte erano state le polemiche contro l'acquisto degli F35 verso i quali, va detto, molti nutricavo forti dubbi in merito alla bontà dell'operazione. Ma non è finita qui perché: "l'esposizione fin qui realizzata in termini di risorse finanziarie, strumentali ed umane è fondamentalmente legata alla continuazione del progetto" e uscirne ora produrrebbe importanti perdite economiche. È questo quanto si legge in un'analisi della Corte dei conti sul programma di sviluppo del nuovo caccia. Come dire: anche se le cose non sono andate come previsto, non possiamo più tornare indietro.
Il progetto degli F35 ha preso il via nel lontano 1996, quando, con l’allora ministro della Difesa Nino Andreatta (governo Prodi), l’Italia aderì alla proposta americana per la realizzazione di un nuovo velivolo militare. Nel 1998, governo D’Alema, viene firmato il memorandum che consente all’Italia di partecipare al programma F35 Joint Strike Fighter (questo il nome per esteso). Nel maggio del 2002 (governo Berlusconi, ministro della Difesa Antonio Martino) il Senato dà il via libera definitivo. Al momento della firma del documento l’Italia si impegnava a fornire i fondi per circa il 4 per cento dell’intera fase ricerca e sviluppo, che è iniziata nello stesso 2002 e non si è ancora conclusa. Il 12 luglio 2006 una cerimonia nel Texas, presenti gli altri Paesi partner sancisce l’inizio della fase operativa del progetto, al quale la Finanziaria del governo Prodi destina 139 milioni di euro, come prima tranche di un esborso totale che ancora non sappiamo in definitiva quale sarà. A febbraio 2012, il ministro Di Paola – che è stato capo di stato maggiore della difesa dal 2004 al 2008 – ha annunciato che l’Italia aveva ridotto le ordinazioni da 131 a 90 aerei, come contributo al processo di spending review del governo. 
Nel febbraio 2013 il Pentagono aveva sospeso tutti i voli dell'aereo dopo che sulla turbina di uno degli F-35 era stata rilevata una frattura. I voli sono ripresi nel marzo nel 2013.
Nel luglio di quest'anno sempre Il Pentagono riferisce che l'aereo ha raggiunto le 100.000 ore di volo senza alcun incidente.

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